I sondaggi e il tempo che Nicola Zingaretti non ha più a disposizione

Lega e Cinque Stelle continuano ad avere la maggioranza seppure con proporzioni molti diverse rispetto all’inizio. Ma il Partito Democratico non può permettersi oltre di mediare tra correnti e galassie.

I sondaggi ormai sono concordanti da tempo: la Lega continua a salire, ben oltre il 32% secondo alcuni. Il Movimento Cinque Stelle arretra, ma resta comunque  abbondantemente al di sopra del 20%.

Mentre il Pd, principale partito dell’opposizione, dopo la fiammata scaturita dall’elezione a segretario di Nicola Zingaretti, sembra tornato sotto il 20%. Al giorno delle elezioni europee (26 maggio) manca moltissimo, però le indicazioni ci sono. Poi potranno essere smentite, ma intanto fotografano una situazione.

I due partiti al governo del Paese hanno la maggioranza. Con proporzioni molto diverse rispetto all’inizio, quando i Cinque Stelle erano al 33% e la Lega intorno al 17%. Parliamo dei voti veri, quelli delle elezioni del 4 marzo 2018. Le grandi assenti in questo anno sono state le opposizioni. Il Partito Democratico non decolla, neppure con un’alleanza di centrosinistra.

Certamente sconta pure il fatto di aver celebrato un congresso dopo un anno e a ridosso delle europee. Nicola Zingaretti non ha avuto materialmente il tempo di effettuare i cambiamenti necessari.

Troppo importante in questa fase mantenere gli equilibri con tutte le svariate correnti delle molteplici galassie Dem. Ma in ogni caso, dopo il 26 maggio, Zingaretti non potrà più permettersi di non intervenire. O la va o la spacca.

Quello che succederà dopo il 26 maggio è un’incognita. A cominciare dal tassello più importante: il Governo. Il contratto tra Lega e Cinque Stelle reggerà? L’aumento dell’Iva e tutto il resto che effetto avranno sul consenso dei partiti di Salvini e Di Maio? Forza Italia è un rebus, ma ormai nel centrodestra l’interlocutore principale di Matteo Salvini è Giorgia Meloni. Quindi Fratelli d’Italia.