I telegrammi di Diana: “Confondono sovranità con sovranismo”

De Angelis e Scalia? Con la crisi del Pd non c'entrano. Non dialogare con Michele Marini? Gravissimo. I neo fascisti? Confondono sovranità e sovranismo. Il distillato ad alta gradazione politica di un grande vecchio della politica democristiana

Telegrafico. Dicono che lo sia sempre stato. Ma che con il passare degli anni abbia accentuato la sintesi. Non gli piace perdere tempo, nemmeno con l’uso delle parole. L’avvocato Lino Diana è Democristiano di matrice basista. Viene da lontano: giovanissimo Consigliere comunale nella sua Boville Ernica, poi due volte Consigliere Regionale del Lazio, infine il Parlamento: deputato a Montecitorio nella XI Legislatura e senatore a Palazzo Madama nella XII e XIII Legislatura. Dal 1995 al 2001 è stato anche membro della Delegazione Parlamentare Italiana nella UEO e al Consiglio d’Europa.

Intervistarlo equivale a godersi un distillato di politica, barricato nel legno di un’esperienza mai banale.

Foto: Carlo Lannutti / Imagoeconomica
Saluti romani, assalti alle sedi sindacali, cori per il duce: senatore è preoccupato?

No. Ma turbato sì.

Le urne hanno dato una risposta?

Minima, credo.

Sovranità e sovranismo non sono la stessa cosa ma molti le confondono.

Peggio per loro. Consiglio la lettura della Costituzione della Repubblica Italiana. Ai pigri semplifico lo sforzo: trovano tutto all’Articolo 11.

Cosa significa la fiamma tricolore in un simbolo politico?

Significa Movimento Sociale Italiano. E la fiamma tricolore nel simbolo significa inglobare tutta intera e senza riserve la storia, le idee e soprattutto la prassi antidemocristiane del msi. E per cortesia lo scriva con le iniziali minuscole.

Sopprimere Forza Nuova non rischia di essere uno sforzo inutile dal momento che i suoi iscritti potranno riorganizzarsi sotto un nome diverso?

D’accordo. Il problema non è l’etichetta ma il contenuto. È la gente che si muove dietro a quell’ideologia, più che la sigla in cui si raccolgono.

Che fine ha fatto lo spirito ulivista?

Ha fatto il suo tempo. Aveva senso in quel determinato momento storico: il Paese cambia, la mentalità cambia, analogamente devono evolversi anche le strutture che si candidano a governare quei cambiamenti.

De Angelis e Scalia
In provincia di Frosinone quello spirito è svanito con la fine del dialogo tra Scalia e De Angelis, i due leader delle principali componenti Pd?

Non c’entrano nulla. Si è trattato di un fenomeno più ampio. Indipendente da loro.

Quanto ha sbagliato il Pd in questi 10 anni a non tentare di ricucire la rottura con Michele Marini?

Molto. Moltissimo. Le conseguenze sono evidenti.

Proporzionale o maggioritario?

Un mix.

Togliere la preferenza è stato un buon investimento?

Si e no.

Dei poltici di oggi chi apprezza?

Sergio Mattarella e Mario Draghi.

Troppo facile.

Altri non ne vedo.

E sul territorio?
Lino Diana

Non giudico mai i miei conterranei.

Perché ha paura di essere poi giudicato con lo stesso metro?

Tanto lo fanno lo stesso.

In cosa la politica di oggi è diversa da quella dei suoi tempi?

Sono finite le grandi questioni storiche di politica internazionale. Il mondo non è più diviso tra Est e Ovest. Questo ha cambiato tutto.

Lei profetizzò subito l’imborghesimento del M5S ma anche che sarabbe cresciuto ed avrebbe imparato in fretta: ora, la parabola è finita?

Non credo. Almeno non fino a quando ci sarà il Reddito di Cittadinanza.

Zingaretti ritiene che il M5S sia un interlocutore necessario, Renzi ha l’allergia se solo glielo nominano: chi ha ragione?

Nessuno dei due. Uno pone una questione solo di principio e l’altro una questione solo di reealismo politico puramente congiunturale.

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