“I test sierologici sono la baionetta contro Covid, facciamone di più”

Foto © Imagoeconomica / Carlo Lannutti

L'assessore regionale alla Sanità D'Amato si smarca dall'immunità di gregge. La soluzione è estendere i test ad altre categorie. E portarli su ricetta negli ospedali. Con tanto di 'avviso bonario' ai laboratori.

Immunità di gregge? Neanche a parlarne per ora. E’ troppo bassa. La soluzione dunque sta tutta nei test sierologici, allargati dopo la prima ondata che finirà a giugno al maggior numero possibile di categorie. Usati cioè come chiave di volta per risolvere un problema che prima pagava pedaggio all’urgenza assoluta della fase uno. Quale? Quella delle terapie intensive. Alessio D’Amato sempre più stratega nel suo ruolo di assessore regionale alla Sanità.

Stratega e contabile, che non dimentica cioè che per fare tanti, tantissimi test sierologici serve che ci sia una tariffa calmierata nel pubblico e che i laboratori convergano sullo scopo comune. Solo così gli ospedali diventeranno le trincee del futuro per tracciare l’andamento di Covid – 19 e infliggergli il colpo di grazia. (leggi qui Lazio, via ai test sierologici: i più imponenti in Italia)

Ha colpito solo il 2,4% dei laziali

Alessio D’Amato

 «I dati sui test sierologici nel Lazio ci dicono tre cose: che il Covid-19 circola ancora nella nostra regione, che è stato contenuto finora perché ha raggiunto solo il 2,4% delle persone, ma questo significa pure che l’immunità di gregge è ancora bassissima».

D’Amato lo ha detto in un’intervista a Il Messaggero. L’assessore ha quindi spiegato che i 300 mila test sierologici sul personale sanitario e le forze dell’ordine saranno completati entro fine giugno. Tuttavia si sta valutando un allargamento ad altre categorie.

L’idea è quindi quella di ampliare il plafond di verifica, andando ad accerchiare, letteralmente, l’ambito di azione del virus. E facendolo proprio nel momento in cui, dati alla mano, la sua incidenza sullo stato di salute della popolazione laziale è più bassa.

«Probabilmente in autunno ci sarà un’estensione. Se prima la sfida era attrezzare al meglio le terapie intensive, oggi è fondamentale rintracciare tutti gli asintomatici». Per quanto riguarda la possibilità di fare test per tutti, D’Amato ha chiarito il suo pensiero. Lo ha fatto mettendo in chiaro che per farli bisogna considerarli e codificarli come prestazione sanitaria base. Ricettabile insomma.

I marker sierologici? Dall’autunno

Photo © Karolina Grabowska / Pexels

Esattamente come hanno fatto alla Pisana. «Come Regione abbiamo chiesto al governo di inserirli tra i livelli essenziali di assistenza. Nelle strutture pubbliche oggi vale la tariffa regionale: 15 euro e 23 centesimi. Abbiamo fissato un tetto e chiediamo ai laboratori di adeguarsi. Posso dire una cosa. Cioè che appena terminerà la sperimentazione dei 300 mila test sierologici, si potrà fare l’esame andando negli ospedali, mettendosi in lista d’attesa. Insomma, ci si prenota e si paga la tariffa regionale. Al San Giovanni si puo’. A brevissimo lo stesso servizio sarà disponibile al San Camillo e al Sant’Andrea»