I tormenti del giovane Adriano… ma pure Andrea e Max: mai con il Pd

I tormenti del giovane Adriano sono gli stessi del nobile Andrea e dell’astuto Massimiliano. Nessuno di loro vuole morire a sinistra. Con il Nuovo Centro Destra che sta per perdere la lettera D ed entrare sempre più nell’orbita del Partito Democratico, loro non voglio andarci.

Non sono nomi da poche preferenze. Adriano Roma è stato coordinatore provinciale di Forza Italia, poi vice coordinatore provinciale del Popolo delle Libertà, consigliere d’amministrazione all’Astral, consigliere regionale del Lazio per un pomeriggio.

Ancora più difficile per Andrea Amata: vice presidente della Provincia di Frosinone, viene dall’ala destra di Allenza Nazionale, da quell’area di destra sociale che lo ha visto stretto collaboratore di Isabella Rauti in regione Lazio dove è stato suo capo segreteria.

Come i primi due, Massimiliano Mignanelli ha l’orticaria e le bolle su tutto il corpo appena gli nominano il Pd. E’ stato tra i fondatori di Forza Italia, a lungo ha fatto parte della guardia pretoriana di Antonello Iannarilli, presidente del consiglio comunale di Cassino ai tempi di Bruno Vincenzo Scittarelli sindaco, è alla guida dello schieramento di centrodestra che si contrappone a Mario Abbruzzese nelle prossime Comunali.

Nessuno dei tre ha intenzione di restare in un Ncd ‘di sinistra’. Alfredo Pallone sta sudando le proverbiali sette camicie per fargli capire che non si va verso la dissoluzione nel Pd. Ma loro si sentono più vicini a Mario Mauro, Maurizio Lupi, Gaetano Quagliariello. E si stanno guardando attorno.

Nei giorni scorsi, un fitto scambio di messaggi su Facebook con Adriano Roma ha fatto capire che Mario Abbruzzese gli farebbe trovare spalancate le porte di Forza Italia se volesse rientrare. Andrea Amata ha avuto qualche incontro con gli uomini di Noi con Salvini prima che piombasse sulla scena Umberto Fusco ad azzerare tutto e prendere in mano le redini del movimento. Massimiliano è doppiamente lacerato: vicinissimo al ministro Betarice Lorenzin dai tempi del movimento giovanile berlusconiano, ora è combattuto tra perdere quel contatto così autorevole o convivere con le bolle.