I tre casi che indicano il futuro dell’industria ciociara

Dove sta andando il sistema industriale della provincia di Frosinone. Scordatevi le fabbriche aperte qui dalle multinazionali. I casi Seeweb, Saxa Gres e Turriziani che indicano le rotte

Alessio Porcu

Ad majorem Dei gloriam

Scordatevene. Scordatevi le frotte di operai con il logo della multinazionale sulla tuta. Scordatevi i manager americani, francesi e torinesi che per un’intera stagione sono stati gli ormoni per un tessuto industriale fatto crescere a forza in provincia di Frosinone. I francesi di Valeo e Videocolor, gli americani di Squibb e di Klopman, i piemontesi di Skf e di Fiat: vennero in provincia di Frosinone attratti dai convenienti incentivi pensati dall’allora ministro Giulio Andreotti per il suo storico serbatoio di voti. E spinti da accordi sui tavoli internazionali che sempre lui promuoveva.

Noi ci mettemmo la manovalanza, generica ma anche quella qualificata. Gente che aveva voglia di lavorare e che lo sapeva fare. Sviluppammo sul posto quadri e manager intermedi che riuscivano a far andare bene quel sistema industriale nato altrove e trapiantato qui per convenienza. Ma i progetti della 131 di Piedimonte San Germano si facevano a Torino, i tubi catodici che nascevano ad Anagni li pensavano a Parigi, le molecole da sintetizzare nel polo chimico – farmaceutico tra Frosinone e Latina le sviluppavano negli Usa.

La svolta in atto

Foto Tama66 / Peter H / Pixabay

Inutile prendersi in giro. Quel tipo di industria non tornerà. Per fortuna. Perché una cosa è la bistecca di chianina lasciata a brucare sui monti tra Ciociaria ed i pascoli del Molise, cosa diversa sono le fettine che una volta messe nella padella antiaderente si ritirano a meno della metà. Acqua ed ormoni evaporano.

Il tema resta quello sollevato già altre volte. Cosa c’è nell’agenda politica del Governo Meloni per lo sviluppo del tessuto industriale di questo che fu uno dei principali poli manifatturieri del Centro Sud? Cosa c’è nell’agenda politica del Governo Rocca sullo stesso argomento? Non perdete tempo a spremere le meningi: la risposta è semplice. Nulla. C’è nulla nel Documento di Economia e Finanza regionale. Meno ancora in quello nazionale.

In questo contesto prendono vita e si sviluppano solo forme di vita forti ed adatte al territorio. Come i ratti che sono a loro agio sulle sabbie arroventate del deserto oppure i pesci che nuotano tranquillamente ad una profondità che la pressione non consentirebbe. Le industrie che si stanno sviluppando qui lo stanno facendo senza ormoni.

Va dove ti porta il futuro

C’è un nuovo mostro che sta prendendo vita nel mondo. Si chiama Intelligenza Artificiale: scrive articoli meglio di molti giornalisti, risponde al telefono ed alle chat meglio di tanti centralinisti, genera fotografie perfette mettendo le persone in posti dove non sono mai state. Il Papa con il piumino Monclero mai indossato? Bazzecole. C’è un intero reportage fotografico realizzato da una reporter di viaggio che ha raccontato di avere fatto realizzare ad AI.

Ma gli impieghi sono tanti e molto più seri. L’intelligenza artificiale rende possibili cose che un tempo non saremmo neanche riusciti ad immaginare. Pochi giorni fa il birrificio tedesco Beck’s, in occasione dei 150 anni dalla fondazione del marchio ha lanciato una birra in edizione limitata. Interamente definita e sviluppata dall’Intelligenza Artificiale. L’ha pensata lei, bilanciata lei, assaporata lei e definito la formula.

Per arrivare al lancio del prodotto, Beck’s ha interagito con ChatGPT e Midjourney, due programmi di Intelligenza Artificiale. Da questa collaborazione uomo/AI è nata la ricetta perfetta, il risultato della combinazione di acqua, malto, luppoli e lievito, con un ultimo ingrediente segreto. Ma non basta. Da questa interazione, sono stati ideati il branding e la campagna di marketing a supporto del lancio.

I neuroni di Seeweb

L’Intelligenza Artificiale è una tecnologia al servizio dell’uomo e non è destinata a sostituirlo. Ma a collaborare con lui. Ed a Frosinone c’è una parte del cervello pensante dell’Intelligenza Artificiale. È nello stabile che una volta occupava uno degli stabilimenti Marangoni. Si trova nell’area più riservata di Seeweb, impresa nata sul territorio, sviluppatasi qui e cresciuta su scala continentale: è il primo player in Italia a fornire servizi di GPU computing. Cioè? elevata efficienza per eseguire calcoli pesanti: quelli necessari per l’implementazione di soluzioni AI.

Seeweb è pensata, concepita, realizzata e strutturata per mettere a disposizione quell’efficienza anche alle aziende che si trovano dall’altra parte del mondo. I servizi di GPU computing di Seeweb vengono utilizzati per il supercalcolo anche da aziende geograficamente molto lontane.

Su cosa ragionino le macchine dell’Intelligenza Artificiale di Seeweb lo sanno solo quelli che hanno il potere per porre le domande ad AI, in aree di Frosinone che per entrare devi superare il test dell’impronta digitale, la scansione della retina, la lettura del badge, tutto nello stesso momento.

Cosa sta facendo il territorio per Seeweb? Cosa c’è nell’agenda del Paese della Regione? Qualcuno si è posto la domanda sui flussi di energia che occorrono per alimentare, raffreddare, proteggere quelle macchine di calcolo?

Le strade di Gallicano

Una delle piazze rifatte a Gallicano

Ad Anagni c’era la Marazzi Sud. La sigla geografica sta ad indicare che era lo stabilimento aperto nell’area Cassa per il Mezzogiorno da un’azienda che altrimenti avrebbe continuato ad ampliarsi al Nord. Faceva piastrelle. Ed aveva cessato la produzione.

L’ha presa Francesco Borgomeo, specializzato nei risanamenti industriali. “Qui ci sono maestranze ed esperienze che sono uniche. I lavoratori e la loro capacità di lavorare sono un patrimonio unico ed irripetibile”. La trasforma nella Saxa Gres. Le cose vanno bene al punto che nel giro d’un paio di anni tutti i lavoratori rientrano in fabbrica, si lavora tutta la settimana e viene attivato anche il turno di notte.

Cassino ha usato quei materiali per la realizzazione di piazza Diamare e li ha previsti per la pedonalizzazione in atto su Corso della Repubblica. L’ultimo lavoro in ordine di tempo è la messa in sicurezza e consolidamento del centro Storico di Gallicano nel Lazio. Ben 3mila metri quadrati, di pietra creata in fabbrica senza sventrare le montagne, spessa 5 centimetri nei colori lavica Sand e Basalto, più le pietre nel formato 10×10 dallo spessore di 6,5 centimetri nella restante parte della strada e nelle piccole piazze. Li hanno scelti i co progettisti Vincenzo Pitta e Roberto Simonelli con il vicesindaco Angelo Rossi.

Buona parte di quel materiale viene esportata nel Nord Europa e negli Usa, dove la difesa dell’ambiente e delle montagne è centrale. Un prodotto che funziona. Ma Francesco Borgomeo almeno sei mesi prima che esplodesse la speculazione sulle tariffe del gas aveva lanciato l’allarme. Cosa è stato messo nell’agenda industriale da regione e Governo in carica all’epoca? Nulla. Nel frattempo molte aziende energivore sono al collasso.

Il bio di Turriziani

Il G7 di Sapporo sul clima e l’energia ha promesso grande impegno nella decarbonizzazione, senza però indicare date. Il vertice giapponese ha rappresentato però per l’Italia un grande successo. I ministri dei principali Paesi industrializzati hanno indicato espressamente nelle conclusioni dell’incontro i biocarburanti come prodotti ‘neutrali’ per aiutare la transizione del settore auto.

È la richiesta sulla quale l’Italia non l’ha spuntata in sede europea e sulla quale ora tornerà alla carica con l’assist di rilievo dei sette grandi. “Credo che già da domani occorra far ripartire il dialogo con i Paesi europei – afferma il ministro dell’Ambiente Gilberto Pichetto – per arrivare con dati scientifici certi alle soluzioni migliori: i biocarburanti potranno sostituire benzina e diesel e mantenere viva l’industria dell’automobile italiana“.

Quei carburanti bio sono un’intuizione che anni fa fece presente l’allora rettore dell’Università di Cassino Paolo Vigo. E sulla quale l’allora presidente di Unindustria Giovanni Turriziani tentò di aprire un dibattito, come ipotesi per il risanamento della Valle del sacco, dove non è possibile coltivare produzioni della filiera food. Qualcuno ha messo la questione in agenda? Scordatevene.