I tre fronti della crisi di Sora Guerra in Forza Italia, assalto a FdI

Il sindaco non ha un piano B. Punta sul Bilancio: chi non lo vota toglie gli aiuti alle vittime del lockdown. L'assalto a Lecce e Castagna. L'offerta di assessorati. Ma Bruni deve restare solo referente politico. Scoppia la guerra interna in Forza Italia. Di Carlo e Chiusaroli contro le aperture di Quadrini.

Maurizio Patrizi

Rem tene, verba sequentur

Una reazione a catena. Che coinvolge tutto il centrodestra. Aprendo un fronte dietro l’altro. È la conseguenza della lettera con cui due giorni fa il sindaco di Sora Roberto De Donatis ha revocato la fiducia al suo delegato per i Lavori Pubblici Massimiliano Bruni. (leggi qui Terremoto in municipio a Sora: ritirate le deleghe a Bruni).

Prima reazione. C’è una spaccatura interna in Forza Italia. Tra il suo vice coordinatore regionale Gianluca Quadrini ed il vice coordinatore provinciale Rossella Chiusaroli con il commissario cittadino Vittorio Di Carlo. Il primo tiene aperta una linea di dialogo con il sindaco; i secondi lo escludono in modo categorico.

Seconda reazione. Chiusaroli e Di Carlo chiedono un chiarimento anche alla Lega. Vogliono sapere perché ha raggiunto un’intesa elettorale con Fratelli d’Italia e non con loro. Cosa c’è da chiarire? Dicono che fino a prima del lockdown il patto era tutt’altro: asse Lega – Forza Italia (entrambi a Sora sono all’opposizione) mentre restava in sospeso FdI (perché da quattro anni sta al governo della città).

Terza reazione. Il sindaco di Sora Roberto De Donatis non ha un piano alternativo per tenere in piedi la sua maggioranza, che si tiene in piedi solo grazie ad un voto in più dell’opposizione. E Fratelli d’Italia dispone di tre voti. Abbastanza per mandare tutti a casa. La mossa del sindaco: metterà tutti di fronte al Bilancio puntando su un fattore. E cioè: chi non lo vota si assume la responsabilità dei mancati stanziamenti a favore delle persone colpite dalla lunga quarantena.

Assalto a Lecce e Castagna

Alessandro Mosticone e Simona Castagna

Il sindaco non ha un piano B perché è fallito il tentativo di assalto agli altri due consiglieri che insieme a Bruni costituiscono il Gruppo consiliare di FdI. Ha incontrato Simona Castagna e Antonio Lecce e provato a spaccare Fratelli d’Italia, isolando Bruni. Senza riuscirci.

Ha offerto più deleghe a Castagna promettendo una crescita a livello politico e amministrativo. In cambio? Ha chiesto che Bruni rimanesse un interlocutore soltanto politico e non amministrativo.  Come andrà a finire si saprà soltanto all’inizio della prossima settimana. Perché sarà il Partito, alla presenza del senatore Massimo Ruspandini, a decidere la linea da tenere.  Castagna e Lecce sono pronti a rimanere in maggioranza: ma se lo decide il Partito e non prescindere da FdI. Se la linea sarà quella della crisi faranno cadere il sindaco.

Cosa faceva ipotizzare che potessero voltare le spalle a Bruni? Un’evidenza ed un’indiscrezione. L’evidenza è che per innescare una reazione simile Roberto De Donatis doveva avere per forza un piano di riserva ed il voto in più necessario per sopravvivere. L’indiscrezione è quella secondo la quale mercoledì sera a casa del consigliere comunale di maggioranza Francesco De Gasperis ci sarebbe stato in confronto tra i consiglieri di Fdi Castagna e Lecce ed il sindaco. Che li avrebbe messi al corrente di quanto sarebbe accaduto l’indomani: ossia della sua volontà di revocare la delega a Bruni.  

Una notizia questa, che avrebbe significato l’isolamento politico e amministrativo di Massimiliano Bruni. È la capogruppo FdI ad escludere questo scenario: rifiutando di rilasciare qualsiasi dichiarazione ma confermando che ogni decisione verrà presa dal Partito, smentendo che sia avvenuta la riunione.

Ora servono i numeri

Massimiliano Bruni

Si arriva al giovedì pomeriggio e le deleghe vengono ritirate. Ora al sindaco servono i numeri per tenere a galla l’amministrazione.

Venerdì mattina una fitta agenda di incontri e telefonate scandisce la giornata del primo cittadino. Deve trovare voti alternativi perché vengano approvati il bilancio previsionale e programmatico e lo schema triennale delle opere pubbliche. La scadenza è slittata a luglio. Ma occorre una maggioranza qualificata: la metà degli eletti più uno. Ossia nove voti. De Donatis conta sulla spaccatura del gruppo di Fdi ma non ne ha la certezza. Servono altre alzate di mano dall’opposizione. Non può contare su Maria Paola D’Orazio. Stando a indiscrezioni attendibili al massimo sarebbe disposta a non presentarsi in aula. Ma questo non risolverebbe il problema.

A porte chiuse con Vinciguerra

Augusto Vinciguerra

Poco dopo la fine della diretta Facebook quotidiana per gli aggiornamenti sull’emergenza Covid-19 il sindaco riceve nel suo ufficio di gabinetto il consigliere comunale di opposizione Augusto Vinciguerra. A porte chiuse.

Ufficialmente si è parlato di finanziamenti e di progetti per l’ospedale, dirà poco dopo Vinciguerra agli amministratori presenti nella sala Giunta. In realtà i due sono rimasti in disparte, lontano da orecchi indiscreti, per oltre mezz’ora. Non si sa di cosa abbiano parlato. In Municipio nessuna parola sulla decisione presa il giorno precedente da De Donatis.

Mentre Vinciguerra si ferma a parlare con gli altri il sindaco esce. Va di fretta. Sta andando a incontrare il vice coordinatore regionale di Forza Italia Gianluca Quadrini.

Il problema è il traffico

Lo raggiunge nella sede della Comunità Montana di Arce dove Quadrini è commissario. Con lui c’è un canale aperto da tempo.

Cosa si siano detti non si sa. L’unica frase pronunciata da Roberto De Donatis all’uscita, a chi gli domandava se andasse tutto bene, è stata: “Sora ha un grande problema: il traffico” prendendo in prestito la celebre battuta del film Johnny Stecchino.

Viene contattato il consigliere comunale Antonio Farina, a lungo vicino alle posizioni di Quadrini. Gli viene chiesto se è disponibile a votare il Bilancio previsionale. Assolutamente no. È passato all’opposizione per divergenze di vedute nel 2017 e non ha alcuna intenzione di fare da stampella. Anche lui, come Maria Paola D’Orazio, al massimo può concedere il lusso di non presentarsi in Consiglio per il bilancio.

Ma anche in questo caso non si risolve il problema. Servono comunque nove voti.

Il confronto con Fratelli d’Italia

Roberto De Donatis

Il faccia a faccia fra il sindaco e il gruppo di Fratelli d’Italia (senza Bruni) comincia verso le 17 del venerdì. E dura circa un’ora e mezza. Minuto più minuto meno. Il sindaco snocciola nuovamente, punto per punto, tutti gli argomenti e le motivazioni elencate nel comunicato del giorno precedente. Quello con cui ha tolto le deleghe a Bruni.

De Donatis spiega che non ha più fiducia in Bruni. Ma è questione personale dice. Non ha digerito le sue manovre per arrivare alle prossime elezioni con il progetto del centrodestra unito. Un progetto a cui, però, Bruni sta lavorando in nome e per conto del Partito. (leggi qui Sopra e sotto il tavolo: il patto tra Lega e FdI per vincere le elezioni).

Ma il sindaco non ha mandato giù tante altre cose. Che sgrana di nuovo come un rosario davanti ai due interlocutori. Tutte accuse che non sono rivolte al Partito ma a Bruni. Anzi il Partito dice di vederlo di buon occhio e ribadisce di avere un buon rapporto con il senatore Ruspandini. Per questo offre altre deleghe.

Non le posso dare a te perché sei presidente del Consiglio – avrebbe detto De Donatis rivolto a Lecce – ma le do a Simona Castagna”. Con la promessa di farli crescere sia dal punto di vista politico che amministrativo. Ma. C’è un ma. C’è una condizione. Massimiliano Bruni deve rimanere fuori dalle deleghe. Lui può ricoprire il ruolo politico ma non quello amministrativo. Sempre secondo il sindaco.

Ora tocca al Partito

Il senatore Massimo Ruspandini

Poi ammette di non avere alternative. Non esiste alcun piano B. Ribadisce che al massimo c’è Maria Paola D’Orazio disposta a non presentarsi.

Non ci sono i numeri. La sua idea: la redazione di un Bilancio sociale, legato all’emergenza Covid-19, da proporre a tutto il Consiglio comunale. Come a dire: per il bene della città qualcuno lo vota. Intanto l’Amministrazione è salva.

Fratelli d’Italia vota il Bilancio? Accetta le deleghe e l’isolamento di Bruni? L’incontro interno a FdI è fissato per lunedì a Sora. Ci sarà anche il senatore Ruspandini. Che non incontrerà il sindaco dal momento che la posizione politica è già stata illustrata con chiarezza da De Donatis a Lecce e Castagna.

I due, dopo aver lasciato il sindaco, si sono incontrati con Bruni. Un’altra ora e mezza di dialogo. Il resoconto dell’accaduto. Le analisi. Poi l’arrivederci a lunedì. Quando i dirigenti e gli amministratori di Fratelli d’Italia si riuniranno e si deciderà il da farsi. Il futuro dell’Amministrazione  De Donatis è nelle mani di Fratelli d’Italia. Non resta che attendere.

Forza Italia surreale

Il commissario FI di Sora Vittorio Di Carlo ed il sub commissario provinciale Rossella Chiusaroli

Nel frattempo esplode Forza Italia. L’innesco è una dichiarazione del commissario cittadino Vittorio Di Carlo. Per dire cosa? Ha scoperto da Alessioporcu.it che c’era un patto politico tra Lega e Fratelli d’Italia per arrivare alla scelta unitaria del prossimo candidato sindaco di centrodestra. Forza Italia? Non invitata. (leggi qui Lega – Fdi, l’accordo per Sora c’è ed è blindato e leggi qui Sopra e sotto il tavolo: il patto tra Lega e FdI per vincere le elezioni).

L’esordio è da scivolone, come se Vittorio Di Carlo non avesse una chiara percezione della realtà politica: parla di “svariati articoli di stampa che hanno sventolato ipotetici accordi politici raggiunti tra la Lega e Fratelli d’Italia per le prossime elezioni amministrative di Sora”.

Non sono indiscrezioni giornalistiche. Si tratta di dichiarazioni del coordinatore provinciale di un Partito e del referente di collegio di un altro Partito.

Si sfiora il surreale quando Vittorio Di Carlo rivendica che Forza Italia “Non è la ruota di scorta di nessuno ma l’ago della bilancia, su cui elaborare una progettualità condivisa e non essere chiamata a sedere a tavoli già apparecchiati”. Pretende rispetto. “Chiediamo, quindi, il rispetto politico e il ruolo primario che Forza Italia merita nei tavoli che si andranno a convocare nelle prossime settimane”.

Perché surreale? Perché per Forza Italia il progetto politico era tutt’altro. Doveva esserci un asse privilegiato con la Lega. Attraverso un cartello dei Partiti che finora sono stati all’opposizione di Roberto De Donatis.

Nei fatti è Forza Italia ad essersi esclusa dal tavolo. Massimiliano Bruni ha proposto a Vittorio Di Carlo un tavolo unitario. La risposta è stata: prima dovete uscire dalla maggioranza. Il dialogo con la Lega invece è andato avanti. Ed è arrivato fino all’intesa. Che non ha escluso Forza Italia. Ma nemmeno l’ha inclusa per via della sua stessa chiusura.

Quale progetto? “Forza Italia – rivela il commissario – è già la promotrice di un progetto alternativo a questa amministrazione. .

La guerra interna

Claudio Fazzone e Rossella Chiusaroli

Il passaggio chiave del Comunicato è un altro. Nell’ultimo capoverso. Scrive Vittorio Di Carlo: “Alle prossime elezioni comunali saremo senza dubbio avversari di questa amministrazione, ciò per spegnere ogni vana e inutile fantomatica supposizione che si è andata accendendo negli ultimi tempi”. 

Significa che è iniziata la guerra interna a Quadrini. E che i suoi tentativi di allacciare un dialogo politico con il sindaco ed il suo gruppo non sono graditi.

Con un chiaro messaggio trasversale: nella nota, Vittorio Di Carlo cita solo il coordinatore regionale Claudio Fazzone e la vice coordinatrice provinciale Rossella Chiusaroli. Non Gianluca Quadrini.

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