I troppi movimenti del Movimento Cinque Stelle

Di Maio tenuto all’oscuro da Conte, l’eclissi di Grillo e Casaleggio, l’immobilismo di Taverna, Lombardi e Fico, l’eterna indecisione di Di Battista, il mancato riconoscimento di Crimi come capo: eppure i pentastellati crescono nei sondaggi. Ma non decidono.

In questi quasi tre mesi di emergenza Covid il Movimento Cinque Stelle ha recuperato nei sondaggi, mentre non si capisce chi in questo momento detti la linea. Il fatto che il premier Giuseppe Conte abbia tenuto all’oscuro il ministro degli esteri Luigi Di Maio sulle ultime fasi (decisive) che hanno portato alla liberazione di Silvia Romano testimonia come tra i due i rapporti non siano mai tornati quelli di un tempo. Quando fu proprio Di Maio a scegliere Conte per il ruolo di Presidente del Consiglio.

Giuseppe Conte

Di Maio nel Movimento ha mantenuto un ruolo di leadership sostanziale, specialmente dopo che si sono eclissati sia Beppe Grillo che Davide Casaleggio. In questi giorni, però, con le decisioni da prendere sul Decreto Rilancio, sono venuti fuori i limiti di una forza politica che appare obiettivamente allo sbando.

Troppe anime e nessuno detta la linea

Il capo politico Vito Crimi non è riconosciuto da molte delle tantissime “anime” del Movimento. Alessandro Di Battista procede a scatti: ogni tanto ritorna sulla scena, dà la sensazione di voler provare ad affondare il colpo, poi batte in ritirata. Paola Taverna da mesi non si nota. Non si nota neppure Roberta Lombardi. Per non parlare del presidente della Camera Roberto Fico.

Beppe Grillo, Luigi Di Maio, Davide Casaleggio © Imagoeconomica

Saltato il referendum sul taglio dei parlamentari, i Cinque Stelle si sono trovati davanti una specie di vuoto di idee. L’emergenza Covid in qualche modo ha fatto da collante. Ma prima o poi bisognerà andare ad un confronto e verificare come stanno le cose.

C’è bisogno di un capo politico riconosciuto, anche perché comunque uno “zoccolo duro” non inferiore al 15% il Movimento lo ha. Se non altro sul piano nazionale. L’aspetto che va risolto è quello del rapporto tra Giuseppe Conte e Luigi Di Maio. I Cinque Stelle non hanno alternativa se non quella di sostenere comunque il premier. Dal canto suo Conte nell’emergenza Covid si è preso la scena e si è comportato da uomo solo al comando. Sa che dopo di lui non ci sarebbero elezioni anticipate ma un Governissimo Draghi.

Ipotesi che fa venire i brividi a tutti i pentastellati. Si può perfino andare avanti in questo modo ancora per molto, ma bisognerà vedere quello che faranno gli alleati. Il Movimento non ha una leadership riconosciuta da tutti adesso. Forse è proprio questo che sta bene a tutti.