I veleni di Pompeo ed i dubbi di Quadrini

Il post di Antonio Pompeo sulla sua bacheca Facebook. Evoca bassezze "mai viste in tanti anni di impegno politico”. Denuncia chi "sta provando ad ostacolare il nostro progetto politico”. Nelle ore precedenti Cassino aveva rivisto il patto con il candidato alla Regione. Dubbi nel centrodestra. Telefonata Quadrini - Fazzone "Ma solo per parlare di Egato” . da ieri però ci sono i dubbi

L’accusa è grave. E non è la prima. La più circostanziata il sindaco dimissionario di Ferentino Antonio Pompeo la lanciò la sera dello scorso 15 novembre. Lo fece da una sala del Teatro Manzoni di Cassino nel corso della riunione in cui lui ed i sindaci Pd presenti dissero No all’inciucio, bloccando la candidatura del sindaco civico di Roccasecca Giuseppe Sacco a presidente della Provincia. No perché veniva dal centrodestra: è la famosa riunione in cui il sindaco di Arce Gino Germani urlò “Mai con la destra”. Finì con quell’ala del Pd alleata con Fratelli d’Italia candidando Gino Germani come successore di Pompeo alla Provincia.

È in quella riunione che Antonio Pompeo rivelò a tutti il trappolone con cui segare il sindaco di Cassino Enzo Salera. Raccontò che lui era pronto a dimettersi con un paio di settimane d’anticipo. Consentendo in questo modo la candidatura di Salera alla sua successione. A non accendere il semaforo verde – nel suo racconto – fu l’ala maggioritaria del Partito Democratico. (Leggi qui: Provinciali, la bomba di Pompeo: «Così il Pd ha segato le gambe ai candidati»).

Segue l’indomani un vertice a porte chiuse. Con i massimi dirigenti del Partito che chiedono conto ad Antonio Pompeo di quelle parole. “Quando avresti detto che eri disposto a dimetterti Anto’?” Il racconto di quella riunione è diverso a seconda della sponda da cui lo si ascolta. Ma si andò avanti. (Leggi qui: Pd, tensione nel vertice per chiarire le accuse di Pompeo).

Le nuove accuse

Antonio Pompeo

Ora arrivano le nuove accuse. Di fronte alle quali la Direzione Provinciale non potrà continuare a fingere, non potrà continuare a risolvere nel segreto di una stanza. Perché sono accuse gravi. Seppure non circostanziate. Antonio Pompeo ieri sera alle 21 le ha affidate alla sua pagina Facebook.

Scrive: “In tanti anni di impegno politico e amministrativo non ho visto mai tanto squallore e tanta bassezza. Stanno provando in tutti i modi ad ostacolare e indebolire il nostro progetto, manipolando anche il messaggio politico, nella convinzione di poter centrare il loro obiettivo. Dimenticano, però, che l’ultimo giudice, in democrazia, sono i cittadini. Che non hanno la memoria corta”. Chi sta provando ad ostacolare Antonio Pompeo? Dall’elenco dei sospettati andrebbe escluso il Pd dal momento che nella scorsa Direzione Provinciale non una sola parola è stata detta su questo tema. Chi allora?

Domenica mattina il sindaco di Cassino ha fatto saltare il patto elettorale con il suo collega di Ferentino. Nelle prossime ore Enzo Salera annuncerà la libertà di voto al suo schieramento. Perché rischiava di esplodere in una conta pericolosa, dovuta al fatto che almeno quattro dei suoi assessori erano pronti a candidarsi in schieramenti diversi. (Leggi qui: Psicodramma Pd, l’area Salera molla Pompeo).

Non significa che Cassino non voterà Pompeo: significa che non tutta Cassino in blocco sosterrà la corsa di Pompeo per la Regione Lazio.

Pompeo: Io non ho paura

Antonio Pompeo

Nel post scrive Pompeo: “Alle tante persone e agli amici che in queste ore mi stanno chiedendo di restare in campo per difendere, con il coraggio delle idee, i nostri valori e la buona politica, io rispondo che ci sono e non ho paura”.

Chi ha chiesto ad Antonio Pompeo di non stare in campo? E cosa dovrebbe intimidirlo? La Direzione Provinciale ha il dovere di domandarglielo e di fare chiarezza. Non può lasciare solo un suo candidato, un suo dirigente, il portavoce di una componente importante seppur minoritaria.

Se qualcuno ha tentato di minare il progetto politico, Antonio Pompeo ha il dovere di dirlo alla Direzione del suo Partito: alla quale tra qualche ora dovrà indicare i nomi delle altre due candidate in rappresentanza della sua area. Gli altri, guidati dal vice Segretario regionale Sara Battisti e cioè il sindaco di Aquino Libero Mazzaroppi ed il consigliere di Ceccano Andrea Querqui, sono già in campo.

I dubbi di Quadrini

Gianluca Quadrini

Non meno agitate le acque suol fronte del centrodestra. Sono iniziate ieri sera “ventiquattrore di riflessione” per il consigliere provinciale indipendente Gianluca Quadrini. Ha avuto un lungo colloquio telefonico con il dominus di Forza Italia nel Lazio, Claudio Fazzone.

Due le versioni. Entrambe assicurano che al centro della telefonata ci siano state le strategie per la riunione di oggi dell’Egato. Una versione assicura che sia stata anche l’occasione per stemperare le tensioni e le incomprensioni che hanno portato a dividersi le strade di Quadrini e Fazzone (il primo era vice coordinatore regionale di Forza Italia). Un’ipotesi azzarda anche la possibilità di un ‘ritorno a casa‘ per Gianluca Quadrini: cioè una candidatura in Forza Italia. Nessuna conferma. Nell’elenco delle candidature consegnato dalla sub coordinatrice provinciale Rossella Chiusaroli al coordinatore regionale Claudio Fazzone c’è una nota. Dice: “Non ci sono preclusioni”.

Chi ha contattato Quadrini ieri sera conferma solo la telefonata con Fazzone per confrontarsi sugli Egato. Non altro. Ma parla di un Quadrini “molto perplesso sui passi da compiere. Ha chiesto una garanzia all’Udc e la sta attendendo. Ha ricevuto proposte da valutare e le sta valutando”.