«I vertici Fca hanno detto a Durigon l’esatto contrario di ciò che sostiene: Ecobonus crea problemi»

I nuovi retroscena sull'incontro Governo - Sindacati per il caso Fca. L'azienda ha detto al sottosegretario che Ecobonus/Ecotassa gli creavano problemi. Durigon sostiene il contrario

Punto primo: il piano industriale Fiat Chrysler Automobiles per Cassino plant quasi sicuramente verrà confermato in ogni dettaglio. Punto secondo: la cassa integrazione di questi giorni non c’entra con l’introduzione di Ecotassa ed Ecobonus, era stata programmata già da tempo perché era stato previsto il calo produttivo di questo periodo.

Allora perché tutto il baccano sollevato in questi giorni? Come mai i parlamentari Dem si mobilitano e catapultano a Cassino addirittura il capogruppo alla Camera Graziano Delrio e l’ex segretario Maurizio Martina? Cosa spinge il deputato piemonteste Stefano Lepri ad annunciare una mozione con cui chiedere a Montecitorio il cambio del provvedimento?

Dove sta il problema

Fabio Bernardini è il segretario generale provinciale dei metalmeccanici Cisl. È il sindacalista che l’altra settimana si è alzato nel corso dell’incontro con il sottosegretario al Lavoro Claudio Durigon quando il rappresentante del Governo ha detto «Non è vero che ci sia un problema con Fca, l’azienda a noi non ha detto niente». Bernardini a quel punto ha detto «Se questi sono i presupposti, l’incontro non ha ragione di essere. Me ne torno a Frosinone che ho da lavorare».

È lui a spiegare negli studi di A Porte Aperte su Teleuniverso qual è il problema. «Con gli incentivi si stimolano le persone a comprare auto nuove e poco inquinanti. È una cosa positiva. Ma in questo momento Fca non ha ancora sul mercato i suoi modelli ibridi ed elettrici, cioè quelli incentivati: logicamente gli acquirenti si orienteranno su vetture proposte da altri marchi. E questo rischia di determinare un calo nei fatturati Fca in Italia e sul teatro Emea (Europa e Nord Africa)».

Dove sta il problema? Fca ha un guadagno su ogni veicolo venduto: pertanto potrebbe decidere di puntare i suoi investimenti su aree del mondo nelle quali sa di vendere molti volumi, togliendo una parte dei 5 miliardi di investimenti in Italia per collocarli dove sono più redditizi.

Tanto per fare un esempio: sei io so che il mercato Usa mi garantisce un certo margine di redditività mi conviene investire i soldi su quell’area e non sull’Italia dove so che comunque nel 2020 venderò meno numeri.

Eccolo il problema.

Incomprensione Fca – Durigon

Il problema però è anche di un Governo che non ha le idee chiare. È emerso dal racconto dell’incontro avvento la settimana scorsa al ministero del Lavoro. Quello nel quale ad un certo punto Bernardini si alza e va via. (leggi qui Fca è farsa al ministero: «Problemi per l’Ecotassa? Invenzioni dei giornali, Manley non ce lo ha detto»).

Nel corso di quel confronto con i segretari generali provinciali dei Metalmeccanici il sottosegretario Claudio Durigon bolla come esagerazioni infondate gli allarmi su Ecotassa/Ecobonus. Rivela ai presenti di essere in contatto con Fca e dice più o meno «Io il 28 dicembre ho parlato con Cortese (è il capo del personale in Italia NdA) e con Pietro De Biasi (resposabile delle relazioni industriali Fca Italia NdA) e non mi hanno manifestato nessun problema dovuto ad ecobonus ed etotassa, abbiamo convenuto che il nuovo limite di 160 grammi d’emissioni di CO2 introdotto grazie a noi della Lega era un buon risultato».

In trasmissione, Fabio Bernardini rivela che, seguendo la scala gerarchica, informa subito dopo la riunione il suo segretario nazionale Ferdinando Uliano. Che ha una posizione molto chiara su Fca e le nuove tasse: teme si possa arrivare a tagli e licenziamenti (leggi qui Maledetta Ecotassa: «In Fca ora c’è il rischio di licenziamenti»).

Uliano alza il telefono e chiama De Biasi. Il quale, con garbo, gli assicura «Noi a Claudio Durigon abbiamo detto l’esatto contrario: e cioè che Ecotassa ed Ecobonus ci creano problemi».

Non si sono capiti.


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