I voti per la Regione che complicano la via delle Comunali

I risultati delle elezioni Comunali forniscono indicazioni precise alle coalizioni che si stanno preparando per il voto di primavera alle Comunali

Paolo Carnevale

La stampa serve chi è governato, non chi governa

Questione di ore. Il tempo di digerire i risultati elettorali delle Regionali.  E poi ad Anagni si scatenerà la lunga volata per le elezioni comunali. Fino ad oggi la consegna, su tutti i fronti, era stata quella del silenzio, per calibrare meglio le mosse in vista del dopo. Adesso i numeri sono chiari. Anche troppo. E quindi si può cominciare ragionare.

A partire da alcuni dati che sarà sempre bene avere presenti. (Leggi qui: Regionali, tutti gli eletti nel Lazio: chi entra e chi resta a casa).

I numeri per le Comunali

Foto: Marco Carli © Imagoeconomica

Il primo dato è, ovviamente, quello dell’affluenza ai seggi. In questo Anagni non si è distinta troppo dalla media nazionale. Il dato numerico parla di 7.787 votanti, pari al 45,07% degli aventi diritto. Per fare un esempio, alle Regionali del 2018 era andato a votare il 73,27%. Dati che anche ad Anagni descrivono una drammatica situazione di disaffezione.

Che non mancherà di influenzare le scelte anche a livello locale. Perché, anche se a livello regionale la percentuale è ancora più bassa (37,20% contro il 66% del 2018), se va a votare meno di un elettore su due vuol dire che a quelle persone la politica non offre più risposte. E questo è un problema di cui tutti, a partire da chi ha vinto, devono tenere conto.

Città di centrodestra

Foto: © Giambattista Lazazzera / Dreamstime.com

Andando a contare i numeri dei due campi, il risultato è chiarissimo. Anche ad Anagni il centrodestra vince; ed anche ad Anagni il partito di riferimento è Fratelli d’Italia. Che ha ottenuto 2.278 voti, pari al 32,42%, contro i 571 (5,27%) del 2018.

Una prevalenza schiacciante; sottolineata dallo smottamento della Lega, che raggranella 830 voti contro i 1.067 del 2018. Più che dimezzata Forza Italia che è il Partito del sindaco Daniele Natalia: anzi di cui è uno dei sub coordinatori provinciali: 614 voti contro i 1.505 delle precedenti Regionali.

Insomma, più che un centrodestra, un destracentro. Anzi, una vera e propria destra. Il che non vuol dire, salvo ripensamenti, che adesso cambieranno le carte in tavola per il candidato a sindaco. Che, (anche se da oggi qualcuno in città avrà il petto ancora più gonfio) resta Daniele Natalia. Se non altro perché metterlo da parte sarebbe come sconfessare tutto il lavoro fatto finora. Se poi la questione è capire se Daniele Natalia nella sua coalizione sia ancora in una posizione di forza, è tutto da vedere.

Centrosinistra complicato

Panorama di Anagni

Passando al centrosinistra la situazione (e non è una novità) è più complicata. Il dato di partenza è il risultato complessivamente positivo del Pd. Che ha ottenuto, sul territorio, 2.624 preferenze contro le 1.630 del 2018.

Il problema, per chi fa riferimento a forze politiche strutturate, è che è sparita ogni altra forza politica che si richiama a principi progressisti. I Verdi hanno ottenuto 104 voti, Azione è a 100, Demos (che esprimeva in città lo zio del sindaco, Massimo Natalia) a 84. Sono crollati i 5 Stelle, passati dai 2.733 voti delle Regionali del 2018 ai 647 del 2023.

Insomma, il Pd in città regge, ma rischia di essere condannato ad una minoranza perenne. E qui il discorso, per Anagni, si lega alle scelte per le Comunali. Che diventano il terreno delicato su cui provare a ripartire, per il fronte progressista.

I numeri Regionali di Lalla per le Comunali

Lalla Cecilia con Antonio Pompeo e Annalisa Paliotta

La prima scelta, oltre alla definizione di una coalizione forte, è quella del candidato a sindaco. Tema che vede tornare prepotentemente d’attualità la figura dell’ex assessore Lalla Cecilia. Che ha ottenuto complessivamente 4.977 voti, di cui 844 in città.

Numeri che da qualche ora fanno tornare in primo piano le voci su una sua possibile candidatura a sindaco nel Campo Civico. Ma la cosa genera almeno due problemi. Il primo è il fatto che in quello schieramento si considera ormai scontata, come frontman alle Comunali, la figura di Alessandro Cardinali. Il secondo è il fatto che adesso la Cecilia dovrà risolvere la sua contraddizione; è un candidato del Pd, Partito con cui si è schierata alle Regionali (anche se il suo mentore Antonio Pompeo lascia intendere che potrebbe andarsene), o è una civica (come si definiva lei stessa prima della sua candidatura alle Regionali)?

La partita a tre

Daniele Natalia

In tutto questo marasma, l’ultima voce è quella di contatti che, negli ultimi giorni, ci sarebbero stati tra il gruppo del Campo Civico e quello dei sostenitori dell’ex sindaco Franco Fiorito. L’idea è semplice; la presentazione di tre fronti (quello di Natalia, quello civico e quello degli amici di Fiorito) praticamente alla pari. Farebbe arrivare Daniele Natalia al ballottaggio, a discapito di uno degli altri due schieramenti. Un accordo possibile invece tra civici e fioritiani eviterebbe il rischio di uscite di scena.  

Non va infine dimenticata LiberAnagni, la coalizione più “a sinistra” dello scenario. E non è un caso che nel Pd qualcuno da tempo guardi a quel fronte per affrontare le Comunali. Il rischio è quello di giocare una partita identitaria, senza riscontri concreti. Un rischio che il mondo del Pd locale non può (forse) permettersi.