Iannarilli lascia Forza Italia: «Non sono persona gradita»

Ex deputato, ex presidente della Provincia, ex assessore e consigliere regionale, ex coordinatore: Antonello Iannarilli lascia Forza Italia. "Mi considerano persona non gradita"

«Non capisco tutto questo clamore: non rinnovo già da due anni la tessera di Forza Italia, non vado alla convention di Fiuggi… in tutta serenità mi è sembrato coerente fare anche quest’altro passaggio»: Antonello Iannarilli ostenta serenità e finge di non comprendere lo stupore suscitato dalla sua lettera protocollata nel pomeriggio.

Tre righe. Indirizzate al presidente del Consiglio Comunale di Alatri. Nelle quali dire che “I sottoscritti consiglieri comunali Antonello Iannarilli e Maria Teresa Graziani costituiscono in data odierna il gruppo Rialzati Alatri, lasciando il gruppo di Forza Italia“.

Berlusconiano dalla nascita

Il clamore invece è del tutto giustificato. Perché Antonello Iannarilli ha percorso tutti i gradini della carriera politica all’interno di Forza Italia: semplice iscritto, militante, candidato sindaco di Alatri sconfitto per una ventina di voti. Poi consigliere regionale del Lazio, assessore all’Agricoltura nel governo regionale di Francesco Storace, deputato due volte, presidente della Provincia di Frosinone.

In Forza Italia ci stava fin dalla fondazione, il suo è stato il primo circolo in provincia di Frosinone nel ’94. A Silvio Berlusconi aveva giurato eterna fedeltà e gratitudine. «Fino a quando ci sarà lui, io non andrò da nessun’altra parte» aveva detto.

È stato di parola: non è andato in un altro Partito.

Persona non gradita

Va via perché si sente «una persona non gradita all’interno di questo Partito. È finita questa esperienza. Ma non voglio fare polemiche con nessuno: ormai da due anni ho iniziato silenziosamente a lasciare spazio agli altri, evitando di essere ingombrante con la mia storia ed il mio passato».

Chi ha detto che Iannarilli non è gradito?

«Se fossi stato ritenuto una persona utile, un percorso si sarebbe potuto trovare. Quando uno è gradito lo si coinvolge: invece nessuno mi chiama o almeno questo ho percepito in questi ultimi anni. Francamente, Forza Italia può fare a meno di me ed io faccio a meno di Forza Italia».

Con Mario Abbruzzese avete sempre avuto difficoltà di relazione, ora però il coordinatore è Adriano Piacentini: possibile che non l’abbia mai chiamata?

Piacentini è quello che firma i Comunicati e gli inviti. In realtà sono altri a gestire il Partito. C’è un cerchio magico anche a livello locale. Ma, ripeto, non voglio fare polemica con nessuno: sono già due anni che sono fuori ed azzerare il partito ad Alatri mi è sembrato una scelta di coerenza.

Si aspettava che Antonio Tajani la chiamasse per le Europee? Però perché avrebbe dovuto, dal momento che lei non andava alle sue riunioni di Fiuggi?

Io non ho nulla da chiedere. Ho dato tutto quello che ho potuto. Ora continuerò a fare l’imprenditore, cioè quello che facevo prima di entrare in politica. E quello che mi sono rimesso a fare una volta uscito dalla politica. Tra qualche mese, insieme al mio gruppo, decideremo cosa fare, chi sostenere.

A partire dalla Europee?

A partire dalle Europee.

Così però sembra che stia rivendicando un ruolo in vista delle prossime elezioni.

Io per mia fortuna non ho bisogno di niente: vivo del mio lavoro e non ho bisogno di incarichi. Prendo atto che a differenza del Pd, Forza Italia non valorizza chi ha avuto una storia ed un’esperienza. Ne prendo atto, torno alle mie cose.

E tra qualche mese non voterà Forza Italia. Non sosterrà Antonio Tajani.