Il 2021 nel Golfo, tutto nel nome di Fazzone

Il 2021 ha cambiato la pelle politica al Golfo. Formia ora è governata da un fedelissimo di Claudio Fazzone. Che attraverso l'alleanza con Stefanelli ha vinto anche in Provincia. E stabilizzato il Comune di Latina. Il ruggito di Cusani. E l'Orgoglio di Agresti

Cinque comuni del sud pontino hanno subito un vero e proprio trapianto epidermico nel corso del 2021. E’ stato l’effetto del voto amministrativo del 3 e 4 ottobre. Anche se ci sono state 2 conferme elettorali tra i 5 Comuni chiamati al voto il risultato ha rappresentato comunque una linea di demarcazione rispetto al passato

Il sigillo di Fazzone su Formia

 E’ stato Formia il Comune più importante del comprensorio in cui si svolte le elezioni. Voto anticipato, dopo appena tre anni di governo. Colpa della caduta dell’amministrazione guidata dal sindaco Paola Villa, né di destra né di sinistra né grillina. Collassata il 28 dicembre 2020, l’amministrazione doveva essere rinnovata alle urne in primavera: i livelli altissimi di contagio hanno indotto il Governo a rinviare all’autunno inoltrato tutte le elezioni.   

Il sindaco Gianluca Taddeo

A Formia dieci mesi di commissariamento non sono bastati per trovare una sintesi politica, né al centrodestra né al fronte progressista. Ad ottobre, Forza Italia e Fratelli d’Italia si sono alleate nel nome di Gianluca Taddeo; invece Lega ed Udc con mezzo Pd (l’ala del 4 volte sindaco Sandro Bartolomeo) hanno schierato Amato La Mura; l’altra metà del Pd (l’ala del Segretario) ha creato un polo Progressista candidando Luca Magliozzi. Il mondo grillino ha proposto la sindaca uscente Paola Villa; i civici di centrodestra hanno schierato l’ex sottosegretario Gianfranco Conte.

Il risultato amministrativo: il nuovo sindaco è Gianluca Taddeo, architetto dipendente del Dipartimento di Prevenzione dell’Asl di Latina. È il ‘mister preferenze’ della politica formiana: ha vinto al ballottaggio con un vantaggio di 35 voti su Amato La Mura, dopo avere accumulato un vantaggio di 1800 voti dopo il primo turno. Taddeo a 46 anni è il secondo sindaco più giovane eletto alla guida di Formia, per pochi mesi lo ha preceduto Bartolomeo che venne eletto all’età di 45 anni nel 1993.

Il risultato politico: Claudio Fazzone controlla i caposaldi dell’ipotetico collegio che potrebbe nascere con la riforma della geografia elettorale legata al taglio di 350 parlamentari. Suoi sono i sindaci di Fondi, Formia, Gaeta, in un collegio che comprende anche Cassino e Terracina. Il Partito Democratico ha avviato il suo riassetto dopo l’uscita di scena del senatore Claudio Moscardelli, dimessosi da Segretario provinciale in attesa che un processo chiarisca il suo ruolo nella Concorsopoli della Asl di Latina. Il voto di Formia crea una nuova figura nel Pd, quella del farmacista Luca Magliozzi, contrapposta allo storico sindaco Bartolomeo; il ruolo del consigliere regionale Dem Salvatore La Penna in questo riordino è centrale.

Gerardo, sindaco e presidente

Gerardo Stefanelli

Il 2021 del sindaco di Minturno Gerardo Stefanelli si è rivelato davvero “meraviglioso e irripetibile”. L’unico sindaco renziano della provincia di Latina in due mesi è stato capace di centrare due risultati elettorali impensabili alla vigilia: confermato alla guida della città ed inalzato sullo scranno di Presidente della Provincia grazie all’accordo politico con Forza Italia del senatore Claudio Fazzone ed il Pd di Salvatore La Penna.

A Minturno ha vinto con il 60% dei voti. Dietro i quali c’è un intelligente ragionamento politico. Perché – come avviene in queste circostanze – il merito dell’uomo finisce quando iniziano i demeriti degli altri. Stefanelli ha permesso a Forza Italia di entrare nella sua coalizione elettorale, in cui il ruolo dominante delle liste civiche è stato pari a quello ridimensionato del Partito Democratico. Una formula che è stata la prova generale dell’alleanza replicata a distanza di due mesi quando s’è trattato di eleggere il nuovo presidente della Provincia di Latina. 

A fare il resto, negativamente parlando, ci hanno pensato Fratelli d’Italia e la Lega. Si sono presentati all’elettorato con due candidati sindaco differenti (Pino D’Amici e Massimo Moni). Stefanelli ha applicato alla lettera il motto che “tra due litiganti il terzo gode”. Sempre

Incassato il secondo successo elettorale, il sindaco di Minturno ha potuto allestire una Giunta con cui ipotecare la  candidatura, poi vincente, per essere eletto il 18 dicembre il nuovo presidente della Provincia. 

Con questa operazione, Lega e Fratelli d’Italia sono stati messi all’angolo. Il risultato delle Provinciali ha consentito all’asse Progressisti + Forza Italia di stabilizzare la claudicante amministrazione comunale di Latina rinnovata ad ottobre. Successo su tutto il fronte. (Leggi qui Provinciali: i protagonisti della vittoria a Latina).

Il terno di Giovanni 

Giovanni Agresti

L’avversario di Stefanelli alle elezioni  provinciali del 18 dicembre è stato l’imprenditore Giovanni Agresti. Era già pago per quanto era riuscito a fare il 3 e 4 ottobre: conquistando la sua terza fascia tricolore a distanza di 10 anni dall’ultima. L’elezione a sindaco di Itri era arrivata al fotofinish: grazie all’esito dell’ultimo dei dieci seggi che aveva chiuso i battenti. 

Quando era in vantaggio per una manciata di voti, l’ex sindaco Antonio Fargiorgio (“Itri Facciamo futuro”) ha dovuto ingoiare un boccone davvero amaro. Quale? Una sconfitta finale per soli 80 voti

 Itri era andato al voto con il comune commissariato. A maggio, in coincidenza della scadenza naturale della consiliatura, a staccare la spina all’avvocato Fargiorgio era stato proprio il gruppo di Forza Italia unitamente ai rappresentanti della Lega presenti all’epoca nella sua maggioranza

Trascorsi alcuni mesi, le posizioni al comune di Itri si sono invertite. Forza Italia ha deciso unilateralmente di stare fuori da tutto, soprattutto dalla Giunta. Grazie all’elezione dei consiglieri Serena Ciccarelli, Andrea Di Biase e Gabriella Dragonetti, il potente coordinatore comunale degli azzurri Michele Stamegna aveva rinnovato la richiesta – secondo un presunto accordo pre elettorale- di poter ottenere due assessorati. Gli stessi che aveva dovuto conferire a Forza Italia il sindaco uscente Fargiorgio a favore di Ciccarelli e Di Biase

La risposta di Agresti è stata intransigente: “non se ne parla proprio. Forza Italia deve accontentarsi – aveva  fatto sapere – di una sola delega assessorile.  Gli accordi sono altri e dovranno rispecchiare l’esito elettorale”.   E così è stato. In giunta è stata nominata la giovanissima ed esordiente Dragonetti , investitura che gli azzurri non hanno mai riconosciuto. 

Forza Italia così ha deciso di rinunciare alla presidenza del consiglio e di quella delle tre commissioni  consiliari.  Il sindaco Agresti nel penultimo consiglio comunale è arrivato ad una conclusione i cui effetti potrebbero arrivare nelle fasi iniziali del 2022. Dice: “Per me Forza Italia sta fuori dalla maggioranza”. Da quel momento l’imprenditore ha deciso di candidarsi a presidente della Provincia in aperto dissenso con il senatore Claudio Fazzone e con il sostegno di Fratelli d’Italia. E quello, ondivago, della Lega.

L’eterno ed indistruttibile Armando

Armando Cusani

Succedendo a se stesso, Armando Cusani a Sperlonga ha iniziato forse una sua terza stagione politica. Lo potrebbe proiettare ora a guadagnare una candidatura alle regionali del 2023.   

Il 3 ed 4 ottobre ha maramaldeggiato ai danni degli altri due candidati in lizza, Vincenzo Viola e Marco Toscano. Il primo, chirurgo all’ospedale Dono Svizzero” di Formia, era stato sostenuto da Forza Italia, da Fdi e Lega; il secondo da quella della parte dell’opposizione (la sinistra del Pd e del M5S) che aveva deciso di non sostenere la sfida di Viola. 

Anche qui le divisioni tra i due hanno fatto le fortune di Cusani e hanno finito  per rendere quello di Sperlonga un fortino elettoralmente davvero inespugnabile. Almeno per ora. 

Il dato politico è più rilevante. Armando Cusani ha resistito all’attacco elettorale mosso da un vero colosso come Claudio Fazzone: i due sono stati alleati in una delle stagioni più felici per Forza Italia. È stata quella in cui Cusani era presidente della Provincia (a Frosinone governava Francesco Scalia); Fazzone non aveva ancora la caratura nazionale di oggi ma era già una voce autorevole ed ascoltatissima nel Partito, guidava il Consiglio Regionale del Lazio e si apprestava ad entrare in Parlamento.

La frattura tra i due è diventata insanabile. Non è più solo politica ma anche umana. Cusani ha dimostrato che la tattica e la strategia in Politica non sono accessori ma elementi fondamentali. Quelli che a tanti sono mancati in questo 2021

Le urne del 2022

Cosimino Mitrano

Il 2022 sarà l’anno delle elezioni per i rimanenti comuni del Golfo, il più importante sarà Gaeta. La caccia allo scettro, pesantissimo, di Cosimino Mitrano è partita. Il sindaco uscente, unitamente al senatore Fazzone, ha deciso di puntare su uno dei suoi rampolli più fidati e collaudati, Cristian Leccese. (Leggi qui Il candidato è Leccese: la scoperta dell’acqua calda).

La coalizione in fase di allestimento è la fotocopia della maggioranza consiliare che sostiene dal 2012 Mitrano: Forza Italia- una componente del Pd e diverse liste civiche. 

A Gaeta, cosi com’è avvenuto a Formia, il centro destra non andrà unito. La Lega ha divorziato da Leccese, potrebbe fare altrettanto Fratelli d’Italia. Entrambi chiedevano l’utilizzo dei loro simboli nazionali. Un pretesto. Mitrano ha detto di no. (Leggi qui La Lega molla gli ormeggi: “Tra qualche giorno il candidato”).

Il centrosinistra è dilaniato da divisioni interne. Tutti aspettano a gennaio il congresso del Pd. Il suo esito potrebbe far pendere l’ago della bilancia a favore di uno dei due contendenti: l’ex sindaco Pds Silvio D’Amante e la professoressa di lettere Sabina Mitrano.

Nel 2022 andranno alle urne anche i cittadini di Santi Cosma e Damiano, Ponza e Ventotene. La caccia a Franco Taddeo, Francesco Ferraiuolo e Gerardo Santomauro è iniziata da mesi. 

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