Il bagno di folla per Salvini. E pure per Fiorito

Il bagno di folla per Matteo Salvini ad Anagni. Ma non c'è la fila solo per lui. Abbracci, selfie e strette di mano pure per Fiorito. Chi c'era e chi non c'era. E chi si abbracciava e chi no

Paolo Carnevale

La stampa serve chi è governato, non chi governa

Alla fine della serata di Matteo Salvini ad Anagni per lanciare i candidati alla Regione il dubbio è: “ma chi ha scelto la colonna sonora?” Perché per essere un appuntamento del 2023 si è passati (se andava bene) dai Depeche Mode ai Rolling Stones. Ma il curatore delle musiche ha deciso anche di piazzare, ad un certo punto, anche Sarà perché ti amo dei Ricchi e Poveri e Maledetta Primavera di Loretta Goggi. Puro 1981, insomma.

Magari sarà la data di nascita di qualcuno, vai a sapere.

Salvini più buffet, uguale: pienone

Quello che conta è però il resoconto politico. E quindi bisogna dire che c’era un sacco di gente. Sicuramente attirata dalla possibilità di vedere dal vivo il Capitano, che qui non passa poi così spesso. Magari attirata anche dal ricco buffet sul quale il pubblico presente si è buttato alla fine della serata; pasta al sugo decente; pizza bianca e rossa rivedibile, caraffe di vino bianco e rosso da rimandare indietro. Cosa che però quasi nessuno ha fatto, a giudicare dal numero dei bicchieri vuoti sul tavolo.

Come sempre poi, in queste serate, il gioco è quello di vedere chi c’è e chi non c’è. Anche perché le cronache avevano descritto (senza essere smentite) una Lega locale in rotta con quella regionale  e nazionale. E quindi, per evitare guai, in prima fila c’erano tutti. A partire dal vicesindaco Vittorio D’Ercole (che quindi non è sparito dai radar) e dai consiglieri comunali Elvio Giovannelli Protani e Umberto Quarmi.

C’era ovviamente anche il sindaco di Anagni Daniele Natalia  (in terza fila, ma c’era), che non ha mancato di farsi vedere mentre baciava ed abbracciava il coordinatore provinciale della Lega Nicola Ottaviani, per rispondere alle ipotesi di chi lo descrive in rotta anche con lui.

La processione per Fiorito

Franco Fiorito con Mario Abbruzzese

Presente tutta la maggioranza (anche quelli tiepidi come Magno D’Angeli e Danilo Tuffi); per la giunta, oltre al vicesindaco Vittorio D’Ercole, intravisto l’assessore Carlo Marino con un bicchiere di spumante. Insomma, tutto un abbracciarsi e farsi vedere.

Con una significativa eccezione. Quella dell’ex sindaco Franco Fiorito (in completo blu per l’occasione). Ma solo perché in quel caso sono stati gli altri ad andare ad abbracciare lui. Una processione: da Alfredo Pallone a Mario Abruzzese, passando per Riccardo Mastrangeli. Senza dimenticare le  tante persone del posto che hanno fatto, letteralmente, la fila per strette di mano, abbracci e foto. Un vero bagno di folla.  

Ottaviani in versione pizzardone

Matteo Salvini ed Antonio Angelucci

A dirigere i giochi è stato Nicola Ottaviani; dalle 20:10 quando ha iniziato a disciplinare il traffico, invitando tutti ad entrare in sala “perché Matteo sta arrivando”. Fino a quando, alle 20.15 precise, il Capitano si è palesato dal casello autostradale ed è arrivato nel piazzale dell’albergo.

Alto, un po’ smagrito, elegante (“mi sono messo in tiro per la città di Anagni”); un saluto ai carabinieri presenti e poi via di applausi.  A scaldare la folla ci ha pensato Ottaviani, rispolverando le manchevolezze  di Zingaretti, a partire dalla Tav che doveva passare di qui “ma non c’era nemmeno il progetto preventivo”.

Anche Pasquale Ciacciarelli ha fatto il suo ma la battuta sulla “sinistra che qui ha chiuso gli ospedali” forse è stata eccessiva. Perché tutti ricordano bene che all’epoca governava Renata Polverini (non proprio una del Pd) e Franco Fiorito quasi buttò giù la porta della presidenza, sentendosi preso in giro dalla Governatrice che la sera prima aveva mostrato a lui e Mario Abbruzzese la bozza del decreto in cui non si disponeva la chiusura nè di Anagni né di Pontecorvo.

La cavalcata di Salvini

Poi breve spazio ai candidati sul territorio. E quindi è stato il turno di Matteo: 25 minuti di comizio giocato sui cavalli di battaglia di sempre. Repertorio conosciuto: la lotta agli immigrati, le case per gli italiani, la giustizia che lo bracca ( “ho un’udienza il 25 marzo”); la lotta per l’italianità contro l’Europa del cibo sintetico ( ma non era a dieta?); il popolo contro la sinistra radical chic dei salotti romani.

Ovviamente spazio anche al caso Cospito ed alla televisione (buona se è Paolo Del Debbio, cattiva se è Fazio). Finale con invito al voto ed applauso conclusivo.

Poi, la sarabanda dei selfie; contate almeno 250 persone in fila per una foto col capitano. Che alla fine si è rifugiato in una saletta riservata per una cena veloce, assieme al sottosegretario Claudio Durigon e pochi altri. Fuori, la gente, finito il buffet, ha cominciato lentamente a sfollare. Il tempo per un’ultima foto di Fiorito con un gruppo di anagnini e poi via.

Si, ma chi ha scelto la musica?

error: Attenzione: Contenuto protetto da copyright