Il ballottaggio di Sora e la partita mimetizzata dei big

In teoria la sfida è tra due civici: Luca Di Stefano ed Eugenia Tersigni. Ma i partiti non stanno esattamente a guardare. Per i Dem di è mobilitato Francesco De Angelis. Luigi Vacana è in prima fila dall’inizio. Nel centrodestra i signori del voto a livello locale si muovono in silenzio. Ma con determinazione. E i leader lasciano fare.

È il ballottaggio a Sora l’appuntamento che darà la risposte politiche più importanti a livello provinciale. La sfida è tra due civici: Luca Di Stefano ed Eugenia Tersigni. Ma entrambi hanno il sostegno di esponenti politici e (è il caso di Di Stefano) di Partiti. Solo che l’appoggio è mimetizzato, a tratti sfumato. Ma in realtà in diversi si giocano molto.

Il centrosinistra diviso al ballottaggio

Innanzitutto il Partito Democratico: sostiene Luca Di Stefano, anche se non con il simbolo e non con una percentuale di primo piano. Ma c’è un indizio che  fa capire quanto la posta in gioco sia importante. In questi ultimi giorni si è mosso Francesco De Angelis, leader assoluto del Partito Democratico. Uno che scende in campo quando il gioco si fa duro.

Luigi Vacana ed Eugenia Tersigni

Mentre, schierato con Eugenia Tersigni, dal primo momento c’è Luigi Vacana, vicepresidente della provincia e punto di equilibrio di una lista civica schierata con il centrosinistra. Nella quale si sono ritrovati i fedelissimi dell’europarlamentare Massimiliano Smeriglio (molto più a sinistra del Pd), il Psi di Gian Franco Schietroma e il Socialismo Tricolore di Biagio  Cacciola. Oggi Vacana si appresta a candidare alle provinciali Christian Bellincampi, leader dei Cinque Stelle a Frosinone.

E il presidente della Provincia Antonio Pompeo, referente di Base Riformista ed esponente di spicco del Pd? Meglio il silenzio. Soprattutto da quando non ha mai smentito un possibile sostegno alla Tersigni.

Le consultazioni di Altobelli

A Sora il centrodestra è fuori dal ballottaggio. Oggi alle 11 l’avvocato Federico Altobelli che al primo turno aveva riunito Lega, FdI, Udc e Cambiamo, incontra l’ingegnere Eugenia Tersigni. Il candidato che non ha raggiunto il ballottaggio aveva inviato un messaggio sia a lei che a Luca Di Stefano. Lo scopo è quello di confrontare i rispettivi programmi ed individuare una convergenza programmatica per decidere chi appoggiare. (Leggi qui A Sora c’è la fumata grigia. A Formia quella nera).

Nessuno si sbilancia, ma è chiarissimo che i leader locali della Lega (Lino Caschera), di Fratelli d’Italia (Massimiliano Bruni) e di Forza Italia (Vittorio Di Carlo) non stanno a guardare. Come non starà a guardare Mario Abbruzzese, dirigente nazionale di Cambiamo-Coraggio Italia.

Federico Altobelli

Il tentativo avviato da Federico Altobelli è quello di dare un senso politico al ballottaggio, tenendo unita la sua coalizione. Cosa particolarmente complessa dal momento che nel secondo turno di voto escono di scena i partiti e la sfida resta confinata ai due candidati sindaco. Entrano in gioco antipatie personali, ruggini del passato, intrecci familiari che nulla hanno da spartire con l’ideologia e meno ancora con l’amministrazione.

I rumors delle ultime ore danno una Lega con due orientamenti: il dirigente cittadino Filippo Porretta ed il coordinatore provinciale Nicola Ottaviani sono orientati su un candidato; l’ex responsabile delle Manutenzioni e mister preferenza nella scorsa tornata Lino Caschera è orientato sul fronte opposto.

Fratelli d’Italia dopo l’iniziale apertura ad Eugenia Tersigni ha assunto ora una posizione più di equilibrio in attesa delle consultazioni di Federico Altobelli, senza alcuna preclusione per l’uno o l’altra candidata. Segno di due diverse sensibilità interne anche in questo caso, con l’ex delegato ai Lavori Pubblici Massimiliano Bruni che sta tenendo tutto unito in attesa del confronto.

Altrettanto è intenzionata a fare Forza Italia: attendere le consultazioni di Altobelli e poi decidere. Non necessariamente in maniera unitaria.

In questa fase tutti in silenzio, poi però si capirà chi ha votato per chi. Magari dalla composizione della giunta. O dal ruolo di presidente del consiglio comunale. I leader di tutti i partiti in realtà lasciano fare, perché la loro priorità è un’altra: avere pacchetti di voti importanti per rivendicare le candidature alla Camera, al Senato e alla Regione. Tutto il resto è materia da liste civiche e accordi trasversali.