Il Barolo al Sud: la sfida di Gianni Gagliardo

Le Langhe e Roero dietro casa. Grazie ad una degustazione con le produzioni di Gianni Gagliardo. La rinascita della Favorita. E tante bottiglie ancora

Marco Stanzione

Non invitatemi mai a bere...

La terra promessa è un luogo mentale dove spesso creiamo i nostri sogni, li confezioniamo e li riponiamo lì, in quel pezzetto di cervello che ti fa sognare. La mia terra promessa è differente, è un luogo concreto e chi segue questa rubrica lo sa benissimo. Ci sono stato diverse volte, vorrei andarci tutti i giorni ma dista circa 750 chilometri da dove sto scrivendo ora. Quindi quando a pochi chilometri dalla mia scrivania si organizza una serata dedicata alla mia terra promessa allora godo il doppio, perché non solo si parla di Langhe, ma non devo farmi 750 km per sentirmi li!

Rileggetelo, anche due/tre volte, sentite che bel suono, Langhe… Va bene la smetto e vado al dunque: succede che a San Giorgio a Liri in provincia di Frosinone è stata dedicata una serata intera ad uno dei più grandi produttori delle Langhe, Gianni Gagliardo. Quindi non solo abbiamo bevuto i suoi vini ma li ha raccontati lui in persona. Langhe

Ricerca e storia

Gianni Gagliardo

L’evento è stato organizzato da Andrea Di Stasio di Ricerca Enofood, enoteca e distribuzione interregionale di vini e cibi di qualità. E da Fabio Moretta titolare del Bar Sport. Entrambi hanno sede a San Giorgio a Liri ed è proprio nella cittadina Ciociara in una fresca serata che i famosi 750 km si sono concentrati in un brindisi collettivo assaporando Langhe e tipicità.

In una antica tenuta del centro storico abbiamo conosciuto Gianni Gagliardo che ha raccontato se stesso a cuore aperto: ”Siamo nelle Langhe da cinque generazioni e siamo viticoltori da sempre, ma è solo nel 1974 che iniziamo ad imbottigliare il nostro vino. La mia storia personale nell’azienda parte proprio da qui, dai grandi vini rossi della zona. L’azienda lavora oggi circa 34 ettari di vigneto distribuiti in quattro aree. Nelle Langhe produciamo solo Barolo, nel Roero la Favorita, antica varietà bianca recuperata dalla nostra azienda proprio negli anni 70, l’Arneis e due Nebbiolo. Nel Monferrato abbiamo iniziato nel 2017 con la Barbera”.

La degustazione: sorsi e morsi di Piemonte

Fallegro – Langhe DOC Favorita
Le portate piemontesi

Iniziamo la serata con un bel buffet, curato minuziosamente da Fabio e dal suo staff. Ad innaffiarlo l’unico vino bianco della serata, una chicca che Gianni Gagliardo rivendica con orgoglio: “Quando ho preso il testimone di mio padre alla guida dell’azienda non è solo iniziato l’imbottigliamento, ma un vero e proprio percorso di ricerca storica nei territori delle Langhe e del Roero. Per recuperare  una varietà di uva bianca che all’epoca era scomparsa, la cosiddetta Favorita. Altro non è che un Vermentino che arrivava nei secoli scorsi dalla Liguria quando era fiorente il commercio del pesce e del sale”. 

Favorita che assaggio per la prima volta questa sera e devo dire che come vino di benvenuto ci sta tutto. Non si tratta però di un vino banale, anzi. Naso di pesca bianca, mela ed erbe aromatiche, fresco al sorso con una leggerissima vivacità che scompare alla fine del bicchiere, effetto dell’affinamento sur lie per quattro mesi. Un tocco di brio da tenere d’occhio negli anni perché nonostante il suo carattere giovanile possiede una buona capacità di invecchiamento. Quindi una bottiglia bevetela subito, l’altra conservatela in cantina, magari tra 5/6 anni vi godrete una bella sorpresa.

Lazzarito Barolo DOCG 2018
La portata di salumi

Lazzarito è il top della gamma di Gianni Gagliardo, un vino che rappresenta il suo territorio in toto. Siamo nel comune di Serralunga D’Alba e le vigne di famiglia si trovano su una collina piuttosto alta, circa 300mt. Qui arriva il vento caldo del mare che a La Morra non arriva e l’esposizione al sole è praticamente continua.

I profumi sono  inebrianti: ciliegie, prugna e cachi, poi muschio e pepe bianco. Sorso potente ed elegante, un vino decisamente strutturato ma che si lascia bere davvero con notevole facilità. Questa a mio avviso è la caratteristica principale di questo Barolo: austero ma non scorbutico, forte e ruffiano allo stesso tempo. Ovviamente si tratta di una “creatura in fasce”, un Barolo giovanissimo, ma dalle prospettive molto allettanti. Se potete, anche in questo caso, prendetene sempre due bottiglie, una da bere subito, una da godere tra almeno vent’anni!

Favà Nizza DOCG 2019

Lavorare la Barbera nel Monferrato è stata una delle ultime sfide di Gianni Gagliardo. Nel Luglio del 2017 la famiglia acquisisce Tenuta Garetto, una bellissima azienda con 10 ettari di vigneto accorpato e cantina di vinificazione ad Agliano Terme. Nel cuore della zona più vocata al vitigno Barbera e della neonata denominazione Nizza, nasce Favà. Un vino che prende vita da vigne di oltre novant’anni che restituiscono al calice un prodotto di valore assoluto.

Si, certo, io prediligo il Barolo in generale ma se vi dicessi che stasera il vino che più mi ha colpito è stato questo? Non dico eresie, non sono l’unico che ha avuto questo pensiero. Al calice è rubino intenso, al naso spiccano i sentori fruttati, su tutti le note di mora e ribes. Poi cannella e cacao. Al palato rivela una freschissima acidità, i tannini sono fini e ben integrati e la persistenza è ottima. Favà è un mix di forza ed eleganza con una persistenza davvero notevole.

Morsi di Piemonte

Come avete notato stavolta non vi ho consigliato abbinamenti. La spiegazione è molto semplice, gli abbinamenti ci sono stati serviti direttamente dagli organizzatori che non hanno lasciato nulla al caso. Se la Ciociaria stasera deve profumare di Piemonte allora i morsi devono essere coerenti, quindi ad accompagnare i calici abbiamo avuto un assaggio di gustosissimi classici della cucina sabauda:  tartare di scottona con scaglie di tartufo, carpaccio di fungo porcino su capresina e polpetta di melanzana con cuore di taleggio su vellutata di pomodoro San Marzano. Poi una selezione mirata di salumi e formaggi su tagliere curati da Stefano Carlino, una vero crescendo di goduria per il palato.

Il confronto con Gagliardo

La serata volge al termine, non prima di aver svuotato altre bottiglie della degustazione, ma con discrezione, non ci siamo fatti riconoscere come al solito! Complimenti dunque all’organizzazione e ai partners, appuntamenti del genere non possono che far bene al territorio, non solo per le prelibatezze assaggiate ma per la chiacchiera ed il confronto tra noi appassionati ed il produttore in prima persona, sono momenti di arricchimento personale e collettivo. 

Consiglio di bere i vini di Gianni Gagliardo con Nothing’s  Gonna Hurt You Babe degli americani Cigarettes After Sex, un giusto connubio di atmosfera e sperimentazione.