Il Bilancio passa, la polemica resta

Il Bilancio viene approvato. Con i soli voti della maggioranza. Che è un chiaro segnale politico. Prende sempre più forma la tattica Fardelli. La polemica su chi parla per ultimo. E le stilettate di Salera a De Sanctis

Alberto Simone

Il quarto potere logora chi lo ha dato per morto

Il Bilancio passa con i 16 voti e molte polemiche. I voti sono quelli della maggioranza di Centrosinistra che governa la città di Cassino: 7 consiglieri del Pd, 5 della civica Salera Sindaco e i 2 Demos a cui si unisce ovviamente il primo cittadino. Le polemiche sono quelle sollevate dall’opposizione: finalmente ha capito che se vuole avere un’identità deve proporre una visione alternativa di città.

Nessun “aiuto” alla maggioranza giunge dall’opposizione. Che, in massa, non ha partecipato al voto finale. Cosa significa? Che Enzo Salera, giunto all’approvazione del suo terzo bilancio di previsione, può contare su una maggioranza granitica (Cosa non affatto scontata dopo 36 mesi di amministrazione). Ma i suoi progetti non sono tali da inchiodare la minoranza, imbarazzandola se non lo vota.

Il segnale politico

Luca Fardelli al centro dell’opposizione

L’altro segnale politico della giornata. È il non voto di oggi di Luca Fardelli. Dimostra plasticamente che la distanza tra il consigliere comunale ex Pd e l’amministrazione comunale rimane inalterato.

Prende sempre più corpo la previsione fatta il mese scorso da Alessioporcu.it. Luca Fardelli potrebbe essere l’elemento catalizzatore che aggrega tutto il polo degli scontenti di centrosinistra che non si riconoscono in Enzo Salera. Presentando una sua personale candidatura a sindaco? Per niente proprio. Appoggiando lealmente il sindaco alle prossime elezioni ma con una lista degli scontenti. Con cui erodergli una fetta della sua maggioranza: a quel punto Salera sarebbe costretto a confrontarsi con Fardelli ed il suo blocco di Consiglieri. (Leggi qui: Il sottile gioco di Luca Fardelli che porta all’assedio).

Che ci sia una breccia è evidente. Salera può contare su una maggioranza compatta ma non sulla cosiddetta “opposizione amica“. Non è più al suo fianco. Renato De Sanctis (civica No Acea) aveva votato favorevolmente al Previsionale nel 2020, oggi è l’alfiere dell’opposizione. E anche i consiglieri del Centrodestra Michelina Bevilacqua (FdI) e Franco Evangelista (ex Lega) hanno disertato l’Aula al momento del voto.

Si bussa al ministero

Grazie all’approvazione del Bilancio di Previsione l’amministrazione comunale potrà bussare alle porte del Ministero. E lì farsi approvare il Piano di Fabbisogno del Personale che prevede l’assunzione di ulteriori 21 unità che vanno ad aggiungersi alle 40 già entrate in servizio a valle dell’approvazione del Previsionale 2020 e 2021. Nell’assise odierna, durata oltre 5 ore – ha preso il via alle 18 ed è terminata alle 23 – è stato approvato anche il Piano Triennale delle Opere Pubbliche. Ma il dibattito più che sul futuro della città si è soffermato su questioni molto poco sostanziali e assai formali.

La prima: Giuseppe Golini Petrarcone ha fatto ritardare l’inizio della seduta chiedendo che venisse rinviata perché essendo intervenute le dimissioni di Salvatore Fontana non era in composizione perfetta. Il Segretario comunale gli ha spiegato che le dimissioni del consigliere di opposizione sono state protocollate lunedì mattina e ci sono dei tempi tecnici necessari per la surroga: gli subentrerà Laura Borraccio. (Leggi qui: Stavolta nessun ripensamento: Fontana protocolla le dimissioni dal Consiglio).

Vanno così via circa 20 minuti parlando del nulla assoluto. Al punto che Gino Ranaldi ironizza: “Questa potrebbe essere una tattica. Ogni volta che bisogna approvare un Bilancio si dimette un consigliere di opposizione così l’assise non si può celebrare e magari cade l’amministrazione perché non ci sono i tempi per fare un altro Consiglio“.

Chi parla per ultimo?

Renato De Sanctis

A seguire. È stato Renato De Sanctis ad innescare un altro dibattito: chi deve avere l’ultima parola? Il sindaco che chiude o il consigliere che fa la dichiarazione di voto? Nelle maglie del regolamento ognuno cerca di aggiustarlo a modo proprio. Ranaldi perde le staffe e va a controbattere con De Sanctis alzandosi dal suo posto. La presidente d’Aula Barbara Di Rollo spiega che bisognerà regolamentare meglio il tema: intanto oggi, approfittando del disordine, ha regnato l’anarchia con dichiarazioni di voto che sono sfociate in veri e propri interventi.

A parlare di sostanza ci hanno provato l’ex sindaco Petrarcone ed Evangelista: il primo ha notato che nel piano triennale delle opere pubbliche continua a mancare la funivia; il secondo sul fatto che prima di parlare di grandi opere bisognerebbe provvedere ad un’adeguata manutenzione.

Ma immediatamente il dibattitto è scivolato nuovamente su questini di lana caprina quando il Bilancio ha rischiato di non essere approvato per un errore di trascrizione in un foglio word che nulla cambiava dal punto di vista sostanziale. Nulla di concreto: solo un’altra ora passata a discutere di cavilli normativi. 

Tante polemiche, ma poca concretezza da parte delle opposizione. Anche se non sono mancati i momenti di tensione. “Siamo in un regime o in un assise democratica?” ha domandato stizzito Petrarcone al presidente del Consiglio Di Rollo. Che poco prima aveva così bacchettato Renato De Sanctis: “Non possiamo fare sempre queste tarantelle“. A scaldare gli animi ci ha pensato anche Benedetto Leone.

Ma il vero duello si è consumato tra Renato De Sanctis e il sindaco Salera che dopo un lungo botta e risposta ha chiosato: “La comprendo, Lei paga le sue frustrazioni come con i fallimenti del comitati No Acea. E vive di rancore con le sue verità assolute“.