Il bombardamento di Possibile e lo scacco di Tagliaferri

Il partito di Gianmarco Capogna dà l’altolà al Pd ma soprattutto a Mauro Vicano e Gianfranco Pizzutelli. Il leader di Fratelli d’Italia, con la mossa di Fabio Tagliaferri, si è ripreso il partito nel capoluogo e ora detta le condizioni. Le comunali di Frosinone sempre più ad altissima tensione.

“Non a tutti i costi”. È questa frase a certificare l’inizio del fuoco di sbarramento della “Sinistra” frusinate nei confronti dell’ipotesi di candidatura a sindaco di Mauro Vicano ma anche di eventuali accordi con liste di centrodestra.

Il segnale lo ha dato l’altro giorno Stefano Pizzutelli, di Frosinone in Comune. Il quale ha detto a Mauro Vicano di partecipare alle riunioni della coalizione se poi vuole partecipare alle primarie. Altrimenti, non se ne parla nemmeno. (Leggi qui Pizzutelli contro Vicano e Sinistra contro civiche: il caso Frosinone).

Tra le realtà che da anni sostengono il leader di Frosinone in Comune c’è Possibile. E Gianmarco Capogna, portavoce nazionale di Possibile LGBTI+ e componente del Comitato Possibile di Frosinone, ha letteralmente “bombardato” il Campo Largo immaginato dal Pd.

Il bombardamento Possibile

Gianmarco Capogna (Possibile)

Prima ha ricordato di non aver mai fatto mistero di aver intrapreso un percorso esplorativo all’interno del campo del centro-sinistra aperto alla partecipazione del Movimento 5 Stelle per le prossime amministrative di Frosinone. Poi ha sganciato il primo missile terra-aria. Dicendo: “Per quanto ci riguarda la costruzione di una coalizione di questo tipo deve avere una prospettiva capace di rappresentare un cambiamento radicale per la città anche in termini di rinnovamento politico e generazionale. Si parte dal metodo, dai contenuti, dal programma e, in contemporanea, dai criteri per l’individuazione della migliore figura capace di rappresentare questo progetto. In questo senso sì, confermo quanto è stato riportato dalla stampa e cioè che Possibile chiede una sintesi politica. Ma non una sintesi a tutti i costi e con tutti indifferentemente”.

La nostra è una posizione chiara e trasparente espressa in maniera coerente a tutti i partecipanti agli incontri di questi mesi. Riteniamo che non debbano esserci processi sovradeterminati in altre sedi e che chiunque sia interessato a prendere parte a questo percorso venga a rapportarsi col tavolo stesso spiegando quale sia la sua idea di città e quale sia il contributo che vuole portare”.

Vuol dire no a candidature calate dall’alto. Poi Capogna indica una condizione politica sine qua non: “Chi vuole partecipare a questa coalizione deve necessariamente non essere coinvolto nella maggioranza attuale. Questo proprio perché le intenzioni alla base del lavoro portato avanti in questi mesi sono quelle di costruire una piattaforma programmatica ed elettorale capace di assicurare alternativa e discontinuità”. Significa porta sbattuta in faccia al Polo Civico di Gianfranco Pizzutelli ma anche a Carlo Gagliardi e Carmine Tucci.

Altolà anche al Pd

Mauro Vicano

Specifica Capogna: “Preferiamo una sintesi politica anche in ottica di scelta della figura candidata a Sindaco/a perché rappresenterebbe un avanzamento in termini qualitativi dell’unità e della coesione della coalizione stessa. Se questo non avvenisse abbiamo anche detto che si può pensare alle Primarie, dove non avremmo problemi, con Frosinone in Comune e raccogliendo anche altri consensi, ad avanzare una nostra candidatura. Ma le primarie non possono diventare uno strumento per autocandidature mai presentate in sede di discussione politica e programmatica. Questo non per limitarne la portata democratica o l’apertura ma perché chiunque sarà candidato Sindaco dovrà essere un nome rappresentativo di tutti non solo di alcuni”.

Si tratta di un ulteriore segnale a Mauro Vicano dopo quelli lanciati nelle ore scorse all’ex Dg Asl di Frosinone ed ex presidente della Saf da Frosinone in Comune. Soprattutto si tratta di un altolà al Partito Democratico. Inizia la manovra di sganciamento? Probabile.

Il logoramento dei Fratelli

Sul fronte di Fratelli d’Italia, invece, sta prendendo forma e corpo il progetto “Tagliaferri-Ruspandini”. Ormai lo si capisce benissimo. È una manovra di logoramento alla Lega ma soprattutto al suo coordinatore provinciale Nicola Ottaviani, sindaco uscente del capoluogo intenzionato a pilotare la sua successione.

Fratelli d’Italia non accetta un ruolo subalterno. E non accetta le regole dettate da Ottaviani. A partire dalla scelta delle Primarie per designare il candidato alla successione di dieci anni di governo cittadino. Il tutto, inserito in un progetto di radicale svecchiamento del Partito imposto da Giorgia Meloni e condiviso in pieno dal senatore Massimo Ruspandini.

Dopo quanto accaduto a Ceccano, Castro dei Volsci, Anagni, Alatri mancava Frosinone. Al netto delle polemiche interne con l’ala presente in Consiglio, la macchina del rinnovamento di Fratelli d’Italian continua ad avanzare. Tagliaferri non si sta minimamente preoccupando di chi potrebbe allontanarsi. Ma solo di chi sta aderendo. E con una strategia precisa.

Luca Bottoni e Fabio Tagliaferri

Mentre gli altri Partiti sono nella palude della melina delle primarie, Fabio Tagliaferri continua a far firmare tessere di adesione al Partito. Ha già recuperato praticamente tutti i “ragazzi di An” (oggi adulti ), dal già assessore ai lavori pubblici Tonino De Luca al fedelissimo di Fazzolari (uno degli uomini più vicini a Meloni) Franco Carfagna, dal leader storico di Riva Destra Daniele Colasanti a Luca Bottoni, storico dirigente di Alleanza Nazionale. Ma ci sono anche volti nuovi come i professionisti Marco De Giorgi e Cinzia Iaboni che hanno aderito la settimana scorsa. Mentre ieri sera lo hanno fatto il veterinario Corrado Falcidia proveniente dalla Lega, e Pierfrancesco Cinelli storico esponente An della prima ora e che si era allontanato dalla militanza attiva.

 Tagliaferri sindaco dipende dal Quirinale

La tattica è quella di allargare il Partito recuperando chi negli anni se ne era allontanato preso dagli impegni quotidiani, facendo scouting nella Lega tra chi non ne è rimasto soddisfatto. Pezzo dopo pezzo, Fabio Tagliaferri sta costruendo quella che potrebbe essere una lista capace di fare la differenza alle prossime elezioni Comunali.

Reclamerà la candidatura a sindaco? Non è detto. Il presupposto politico – spiegato nel corso di una riunione politica proprio da Tagliaferri – è che “l’unità del centrodestra è un alibi del quale si sta servendo Ottaviani. Mi sembra che a due passi da noi, in nessun Comune della Provincia di Latina il centrodestra sia andato unito. Non lo ha fatto né a Terracina né a Fondi, né a Formia né a Gaeta. Tantomeno lo ha fatto alle recentissime Provinciali. Qui vogliono fregarci con delle Primarie che non fanno parte del nostro Dna”.

Fabio Tagliaferri con Corrado Falcidia

Lo scenario è chiaro. Se l’elezione del Presidente della Repubblica restituirà un centrodestra unito, Fratelli d’Italia a Frosinone sarà lealmente nel centrodestra, indicherà un suo candidato alle Primarie e non sarà Fabio Tagliaferri che in questo modo non dividerà il fronte. Ma se l’elezione del Capo dello Stato dovesse creare divisioni nel centrodestra, Fabio Tagliaferri scenderebbe in campo candidandosi come sindaco considerando il primo turno di voto come se fossero delle Primarie per decidere l’uomo su cui convergere al Ballottaggio.

Per questo il coordinatore comunale di FdI ha messo in atto la formidabile campagna di adesione avviata in queste settimane, scegliendo di non cadere nella trappola delle polemiche. Non ha mai risposto agli attacchi del Gruppo consiliare del Partito, limitandosi a dire “Nicola Ottaviani non poteva farmi miglior regalo cacciandomi dalla giunta”. Sembrava una provocazione. Invece no, faceva tutto parte di una strategia. Massimo Ruspandini voleva riprendersi il Partito nel capoluogo. C’è riuscito. Pare che ai fedelissimi abbia confidato: “La ricreazione è finita”.