Il boomerang dei parcheggi a pagamento

Cosa c'è dietro alla convocazione del Consiglio Comunale per discutere del caos parcheggi. Lo rivelano alcuni numeri. I rapporti nell'opposizione. Dove ognuno sta giocando una partita diversa. E le carte, forse erano state apparecchiate prima. Molto prima. Già ai tempi del sindaco D'Alessandro

Alberto Simone

Il quarto potere logora chi lo ha dato per morto

L’intenzione era quella di “cavalcare” e perché no strumentalizzare la questione per mettere in difficoltà l’amministrazione comunale di Cassino. Legittimo. È il gioco delle parti. In politica è difficile riuscire a sottrarsene. Ma la vicenda delle strisce blu per l’opposizione consiliare di Cassino rischia di rivelarsi un boomerang.

Per due motivi: anzitutto perchè mette a nudo, in maniera fin troppo esplicita, le divisioni all’interno della minoranza e quindi dei singoli Partiti e schieramenti. E in secondo luogo perchè dimostra la scarsa attenzione posta al bando delle strisce blu da parte degli attuali consiglieri di opposizione. 

L’opposizione divisa

Dall’alto, i consiglieri della Lega Franco Evangelista e Michelina Bevilacqua. In primo piano Mario Abbruzzese (Cambiamo / Lega) e Francesca Calvani (Forza Italia)

Ma andiamo con ordine. Nella giornata di ieri cinque consiglieri comunali hanno richiesto un consiglio comunale con un unico punto all’ordine del giorno: il servizio dei parcheggi a pagamento. Cinque consiglieri sono un quinto dell’assise: il minimo indispensabile per poter richiedere una seduta. Eppure l’opposizione vanta ufficialmente 9 consiglieri: quattro di centrodestra, quattro civici di centrosinistra (ovvero i “petrarconiani“) ed il civico Renato De Sanctis che tra il primo e il secondo turno ha siglato un patto programmatico con il sindaco Salera solo su alcuni punti specifici.

Su questa richiesta di Consiglio l’opposizione si ferma però a quota cinque. A firmare sono: Massimiliano Mignanelli, Salvatore Fontana, Giuseppe Golini Petrarcone, Mario Abbruzzese e Michelina Bevilacqua. Manca la firma di Francesca Calvani di Forza Italia. Ma, soprattutto, manca la firma di Franco Evangelista: capogruppo della Lega in Consiglio.

Dire che il gruppo consiliare della Lega è spaccato è usare un eufemismo. Michelina Bevilacqua non segue le indicazioni del suo capogruppo. Conta di avere i big provinciali del Partito dalla sua parte e un filo diretto con il coordinatore regionale Francesco Zicchieri ed il coordinatore provinciale Francesca Gerardi. E sin dall’inizio ha provato a mettere in difficoltà il suo capogruppo.

L’intoccabile Franco

Franco Evangelista

Ma Franco Evangelista è intoccabile. Non fosse stato per lui, per le sue preferenze raccolte, oggi la Lega non sarebbe neanche in Consiglio. L’ex assessore alla Manutenzione della giunta di Carlo Maria D’Alessandro questa primavera stava preparando una lista a sostegno di Enzo Salera prima che Luigi Maccaro mettesse il veto sul suo nome.

A quel punto il presidente nazionale di ConfimpreseItalia Guido D’Amico ha avuto il guizzo: si è presentato nella casa di campagna di Evangelista nella frazione di Sant’Angelo e lo ha pregato di candidarsi con la Lega. C’erano già 22 persone in lista. Il giorno dopo si sarebbero dovute consegnare tutte le candidature. Il nome di Franco Evangelista è stato aggiunto a penna insieme a quello di Dana Tauwinkelova. Ma da ventiquattresimo della lista, il 26 maggio è risultato essere il primo: con 445 preferenze è stato il più votato. Non solo della Lega, ma di tutto il centrodestra. 

Franco Evangelista però è uno poco avvezzo alle liturgie di Partito. Ne sa qualcosa Mario Abbruzzese che in tanti anni di collaborazione insieme in Forza Italia non è mai riuscito a domarlo.

Se oggi Carlo Maria D’Alessandro non è più sindaco, la colpa – o il merito, dipende dai punti di vista – è anche di Franco Evangelista che il 31 dicembre 2018 ha preteso la nomina ad assessore in quota Forza Italia scatenando la scissione del Gruppo: con lui si è schierata l’ala rimasta fedele a Mario Abbruzzese ed al sindaco, contro l’allora capogruppo Rossella Chiusaroli, il presidente d’Aula Dino Secondino ed il presidente di Commissione Gianluca Tartaglia. È stato l’inizio della fine. Dopo due mesi hanno staccato la spina all’amministrazione.

Franco Evangelista

Non ci è riuscito Mario Abbruzzese a domare Franco Evangelista e sembrano non riuscirci neanche i vertici provinciali della Lega nonostante le lamentele che giungono dalla consigliera Michelina Bevilacqua che evidenzia a più riprese come il suo capogruppo faccia una opposizione tutta sua, senza dialogo con lei e con gli altri consiglieri di opposizione.

Anche perchè Evangelista ha dalla sua la forza dei numeri. Dei voti. Quindi se ne va per la sua strada. E ha deciso di non firmare la richiesta di Consiglio comunale per parlare delle strisce blu, con buona pace di Bevilacqua e probabilmente di tutti gli alti ed altri vertici della Lega. 

Il purgatorio dei Fardelli

Ma i guai non sono solo nel centrodestra:  manca anche la firma di Luca Fardelli. Lui ormai dal gruppo di Petrarcone in cui è stato eletto ha preso le distanze da qualche  tempo. E attende alla porta che qualcuno gli apra per accomodarsi sui più comodi scranni della maggioranza.

Il fratello Marino, che un anno fa si è dimesso dalla carica di Segretario cittadino del Pd pur di spianare la strada a Luca, sta lavorando ai fianchi dell’assessore Danilo Grossi. Che ha un certo ascendente sul sindaco Salera e potrebbe convincerlo ad accettare Luca in maggioranza. Anche perchè, è il ragionamento di Grossi, com’è fisiologico in ogni maggioranza dopo il primo anno di Governo partono i distinguo dei consiglieri che iniziano a vivere di luce propria e quindi sbattono i pugni sul tavolo senza timidezza.

Luca Fardelli

Difatti qualcuno già rimprovera proprio a Grossi, Consales e Iemma di costituire il cerchio magico dell’amministrazione Salera. Meglio non stare con i numeri risicati, dunque. 

Luca Fardelli in questo periodo è in un ‘purgatorio’. Non sta in maggioranza, non sta in opposizione. Non amministra ma avanza proposte per il suo feudo elettorale Caira che vengono puntualmente esaminate e spesso approvate. A buon bisogno verrà tirato fuori dal purgatorio. (leggi qui Scontro sindaco – senatore sull’università. “Faziosi”. “Lui bruciava libri”).

Non solo divisioni politiche

Ma per adesso la maggioranza può dormire sonni tranquilli perchè l’opposizione è più sfilacciata che mai. Divisioni non solo dentro i Partiti, ma anche tra i singoli consiglieri.

La leggenda narra che Massimiliano Mignanelli, uno cresciuto a pane e politica, sia insofferente all’eccessivo protagonismo di Salvatore Fontana che in questi primi sei mesi si è voluto prendere la leadership dell’opposizione. “È accecato da Salera e Mosillo, probabilmente se li sogna anche la notte. Ma non è così che si fa politica. La politica è una cosa seria non si fa con l’odio e con il risentimento” si è sfogato con i suoi fedelissimi l’ex vice presidente della provincia Massimiliano Mignanelli.

Quindi ha fatto capire con modi gentili al suo collega di opposizione che lui fa politica in città – e prim’ancora in ateneo – da quando Fontana era un semplice imprenditore e non aveva probabilmente ancora messo piede a Cassino. È per questo che si è fatto lui protagonista di questa nuova battaglia e della richiesta di Consiglio per discutere il caso (o meglio il caos) delle strisce blu. 

Il momento sbagliato

Da sinistra in alto: Massimiliano Mignanelli, Salvatore Fontana, Giuseppe G. Petrarcone, Renato De Sanctis, Luca Fardelli

Ma probabilmente ha sbagliato il momento: per adesso gli conveniva mandare avanti ancora una volta Fontana che nella scorsa consiliatura non era in assise. Perchè quando l’amministrazione di Carlo Maria D’Alessandro ha predisposto il bando per le strisce blu oggi in vigore – correva l’anno 2018 – che prevedeva la doppia zona (A e B) che tante polemiche sta suscitando tra i commercianti e i cittadini, Massimiliano Mignanelli – così come Giuseppe Golini Petrarcone – siedeva in Consiglio comunale. E il minimo sindacale che si chiede a un consigliere comunale è quello di consultare l’albo pretorio dell’Ente. Sfogliandolo avrebbe trovato il bando e leggendolo avrebbe letto dei rincari e di come sarebbe stato rimodulato il servizio una volta entrato in vigore: ovvero l’impossibilità per gli abbonati di sostare nella zona B, quella centrale, senza fare anche loro il ticket. Tanto per citare la criticità maggiormente rimproverata.

Delle due l’una: o gli ex (ed attuali) consiglieri comunali Mignanelli e Petrarcone nel 2018 non hanno letto il bando, o l’hanno letto e non l’hanno capito.

Ci sarebbe poi la terza ipotesi: lo hanno letto, lo hanno ben capito e immaginavano che si sarebbe creato il caos: in tal modo loro  dall’opposizione avrebbero quindi potuto cavalcare la protesta dei cittadini. E strumentalizzarla a loro vantaggio. Per una loro legittima battaglia politica, però. Non per altro.

Per “gli interessi dei cittadini” un Consiglio straordinario andava chiesto al presidente Secondino nel 2018 prima che ci fosse l’aggiudicazione della gara. La richiesta di oggi al presidente Barbara Di Rollo è quantomeno tardiva. Se non inutile.