Il braccio di ferro rischioso dei Fratelli d’Italia

Il rischio è quello della lacerazione. Martedì, dopo due rinvii, il vertice di Fratelli d'Italia a Frosinone per decidere la strategia in vista delle elezioni. Ruspandini è per il gesto forte, il Gruppo lo ritiene inutile a pochi mesi dal voto. In caso di adii il senatore non si dispererebbe. La posizione di Tagliaferri

Il rischio è quello di un braccio di ferro. Violento e lacerante. Tra disciplina di Partito e realismo della concretezza. Su un lato del tavolo il senatore Massimo Ruspandini, presidente provinciale di Fratelli d’Italia, militante dalla prima ora e cresciuto a pane e destra nel movimento giovanile del Fronte della Gioventù. Sull’altro lato del tavolo il Gruppo consiliare di Frosinone; che ha aderito solo negli ultimi anni a FdI. Al centro della contesa c’è la risposta da dare al sindaco leghista Nicola Ottaviani dopo la sua decisione di revocare l’assessorato a Fabio Tagliaferri: eletto nel Polo Civico, transitato in FdI, la sua lista aveva chiesto il riequilibrio degli assessorati.  (leggi qui Niente timeout, effetto opposto: Ottaviani cambia l’assessore). 

Se qualcuno pensa che la partita sia solo per la risposta da dare a Ottaviani non ha chiaro lo scenario. La vera Partita è per la scelta del candidato sindaco da schierare la prossima primavera quando scadrà il mandato di Ottaviani. Che vuole guidare la designazione del suo successore. Mentre Massimo Ruspandini non ha intenzione di fare lo spettatore. Serve a questo la rappresaglia da mettere in campo.

La riunione è già slittata due volte. Doveva tenersi giovedì ma è stata spostata ad oggi. E ora si sposta ancora: a martedì.

Posizioni contrapposte

da sinistra Paolo Pulciani, Mimmo Fagiolo, Massimo Ruspandini e Gabriele Picano

Le posizioni politiche di Massimo Ruspandini e del Gruppo sono del tutto opposte. Il senatore ha una visione politica della questione e proiettata verso la candidatura da scegliere nel centrodestra. Il Gruppo ha una visione più amministrativa, proiettata dalla consiliatura in atto e da ultimare.

Il problema sta anche nella formazione politica dei due contendenti al tavolo. Ruspandini è FdI fino al midollo. Il Gruppo no. Il capogruppo Domenico Fagiolo viene dalla civica Forza Frosinone, ha aderito alla Lega dove è stato vice coordinatore provinciale.Il consigliere Maria Rosaria Rotondi viene dalla civica Lista Ottaviani, anche lei ha aderito successivamente alla Lega sfiorando l’elezione in Provincia. L’assessore Pasquale Cirillo era candidati in Alternativa Popolare di Alfredo Pallone.

Nessuno di loro si è stracciato le vesti quando il sindaco Ottaviani ha accolto la richiesta del Polo Civico e gli ha restituito l’assessorato venuto a mancare quando Fabio Tagliaferri si è spostato in FdI.

Nessuna dichiarazione ufficiale. Ma le posizioni sono chiare: Ruspandini vorrebbe che si valutasse l’opzione di ritirare la fiducia a Nicola Ottaviani. Questo darebbe un peso diverso ai Fratelli d’Italia nel tavolo del centrodestra che indicherà il candidato sindaco per la successione. Il Gruppo è convinto che non avrebbe senso uscire dalla maggioranza a sette mesi dal voto.

Dove si rischia la rottura

Fabio Tagliaferri e Pasquale Cirillo

Domenico Fagiolo è noto per la caratteristica di ragionare con la sua testa e non con quella del Partito. Anche Pasquale Cirillo non seguirebbe il Partito solo per disciplina, lo farebbe se ci fosse un ragionamento politico capace di convincerlo. Ed in questo momento non c’è.

Allo stesso tempo, Massimo Ruspandini mette il Partito prima di ogni altra cosa. Ed in caso di un’uscita di Fagiolo, Cirillo e Rotondi non avrebbe alcuna crisi di disperazione. Gli verrebbe, semmai, se andasse via qualcuno dei giovani che in questi anni ha valorizzato e portato a vincere le elezioni nella scorsa tornata.

Quello tra Partito e Gruppo non è l’unico rischio di rottura: Fabio Tagliaferri ha deciso che o si candida per diventare sindaco o non si candida affatto. Nemmeno per tornare in Consiglio comunale. Ed intende candidarsi a prescindere da Fratelli d’Italia: con o senza il suo simbolo, con o senza la sua benedizione.

A tentare una sintesi sarà il responsabile regionale del Partito, l’onorevole Paolo Trancassini. Non sarà facile.