Il cannibalismo del Pd

 

 

Non c’è spazio per tutti quanti.

Lo schema vero dell’intesa in prospettiva tra Francesco Scalia e Francesco De Angelis è questo: il primo capolista alla Camera dei deputati, il secondo elemento di punta nella lista delle preferenze. Ovviamente Scalia farebbe riversare tutti i suoi voti sul presidente del Consorzio Asi.

Ma questo comporterebbe dei “danni collaterali” a caro prezzo. Il presidente della Provincia Antonio Pompeo potrebbe sì candidarsi alla Regione Lazio, ma soltanto “contro” Scalia, perché quest’ultimo, per non urtare la suscettibilità di De Angelis e non mettere a rischio l’intesa, ha la necessità di dare il via libera a Mauro Buschini per la riconferma.

Simone Costanzo dovrebbe sudarsi la conferma alla segreteria (la candidatura di Domenico Alfieri è stata studiata da Scalia in vista di un’intesa con De Angelis) e difficilmente si candiderebbe alla Camera. Potrebbe provare alla Regione come esponente del cassinate.

Maria Spilabotte ha capito tutto da tempo e infatti sta agendo direttamente a Roma. Come il deputato Nazzareno Pilozzi, che sta cercando di entrare nelle grazie del Giglio Magico di Matteo Renzi.

Sara Battisti, presidente del Pd provinciale, non vuole sentire ragioni: candidatura alla Camera, sperando nel meccanismo delle quote rosa. Ma i silenzi dei leader su questo aspetto l’hanno innervosita non poco.

Domani ci sarà il vertice a Roma con il segretario regionale Fabio Melilli. Si dovrebbe fissare la data del congresso provinciale.
Dal muro del silenzio imposto dai generali alle truppe qualche crepa emerge. Si mormora che Francesco Scalia, nel caso al congresso si andasse con il tesseramento 2015, potrebbe cercare l’offensiva con gli esponenti dell’Ncd e di altre formazioni centriste. Tutti nel Pd, a prendere la tessera, per il congresso.
Ai suoi più stretti collaboratori il senatore ha confidato: “L’accordo con De Angelis c’è e reggerà. Ma fidarsi è bene, non fidarsi è meglio”.

Democristiano? Di più!