Il capolavoro tattico che porta Romoli – Di Stefano sul tetto dell’Upi

Come si è arrivati alla vittoria di Romoli e Di Stefano al vertice dell'Upi Lazio. La manovra del centrodestra. Che non ha sostenuto il presidente di Frosinone. Le manovre di Quadrini, il rinforzo di Vacana, il ruolo di Pittiglio. Una certezza: il nucleo Pd di pensare Democratico

Carlo Alberto Guderian

già corrispondente a Mosca e Berlino Est

Adesso è chiaro. Ora si capisce perché Luca Di Stefano ha proceduto a rallentatore nell’assegnare le deleghe in Provincia di Frosinone. Non era indecisione, non era prudenza, nemmeno disinteresse. Era tattica. Svelata solo nel pomeriggio a Palazzo Valentini di Roma: nel corso dell’assemblea delle Province del Lazio, convocata per eleggere i suoi nuovi organismi dirigenti. È lì che Luca Di Stefano ha smascherato i giochi.

I consiglieri provinciali della Lega e di Fratelli d’Italia di Frosinone non lo hanno appoggiato nella corsa alla vice presidenza. Sono mancati i voti di Andrea Amata di Atina (Lega), Stefania Furtivo di Pofi e Riccardo Ambrosetti di Anagni (entrambi di Fratelli d’Italia). A Di Stefano ed alla sua cordata è mancato anche il voto dell”ex FdI Alessandro Cardinali (Anagni): presente per delega, il consigliere di Latina che lo rappresentava ha abbandonato l’Aula al momento del voto. Così come sono mancati i voti di Antonella Di Pucchio di Isola del Liri (Pd di Pompeo) che aveva delegato Ambrosetti e di Giuseppe Pizzuti di Alatri (Lega) che aveva delegato Amata.

Vince Romoli – Di Stefano

Luca Di Stefano

Il presidente della Provincia di Viterbo Alessandro Romoli (Forza Italia) è il nuovo presidente dell’Unione Province Italiane del Lazio. Il suo vice è il presidente della Provincia di Frosinone Luca Di Stefano (civico). A sostegno del loro ticket si è schierato il sud del Lazio: lo hanno appoggiato Di Stefano ed il presidente della provincia di Latina Gerardo Stefanelli (Italia Viva). Sull’altro fronte il centrodestra ha appoggiato la cordata che sosteneva l’elezione della presidente leghista della Provincia di Rieti Roberta Cuneo: per lei hanno fatto massa Fratelli d’Itala e Lega.

L’elezione di Romoli e Di Stefano è maturata termine di una conta all’ultimo voto, sul loro nome sono confluiti i voti degli amministratori Pd, del Terzo Polo e di Forza Italia.

Ma è stato un concentrato di strategia. Che ha avuto come elemento centrale della partita il presidente dell’Aula del Consiglio Provinciale Gianluca Quadrini.

Il capolavoro di Quadrini

Gianluca Quadrini e Luigi Vacana

È stato lui a presidiare Palazzo Valentini. Con un elenco di deleghe in tasca che gli consentivano di calare l’asso sull’accordo: quello che metteva insieme i presidenti di Viterbo e Frosinone. Un patto che seguiva il principio non scritto dell’alternanza, consuetudine sempre rispettata: l’uscente è Antonio Pompeo di Frosinone, alternanza vuole che tocchi ad un esponente del nord.

Ma dopo pochi minuti di discussione Gianluca Quadrini ha capito che qualcosa si stava muovendo alle loro spalle. Ha tastato il polso. Percepito che era in atto una manovra di marca politica: Fratelli d’Italia e Lega pronte a ribaltare il tavolo e spingere al vertice di Upi Lazio Roberta Cuneo.

Si è fatto due conti. Ha capito che gli occorreva un uomo di manovra. Ha preso il telefono e chiamato il vicesindaco di Gallinaro Luigi Vacana. Nella tasca, Quadrini aveva anche la sua delega: “Vieni qui, vota in presenza e raccogli queste altre deleghe, altrimenti non ce la facciamo”.

In provincia di Frosinone a fare squadra con Quadrini c’è il sindaco di San Donato Valcomino Enrico Pittiglio, capogruppo Pd in Provincia. È l’uomo dietro alle linee che coordina sul territorio. E garantisce a Quadrini le firme che gli occorrono. Entrambi sanno di avere una certezza: i voti dello zoccolo duro del Partito Democratico, la parte di Pensare Democratico (Francesco De Angelis e Sara Battisti) che ha portato alle sue elezioni a presidente della provincia lo scorso dicembre.

Lo scontro frontale

Valentina Cambone con Vacana, Romoli e Quadrini

Quella dei leghisti e degli esponenti Fdi ciociari non è stata una manovra all’acqua di rose. hanno tentato di disarcionare il loro presidente. Al momento del confronto hanno detto No con convinzione. Sostenendo che non ci fosse alcun accordo e che Luca Di Stefano non fosse un interlocutore politico abbastanza presente.

Sono stati Gianluca Quadrini e Luigi Vacana a ribattere insieme alla vice presidente della provincia di Frosinone Valentina Cambone. Citando i vari incontri avvenuti nelle settimane ed i mesi recedenti. Chiaro che la manovra di Amata, Furtivo e Ambrosetti fosse una specie di passaggio delle forche caudine: tu non ci assegni le competenze da tre mesi, noi di affondiamo sulla via dell’elezione all’Upi.

Hanno azzannato. Ma non hanno voluto affondare il morso. Non hanno votato Roberta Cuneo. Sono usciti dall’aula.

Ora la sinergia

Desidero esprimere la mia più profonda gratitudine a tutti coloro che hanno contribuito alla mia elezione a vicepresidente dell’Upi. Come anche le mie congratulazioni l’augurio per un mandato foriero di soddisfazioni al Presidente Alessandro Romoli. Sono consapevole delle sfide che ci aspettano, – ha detto il Presidente della Provincia, Luca Di Stefanoma sono anche convinto che in sinergia possiamo superarle e raggiungere grandi risultati per tutte le province italiane e per la Provincia di Frosinone e tutti i suoi cittadini. È fondamentale, infatti, rendere l’UPI sempre più forte e rappresentativa delle esigenze e delle aspettative dei nostri concittadini“.

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