Il Cardinali che rischia di far saltare tutto il concistoro di Natalia

Oggi i risultati delle Provinciali. A prescindere dai quali rischia di esplodere la bomba politica rappresentata da Alessandro Cardinali. Nelle prossime ore annuncerà un polo conservatore. Mentre lunedì nascerà il campo largo dei Progressisti ad Anagni. E Natalia si trova tra due fuochi

Franco Ducato

Conte del Piglio (ma non) in Purezza

A prescindere dal risultato. La decisione di Alessandro Cardinali, influente consigliere comunale (per adesso) di opposizione al comune di Anagni, di candidarsi alle Provinciali con la lista del Polo Civico, rischia di avere effetti dirompenti per gli equilibri politici della città dei papi (e non solo) anche in vista delle comunali del 2023.

Riassumiamo

L’elemento di partenza è la decisione di Alessandro Cardinali di correre per un posto a piazza Gramsci gareggiando con la lista del Polo Civico. Una scelta del tutto legittima, persino ovvio sottolinearlo. Se non fosse che Alessandro Cardinali risulta, al momento, almeno in via ufficiale, esponente del partito di Fratelli d’Italia. Sotto il cui stemma venne eletto alle comunali del 2018 (con 430 voti, il secondo più votato di tutto il Consiglio, dietro solo a Vittorio D’Ercole, della Lega, primo assoluto con 459 preferenze).

Ambrosetti e Cardinali

Da allora, come è noto, i rapporti tra Cardinali e Natalia si sono guastati, fino al ritiro delle deleghe ed alla conseguente uscita dalla maggioranza. Con la decisione di Cardinali di passare tra le fila dell’opposizione. Sempre però stando con Fratelli d’Italia. Che continua ad avere un suo gruppo in maggioranza, che esprime, oltre a Riccardo Ambrosetti, anche il Presidente del consiglio comunale Davide Salvati. (Leggi qui Cardinali innesca l’effetto domino sul governo Natalia. E anche qui: E Cardinali ora deve dire con quale Papa vuole stare).

Una situazione quantomeno paradossale. Che più volte ha fatto pensare che il Partito della Meloni, a livello locale ed anche più in alto, dovesse intervenire per sanare questa situazione. Cosa che non è stata fatta, non si sa bene perché.  

Il salto del fosso

Il mese scorso è arrivata la decisione di Cardinali di saltare, almeno per le Provinciali, il fosso. Decisione legittima, conviene ripeterlo ancora. Ma che presupporrebbe un’automatica rottura del cordone con Fdi.

Cardinali, di suo, lo ha detto. Chiarendo che, dopo le elezioni  ci sarà, per quello che lo riguarda, una scelta di campo in senso civico. La questione è perché, un minuto dopo la decisione di candidarsi con Polo Civico, i vertici locali e provinciali di Fdi non lo hanno messo alla porta.

Non volevano creare polemiche? Non erano in grado di farlo? Al momento non si sa. L’unica cosa certa è che i vertici locali del Partito non ci fanno una bella figura. Dimostrando di non essere stati in grado di gestire, fatti alla mano, una patata bollente di un certo peso.

Effetti sul tempo medio

Valeriano Tasca

Ma la mossa di Cardinali potrebbe avere effetti anche nel tempo medio. L’obiettivo del consigliere, per ora solo accennato, ma comunque non smentito, è infatti quello di creare un polo conservatore di centro destra alternativo a quello di Natalia per le comunali del 2023.

Cosa che potrebbe alterare parecchio gli equilibri in città. Perché fino a quando a fare il polo conservatore alternativo sono dei civici con la presenza, al massimo (con tutto il rispetto), di Valeriano Tasca di Casapound, è un conto. Se si aggrega anche un peso massimo ( politicamente) come Cardinali, la storia rischia di cambiare parecchio.

Anche perché domani è in programma una riunione delle forze che dovrebbero creare il campo largo del centrosinistra, Pd in testa, per le comunali del 2023. La novità è che, dopo la tregua interna siglata giorni fa dal segretario provinciale Luca Fantini in seno al Pd locale, all’incontro dovrebbe partecipare, dopo diverse assenze, anche il gruppo che fa riferimento a Cittatrepuntozero.  

Se si dovessero superare le fibrillazioni che hanno caratterizzato la galassia democrat negli ultimi tempi, ed i progressisti dovessero arrivare ad un gruppo coeso senza dispersioni, allora il quadro complessivo sarebbe tutt’altro. E la (quasi scontata, al momento) riconferma di Natalia non sarebbe più così inevitabile.

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