Il caso Palermo ed il loop che tiene il Frosinone in sospeso (di L. D’Arpino)

Il nuovo ricorso del Palermo provoca la reazione del Frosinone. Che ora chiede l'intervento della magistratura amministrativa. Una via senza ritorno. Unica possibilità di risvegliarsi da un incubo e riprendere finalmente a godere le partite di calcio

Luciano D'Arpino

Giornalista, Regista e Autore teatrale, dirige la redazione di Frosinone de 'Il Messaggero'

di Luciano D’ARPINO

per IL MESSAGGERO

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Aiuto: Frosinone è caduta in un “loop” da cui non riesce ad uscire! In musica un loop è una sequenza di suoni che si ripete ossessivamente, nel mondo delle fiabe corrisponde a un incantesimo che sospende il tempo e che fa ripetere sempre la stessa azione all’infinito.

Il “loop” che tiene prigioniero Frosinone è il caso Palermo: la famigerata finale playoff per la Serie A che la squadra giallazzurra ha vinto meritatamente sul campo il 16 giugno scorso, con tanto di tre palloni antisportivi lanciati in campo e invasione festosa.

Da lì è iniziata la sequenza infernale che si ripete ormai da tre mesi sempre uguale. Uno: gioia per la promozione in Serie A. Due: angoscia e fiato sospeso per le ripetute denunce del Palermo che chiede la partita vinta a tavolino e la retrocessione. Tre: speranza che si riaccende dopo le sentenze del giudice sportivo che punisce i ciociari ma non dà ragione ai siciliani.

Anche questa settimana è stato così ma ora patron Stirpe ha deciso di provare a spezzare questo circuito abbandonando la giustizia sportiva per rivolgersi a quella ordinaria ricorrendo al Tar.

Il tutto con un frasario da guerra imminente «BASTA ai soprusi, BASTA alle ingiustizie».

Ha fatto bene? Noi pensiamo di sì ma solo il tempo potrà dirlo. Di sicuro, è stata imboccata una strada senza ritorno, ma tanto la seconda promozione in SerieA è stata già rovinata da questo continuo stato di incertezza: altre partite a porte chiuse? Punti di penalizzazione?

Un’impresa è stata trasformata in un incubo. Speriamo di risvegliarci presto e di scoprire che l’orologio ha ricominciato a segnare il tempo.

Il “loop” è bello quando dura poco.

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