Il caso Sora e perché nel centrodestra non si fa mai giorno

Indipendentemente da come finirà a Sora, il quadro è delineato: la coalizione non esiste. I Fratelli d’Italia sono fortissimi ma isolati, Mario Abbruzzese (Coraggio Italia) tratta su tavoli diversi senza confini, Forza Italia ha bisogno di un uomo solo al comando e non dell’attacco a tre punte. Nella Lega Claudio Durigon di tutto aveva bisogno meno che di ulteriori grane. O Nicola Ottaviani prende in mano la situazione adesso, oppure il Carroccio locale rischia la balcanizzazione.

Non è più importante, sul piano squisitamente politico e di coalizione, sapere se a Sora il candidato sindaco del centrodestra sarà Giuseppe Ruggeri o se invece alla fine verrà cambiato, magari sul filo di lana. Sarà importante per le dinamiche di Sora, ma non più per un centrodestra provinciale che ha dimostrato ancora una volta di non essere coalizione. Malgrado un potenziale elettorale molto forte. (Leggi qui A Sora salta tutto. La lettera della Lega: “Con Ruggeri si perde”).

Non è un segreto che Coraggio Italia a Sora preferirebbe mettere in campo l’imprenditore Alberto La Rocca. In queste ore succederà di tutto e di più, smentite e mezze smentite si inseguiranno. Ma non potranno cambiare un quadro di centrodestra allarmante per tutti.

La Lega in correnti, non solo a Sora

Claudio Durigon e Lino Caschera

La Lega è a pezzi, proprio nel momento di maggiore difficoltà di Claudio Durigon come sottosegretario al Mef. Ma Durigon è anche il coordinatore regionale e in questo momento di tutto ha bisogno meno che di ulteriori problemi.

Resta il fatto che in queste settimane non c’è stata una sola presa di posizione unitaria del Carroccio. Cioè del coordinatore provinciale Nicola Ottaviani, di quello organizzativo Pasquale Ciacciarelli (consigliere regionale), dei deputati Francesco Zicchieri e Francesca Gerardi, del senatore Gianfranco Rufa. Non c’è stata perché l’amalgama non esiste. E il gioco di squadra neppure. È emblematico uno dei passaggi della lettera inviata dalla Lega di Sora a Claudio Durigon: evidenzia i Like messi dall’account dell’onorevole Zicchieri sotto ai post del candidato sindaco Luca Di Stefano che fino a prova contraria è un avversario.

Il gioco di squadra non esiste e non può esistere perché la Lega in provincia di Frosinone non è cresciuta gradualmente come nel Nord. Per consentire una crescita analoga era stato vietato a lungo l’ingresso per chi proveniva dagli altri Partiti, salvo poi accorgersi che trovando le porte chiuse i transfughi andavano a bussare a FdI. Aprendo le porte tutte insieme la Lega è cresciuta numericamente, ereditando però i limiti ed i mali della Forza Italia che ha letteralmente fagocitato.

Tutti negheranno ma Claudio Durigon e Francesco Zicchieri sono su due sponde interne opposte. Nicola Ottaviani tenta di garantire l’equilibrio, tra lui e Pasquale Ciacciarelli si è ricreata la stessa contrapposizione interna che li aveva divisi in Forza Italia, dalla quale entrambi provengono. L’onorevole Gerardi è in sintonia con Zicchieri, il senatore Rufa con Durigon. A Cassino il capogruppo Franco Evangelista se n’è andato perché non voleva rispondere a nessuno.

Ora il Carroccio corre un rischio serio: prendere pochi voto di lista ad Alatri e Sora e quindi subire un ridimensionamento al tavolo delle trattative del centrodestra.

Le radici dei Fratelli

Massimo Ruspandini ed i big FdI

Fratelli d’Italia non sta sbagliando una mossa sotto questo punto di vista e il senatore Massimo Ruspandini si è dedicato completamente al radicamento nel territorio. Il punto di svolta è stata le decisione di affidare il timone del Partito al senatore Ruspandini promuovendo Paolo Pulciani al Regionale. La presenza di Ruspandini ha inviato un segnale forte a tutti i neo arrivati: In FdI c’è spazio per tutti, non c’è spazio per le correnti interne, la linea è una soltanto ed è quella tracciata da Giorgia Meloni e interpretata dal presidente provinciale. Fine della lacerazioni. (Leggi qui La metamorfosi di Fdi e Ruspandini: il ‘Giorgia’ di Frosinone).

Pur tuttavia il partito di Giorgia Meloni può restare isolato nella coalizione provinciale. Forte ma isolato. E così non si va lontano. Quanto sta accadendo a Sora ne è la dimostrazione.

Forza Italia ed i suoi ex

Mario Abbruzzese

Mario Abbruzzese, dirigente regionale di Coraggio Italia, continua a tessere tele e a trattare su più tavoli di confronto. A Sora ma anche altrove, trovando peraltro sponde importanti nella Lega. Cioè il consigliere regionale Pasquale Ciacciarelli. Una situazione che non piace ai Fratelli d’Italia di Ruspandini.

Quanto a Forza Italia, è arrivato il momento che il senatore e coordinatore regionale Claudio Fazzone punti su uno solo per quanto riguarda la guida politica del Partito nel territorio. L’attacco a tre punte (Daniele Natalia, Adriano Piacentini, Rossella Chiusaroli) ha esaurito il suo compito, ora gli “azzurri” hanno bisogno di una leadership locale riconosciuta. Altrimenti resteranno marginali. Pur avendo sindaci, assessori, consiglieri ed elettori.

A meno che Claudio Fazzone intenda gestire in prima persona il Partito anche in provincia di Frosinone. Se è così deve rendersi conto che qualcosa inizia a sfuggirgli: la coalizione messa in piedi a Sora si teneva con la colla, nemmeno di buona qualità. E questo era sotto gli occhi di tutti. Perché era un’alleanza calata dall’alto mentre quelle solide nascono dal basso.

Il problema non è il candidato a Sora

Non è più importante sapere come andranno a finire le cose a Sora per la candidatura a sindaco. Il centrodestra non esiste come coalizione in Ciociaria.

Adesso però il pallino è nelle mani della Lega. Claudio Durigon non può permettersi altri passi falsi. Il coordinatore provinciale Nicola Ottaviani dovrà provare ad imporsi nel ruolo. Ma non sarà affatto facile.