Il cavallo di Troia che nessuno decise se accettare

È vero che a cavallo donato non si guarda in bocca. Ma non per questo tutti i doni vanno accettati a scatola chiusa. Ce ne sono alcuni che riguardano un'intera città. E vanno discussi in Aula. Come insegna Virgilio con il suo Laocoonte

Lidano Grassucci

Direttore Responsabile di Fatto a Latina

Aut haec in nostros fabricata est machina muros
Inspectura domos venturaque desuper urbi,
Aut aliquis latet error: equo ne credite, Teucri.
Quidquid id est, timeo Danaos ed dona ferentes

 Laocoonte di fronte ai troiani

I versi sono di Virgilio. Li scrisse nella sua Eneide: per la precisione nel libro II, versi 46-49. La traduzione per chi non fosse aduso ai classici è “Questa è macchina contro le nostre mura innalzata, e spierà le case, e sulla città graverà: un inganno v’è certo. Non vi fidate, Troiani. Sia ciò che vuole, temo i Dànai, e più quand’offrono doni”.

Il varco dell’isola pedonale

Leggo un articolo dell’amico Andrea Apruzzese su Il Messaggero. Si discute sull’isola pedonale che c’è a Latina: come in ogni città, lo stop alle auto in un’area del centro divide tra voci favorevoli e voci contrare. Che qui sono tante. Nell’articolo c’è scritto che l’isola si allarga. Mi dico, in Comune vivono altrove.

Faccio questo sporco lavoro da mezzo secolo quasi e l’occhio mi va sulle frasi buttate tra virgolette nel testo. In genere servono solo a lardellare e farlo arrivare alla lunghezza tipografica giusta. È raro che la politica – non solo a Latina – si lasci sfuggire parole degne di restare nella memoria. In questo caso però vale la pena fare un approfondimento: le parole virgolettate sono dell’assessore Gianluca di Cocco. Mi pare abbia delega al Turismo e alla Marina, quindi non  all’Arredo Urbano o alla Viabilità. Annuncia che nell’area antistante il cinema Giacomini al posto degli stalli verrà un monumento “gentilmente” donato dal Rotary.

Il monumento di Laocoonte

Pier Francesco Favino nei panni del comandante Salvatore Todaro sul set del film

Una monumento. Che monumento? Fosse la statua di Putin? O fosse quella di Mefistofele? A me piacerebbe un monumento ad Andrea Costa primo deputato socialista a cui già è intitolata già la strada.

Che monumento fanno quelli del Rotary? Perché loro? A sapere di un monumento avrei coinvolto i miei compagni socialisti a avremmo fatto appunto una statua ad Andrea Costa. Se non andava bene coinvolgevo i setini di Latina e lo facevamo, il monumento, a Guido Bernardi che di questa città è stato sindaco, setino di nascita, andreottiano senza se e senza ma. O in accordo col vescovo facevamo una bella statua a Leone XIII. Il papa delle cose nuove che era di Carpineto e la mamma era di Cori: “I Papa nostro” come diciamo noi.

In questo tempo c’è un bellissimo film con Pierfrancesco Favino che indossa i panni del comandante italiano di sommergibili Salvatore Todaro, il marinaio che faceva la guerra al naviglio nemico ma non agli uomini di mare con indosso una divisa diversa dalla sua. Per questo, invece di lasciarli affogare dopo avergli cannoneggiato il piroscafo Kabalo li trainò quattro giorni sulle scialuppe fino ad un porto sicuro. E per lo stesso motivo, nonostante la rampogna del comando germanico, quando alla missione successiva affondò al largo delle canarie il piroscafo Shakespeare fece lo stesso con quegli altri uomini di mare altrimenti condannati a morte certa.

Mi pare che Di Cocco sia di Fratelli d’Italia: allora sulla scia del successo cinematografico di Todaro facciamo in monumento ad Alessandro Marchetti, l’ingegnere di Cori che ha disegnato gli aerei italiani della Seconda Guerra Mondiale. Sono patrioti, mettiamo pagine di storia patria e stiamo pure sul pezzo.

Una cosa è casa, una cosa è la piazza

Il monumento ad Andrea Costa

Magari il nostro monumento era più bello: perché quello del Rotary si a scatola chiusa ed il nostro no? Perché la domanda è proprio questa: che monumento è, dove sono i bozzetti, come si incastra nel contesto urbano, il mio compagno Massimo Rosolini che ne dice. Le Belle Arti? Il Consiglio comunale lo sa?

Il tema è esattamente questo: a casa mia metto la statua, i quadri che voglio. Pensate, mia madre mise una terrificante aquila sul cancello; io in camera mia misi una gigantografia di Riccardo Lombardi. Era la stanza mia… Ma una città  e casa di tutti stabilire che monumento mettere è fondamentale. Per questo deve essere scelta condivisa. Portata in Aula e votata: meglio se approvata all’unanimità ma anche a maggioranza è simbolo di democrazia.

Ringrazio i Rotariani, gli voglio bene sono stato anche socio ma la loro voce è la medesima di altrui sodalizi cittadini, come il Latina calcio che magari vorrebbe fare una statua a Vincenzo D’Amico.

Dice, ma davanti ad un regalo… Ulisse regalò a Troia un cavallo.

(Foto di copertina: Laocoonte e i suoi due figli lottano con i serpenti / Musei Vaticani © DepositPhotos.com).