Il centrodestra e il tabù degli enti intermedi

La votazione sul bilancio della Saf fa riemergere le difficoltà della coalizione in questi contesti. Eppure i rapporti di forza tra gli amministratori non sono tanto diversi. Il segnale forte di Fratelli d’Italia e le titubanze degli altri.

La votazione dell’assemblea dei soci della Saf ripropone il tema dei rapporti di forza negli enti intermedi. Intanto erano presenti 55 dei 92 aventi diritto (i 91 Comuni e la Provincia): vuol dire che 37 sono risultati assenti. La votazione si è chiusa con 50 voti favorevoli al bilancio e 5 contrari. (Leggi qui Top e Flop, i protagonisti del giorno: 26 luglio 2021).

Al di là dei distinguo di natura tecnica e di tutto il resto, il centrodestra fatica ad imporre la propria linea.

I conti del centrodestra non quadrano

Certamente i Comuni amministrati dalla coalizione sono decisamente di più rispetto ai 4 che si sono detti contrari al documento contabile. E cioè Frosinone, Ceccano, Patrica e Ripi. Il quinto, Arpino, vota no per una questione di carattere contabile sul computo degli interessi ed è strettamente legata al suo Bilancio Comunale, non è una decisione politica.

Ma in ogni caso il centrodestra negli enti intermedi non ha la maggioranza. E’ successo più volte alla Saf, ma anche all’Asi e al Cosilam.

Se oggi si guarda a quelli che possono essere pure gli scenari nazionali, allora in Ciociaria bisognerebbe che si confrontassero Fratelli d’Italia, Lega, Forza Italia e Coraggio Italia. Ma questo non succede con regolarità.

Poi ci sono altri distinguo importanti da fare. Soltanto Fratelli d’Italia ha tenuto la posizione in maniera compatta: Roberto Caligiore (Ceccano), Lucio Fiordalisio (Patrica) e Piero Sementilli (Ripi) hanno votato no. Tre su tre.

La Lega non governa solo Frosinone e anche Forza Italia esprime diversi primi cittadini. Eppure il centrodestra non è mai riuscito in questi anni a trovare una strategia unitaria. E’ per questo che enti come la Provincia, i Consorzi industriali e la Saf restano comunque appannaggio di un centrosinistra che arretra nei Comuni ma che comunque mantiene la maggioranza.

L’onda di ottobre

Lucio Migliorelli

Le elezioni di ottobre diranno se qualcosa più cambiare. E lo diranno soprattutto i risultati di Alatri e Sora. Non soltanto perché sono i Comuni più grandi che vanno al voto, ma anche per quelli che saranno i risultati. Se il centrodestra dovesse conquistare entrambi i Comuni, ciò rappresenterebbe un segnale forte. Se invece il Pd riuscisse a mantenere Alatri, allora la situazione resterebbe immutata. Se poi i Democrat dovessero fare il miracolo a Sora, la storia andrebbe completamente riscritte.

Le elezioni provinciali per il rinnovo dei consiglieri dicono che il centrodestra è forse perfino maggioritario tra gli amministratori. Ma poi negli enti intermedi che contano, non riesce mai ad essere competitivo. Un tema che andrebbe affrontato seriamente dai responsabili politici provinciali di Lega (Nicola Ottaviani), Fratelli d’Italia (Massimo Ruspandini), Forza Italia (Claudio Fazzone), Coraggio Italia (Mario Abbuzzese). Altrimenti si continuerà ad essere subalterni al centrosinistra in questi contesti.