Il centrosinistra: la sfida che Fantini può vincere

Il segretario provinciale ha tenuto a galla il Pd nell’anno del Covid. Ora il momento più difficile: il terremoto innescato dalle dimissioni di Sardellitti nel pieno della ricostruzione delle alleanze. Tenendo conto che con i Cinque Stelle non ci sono spazi. Può farcela da solo. Ecco come.

Un anno fa di questi tempo Luca Fantini si apprestava ad essere eletto segretario provinciale del Pd. Non prima di aver disinnescato la solita “mina” che aveva comportato l’ennesima rottura tra Base Riformista di Antonio Pompeo e Pensare Democratico di Francesco De Angelis, Mauro Buschini e Sara Battisti. Poi il solito incontro chiarificatore ad uso dei “media”, ma nulla di davvero sostanziale.

Non è stato un anno semplice, soprattutto perché costantemente scandito dalle evoluzioni della pandemia da Covid-19. Più di quello che Fantini ha fatto non si poteva fare: webinar, videoconferenze, riunioni da remoto per cercare di tenere unito il filo del dialogo. Poi c’è stato il terremoto politico innescato dalle dimissioni da segretario nazionale di Nicola Zingaretti e l’arrivo di Enrico Letta. Quindi la vicenda del concorso di Allumiere, che ha sfiorato Mauro Buschini che comunque decide di dimettersi da presidente del consiglio regionale.

Gruppo Pd
Il gruppo Pd al Comune di Frosinone: da sinistra Angelo Pizzutelli, Alessandra Sardellitti, Norberto Venturi e Fabrizio Cristofari (Foto: Giornalisti Indipendenti)

Ora arrivano i saluti di Alessandra Sardellitti: non una qualsiasi ma l’elemento di punta di Base Riformista e comunque una delle figure più in vista nel Partito Democratico provinciale. Perché è sia Consigliere Comunale che provinciale di Frosinone; perché per la Provincia regge la delega all’ediliziia scolastica; soprattutto perché è una delle voci più fuori dal coro e dall’omologazione di Partito: è questo il segnale di quanto funzioni (o non funzioni) il recinto ampio che può allargare i confini del Pd. (Leggi qui Sardellitti: «Addio caserma del Pd, mi hai deluso»).

Un addio velenoso. Arrivato nel momento di massimo impegno per la costruzione di una coalizione unitaria per affrontare le comunali. Ad Alatri e Sora innanzitutto. Poi a Frosinone e nelle altre città.

Il Pd diviso

L’addio di Alessandra Sardellitti mette a nudo il dramma di un Pd diviso, lacerato e sfilacciato. Ben oltre quella che è la normale dialettica interna, oltre il confronto ideologico. Che può essere acceso, raggiungere picchi come quelli che periodicamente fanno registrare in provincia di Frosinone i rapporti tra Base Riformista e Pensare Democratico. Ma resta pur sempre un confronto interno capace di far crescere il Partito: come facevano Francesco Scalia e Francesco De Angelis nei loro proverbiali confronti, scontri e rappacificazioni politiche.  (Leggi qui l’attacco al Pd: Preavviso di rottura: Pompeo invia la notifica al Pd e qui la Direzione: Il Pd di Fantini: cacciavite, ulivo e radeca).

Luca Fantini

L’addio di Alessandra Sardellitti impone una riflessione. Con la quale verificare l’ampiezza del campo largo del Pd. Per accertare se ha dei confini più ristretti di quelli che si immaginasse. Se la piazza grande teorizzata negli anni scorsi è rimasta una piazzetta.

La responsabilità di questa rottura non è certamente di Luca Fantini. Il quale però si trova nella difficoltà di ricucire i fili in un clima surreale. Nessuno dei big prova davvero a sostenere Luca Fantini e la sua segreteria senza pensare ai successivi scenari e alla propria corrente. È normale che Sara Battisti, Mauro Buschini e Antonio Pompeo pensino e lavorino con la mente proiettata alle regionali e alle politiche. Ed è normale che soprattutto in questa fase Francesco De Angelis sia concentrato su altro.

Troppi fronti per Fantini

La conseguenza però è che il Segretario si trovi a gestire troppi fronti e tutti troppo importanti. Dalla ricostruzione del Pd nei Comuni a partire da quelli chiamati al voto, passando per la ricostruzione in quelli dove si è votato da poco lasciando macerie come quelle di Pontecorvo e Ceccano. Dalla pianificazione delle Comunali di Frosinone (che passa per anni di pacificazioni mai tentate) all’organizzazione delle Provinciali (che sono sempre state terreno di scontro interno).

La segreteria di Luca Fantini tende all’inclusività, ma si trova davanti a sfide decisive. Intanto quella delle alleanze. Con il Movimento Cinque Stelle non funziona. L’unica eccezione è rappresentata, per ora, dalla Regione Lazio. Il grido di allarme lanciato dal leader del Psi Gian Franco Schietroma dalle colonne di Ciociaria Oggi tende a scuotere il Pd per riportarlo nell’alveo del centrosinistra. Dove ci sono partiti e forze politiche, non solo liste civiche. (Leggi qui Schietroma al Pd: «Volete scherzare o fare sul serio?»).

La sfida è qui. E Luca Fantini ha le carte in regola per raccoglierla. Indipendentemente dai big del Pd.