Il cerchio dei De Cesaris: da Guarcino al Cda Eni, di padre in figlia

L'avvocatessa di ferro di origini ciociare approda nella stanza dei bottoni dell'Eni e dedica un commosso pensiero al papà sindaco e manager.

Ci sono cerchi che si chiudono solo dopo avere compiuto giri incredibili. Partendo da un paesino sui monti della provincia di Frosinone, toccando i colli della Toscana, infilandosi nei passaggi chiave della Storia d’Italia. Il punto di partenza del cerchio è Guarcino e ad iniziare la sua evoluzione è stato Benedetto De Cesaris.

Una foto ingiallita lo ritrae con la fascia tricolore, nell’epoca in cui si legavano alla vita e non si mettevano in diagonale sulla spalla: accompagna una processione accanto al maresciallo dei carabinieri e preceduto dalla bandiera.

Nel guidare quel corteo, l’uomo con la fascia tricolore porta dentro di se il peso della guerra appena finita. L’ha combattuta dalla parte della Resistenza antifascista, partecipando in maniera attiva alla lotta di liberazione. Finita la guerra non ha smesso la sua battaglia per costruire un’Italia diversa: l’ha continuata partecipando alla costruzione della Democrazia Cristiana, militando accanto a Dossetti, Luzzati, Fanfani.

Il sindaco di Guarcino Benedetto De Cesaris in una foto d’epoca

Il calendario segna una data dei primi Anni ’50: Benedetto De Cesaris da Guarcino continua a tracciare il suo cerchio nella Storia. È tra coloro che partecipano alla fondazione della Cisl. Non con un ruolo secondario: non a caso viene chiamato a ricoprire per primo il ruolo di direttore del Centro Studi Nazionale di Firenze.

Nel 1956 è a Parigi: lavora presso la Comunità Europea del Carbone e dell’Acciaio il primo nucleo di quella che decenni dopo diventerà il Mercato Comune Europeo, poi la Comunità Economica Europea e infine l’Unione Europea.

Quando rientra in Italia è il mitico Enrico Mattei a volerlo all’Eni, la sua potentissima creatura nella quale concentrare il carburante per la forza industriale dell’Italia e spingerla a tutta velocità nel boom economico, lanciandola tra le prime potenze industriali del pianeta. Altri tempi, altri uomini. Mattei lo vuole a dirigere l’Ufficio del Personale. Gli commissiona la creazione dell’Asap. Dopo la misteriosa morte di Mattei, De Cesaris cambia aria e va a guidare la Gepi la finanziaria di Stato che fino a tutti gli Anni Ottanta ha salvato migliaia di posti di lavoro.

Nello strategico palazzo dell’Eni adesso va sua figlia. Proseguendo quel cerchio rimasto aperto. Ada Lucia De Cesaris, figlia di Benedetto da Guarcino, ciociara tanto quanto il papà, ora entra nel board dell’Eni a trazione Descalzi- Calvosa. L’ha indicata il ministero del Tesoro.

La nomina del ministero e l’incarico

Ada Lucia De Cesaris (Foto Legalcommunity)

A metterla in cima all’elenco è stato il suo curriculum: degno di cotanto padre. L’avvocatessa figlia dell’eroe di guerra e fondatore di Dc e Cisl, è la professionista che ha fatto la gioia di Giuliano Pisapia quando nel 2011 si è trattato di mettere ordine, piglio e cipiglio nel settore urbanistico ed edilizio privato di Milano. L’allora sindaco meneghino la chiamò come assessore che aveva in carico la nomea di Iron Lady. Non sbagliò. La preparazione ferrea della ragazza con il cuore a Guarcino e i muscoli a Milano la fece schizzare immediatamente in alto nel difficilissimo rating che sta a metà fra mattone e regole che devono determinarne l’uso.

Ada Lucia De Cesaris divenne di lì a pochi anni anche vicesindaco e si consacrò come una delle ‘figure forti’ di un governo cittadino che ai boiardi preferiva le menti aguzze.

Laureata in legge, avvocato cassazionista e allieva di Sabino Cassese, la De Cesaris non ci ha messo molto a superare lo stereotipo della ‘figlia d’arte’: sotto la Madunina ha combattuto battaglie bifronti con comitati di quartiere ed imprese, ha ideato il Piano di Governo del Territorio, ha curato la bonifica del mastodontico quartiere di Santa Giulia. Ed ha difeso aree verdi in momenti storici in cui il verde e l’agricoltura giocavano a braccio di ferro con i mega alberghi e le consorterie che li ‘spingevano’. E quasi sempre perdevano.

Sangue ciociaro e un padre sindaco

ADA LUCIA DE CESARIS, Foto © Sergio Oliverio / Imagoeconomica

Ricordava la stessa Ada in un’intervista a La Stampa del 2012: «Per 20 anni mio padre è stato sindaco di Guarcino. Fin da piccola nei viaggi in auto da Roma in Ciociaria mi raccontava la storia del sindacato e dei partiti. Gli ero molto legata, lui era un “democristianone” cattolicissimo e molto rigoroso. Non avrebbe mai immaginato un simile degrado della politica».

Un democristiano finito nel mirino di Giulio Andreotti quando decise di trasformare la Ciociaria nella sua prelatura personale. Dove non c’era nomina di primario o assunzione di portantino che potesse sfuggire all’attenzione del Divo Giulio e delle sue infinite antenne.

Troppo Dossettiano quel sindaco, troppo in antitesi con Zio Giulio e le sue clientele.

Non a caso i dossettiani finirono ‘commissariati’ da Andreotti.

“Nessuno tocchi la Ciociaria!”

Franco Fiorito

Si arriva al 2012 perché sono gli anni del degrado morale in politica. Quello che le vicende collegate alle ‘gesta’ di Fiorito-Batman avevano indicato come comune denominatore della vulgata sulle cose ciociare.

Lei non ci aveva pensato su due volte e su Facebook aveva urlato: «Guai a voi se pensate che la Ciociaria sia quest’orrore! La Ciociaria è fatta di persone oneste. E’ una zona meravigliosa di grandi tradizioni».

Aveva intuito, l’avvocatessa, che non solo si attentava alla bellezza etica e alla mistica familiare della terra dove suo padre aveva vissuto ed operato, ma anche di una terra che, a prescindere, non meritava stereotipi ‘carburati’ da singole per quanto moralmente deprecabili vicende.

E proprio da Guarcino arriva, in queste ore, l’onda di calore che accoglie la notizia della nomina della De Cesaris nel Cda Eni: «Siamo orgogliosi e onorati – si legge sulla pagina Facebook ufficiale del Comune – di vedere Ada Lucia De Cesaris nel nuovo Cda di Eni. Come lo fummo mezzo secolo fa per il nostro concittadino Benedetto De Cesaris oggi lo siamo per te».

Nessuna piaggeria, solo sangue ciociaro che batte forte quando un pezzo di quella terra rastremata dagli ulivi tocca un traguardo. E quando un cerchio si chiude dopo avere attraversato la storia

La dedica al padre super manager

Industria Eni © Marco Cremonesi / Imagoeconomica

«Sono molto onorata – ha scritto oggi l’avvocatessa De Cesaris sui social – di essere stata scelta per il board dell’Eni, lavorerò con serietà ed impegno. Oggi però voglio dedicare soprattutto un pensiero a mio padre, che proprio per Eni, negli anni ‘60, decise di cambiare il percorso e il futuro della nostra famiglia, credendo in un progetto innovativo e coraggioso per il paese».

Questa natura duplice, che passa con naturalezza assoluta dalle nicchie di difesa dei più deboli alla cloche dei grandi sistemi di impresa, è chiaramente passata da padre in figlia. Come un mantra benevolo, un mantra che è stato sussurrato per la prima volta in Ciociaria. Da lì è arrivato l’amore dell’avvocatessa De Cesaris per le cose ben fatte ma non ridondanti, il suo prediligere come amministratore-urbanista le ristrutturazioni a discapito dei palazzoni principeschi e pacchiani.

Eni © Imgoeonomica

E’ dalla Ciociaria che le è arrivata quella concezione parca ma non pauperista, in perfetta linea con la crisi di quegli anni che altri bollò come ‘talebana’. «Talebana io? Figuriamoci. E’ solo mio dovere chiedere rispetto delle regole e più attenzione al territorio. Sono diventata assessore in una Milano dove la recessione ha colpito un mercato affetto da gigantismo e dove tanti operatori sono in difficoltà».

Già, le difficoltà, quelle stesse che l’avvocatessa De Cesaris incontrerà nella stanza dei bottoni dell’Eni nel momento di massima crisi dal dopo guerra, con il petrolio a picco grazie alla pandemia Covid e le energie che sgomitano per rinnovarsi, un po’ per esigenza standard, un po’ perché il mondo non è più lo stesso, né mai lo sarà.

Lei raccoglie la sfida e va, senza fanfare, senza luci, senza clamore, ma con agghiacciante determinazione. Come faceva papà Benedetto, come fanno i ciociari. A chiudere il cerchio e completare la storia.