Il codice Frusone: «Conte deve capire il Movimento»

Lo scenario Il parlamentare locale dei Cinque Stelle dice la sua: «Una frattura non conviene a nessuno. Ma dobbiamo fare presto»

Corrado Trento

Ciociaria Editoriale Oggi

La trattativa va avanti, anche se è appesa a un filo. E ognuno ha il dubbio (fondato) di poter essere fregato dall’altro. Al tempo stesso però il Movimento Cinque Stelle si rende conto che questa situazione di stallo può influire negativamente sulle dinamiche elettorali delle prossime amministrative autunnali.

Il ministro degli esteri Luigi Di Maio e il presidente della Camera Roberto Fico stanno portando avanti una mediazione a fari spenti. Filtra un cauto ottimismo, ma non dal quartier generale di Giuseppe Conte. Mentre Beppe Grillo cerca di anticipare ogni mossa. 

L’analisi 

Luca Frusone (Foto: Paolo Cerroni / Imagoeconomica)

Luca Frusone è al secondo mandato da parlamentare. Gli chiediamo: che previsione fa, si potrà arrivare ad un’intesa tra Grillo e Conte oppure le parole che sono state pronunciate pesano come macigni? Rileva: «L’augurio di tutti i gruppi parlamentari è che si possa arrivare ad un’intesa. Parliamo di due persone che hanno ruoli importanti. Da una parte c’è Beppe Grillo, fondatore e garante del Movimento. Dall’altra un ex presidente del consiglio che ha guidato il Paese nel momento più brutto e difficile della pandemia. Grillo è l’anima del Movimento. Giuseppe Conte deve capire il Movimento, quello delle origini, e inserirsi in tutto il percorso che abbiamo fatto. La “lontananza” tra i due sta qui. Il Movimento Cinque Stelle ha una sua storia, che deve essere conosciuta oltre che rispettata». 

Poi Luca Frusone aggiunge: «Credo che una frattura non convenga a nessuno. Per quanto concerne Giuseppe Conte, penso sinceramente che è molto complicato pensare di dare vita ad un nuovo partito dal nulla. Le difficoltà non mancherebbero e in ogni caso non avrebbe il peso politico che il Movimento si è conquistato in questi anni. Allo stesso tempo penso che nemmeno a Beppe Grillo converrebbe una spaccatura, perché la sua “creatura” sarebbe dimezzata». 

La prospettiva di Frusone

Luca Frusone (Foto: Imagoeconomica / Daniele Scudieri)

Argomenta ancora Luca Frusone: «Dobbiamo pure tener conto di quello che è il contesto politico. Abbiamo tanti nemici. E uso appositamente il termine nemico e non avversario. Loro auspicano un forte ridimensionamento dei Cinque Stelle. Perché da un lato continuano a ripetere che ormai siamo un Partito di sistema, ma in realtà sanno benissimo che non è così e soltanto noi possiamo davvero cambiare le cose. Aggiungo un’altra considerazione. Su alcune tematiche, penso in primis all’ambiente ma anche alla transizione ecologica e al digitale, è grazie alla spinta del Movimento se l’Italia si è modernizzata».

«L’attenzione ai temi ambientali e l’innovazione fanno parte del nostro dna. Ma adesso pure il Paese ha capito che si tratta di argomenti che vanno tutelati e incentivati. Se il Movimento Cinque Stelle dovesse essere ridimensionato (come in tanti auspicano, lavorando per questo), l’Italia effettuerebbe un grande passo indietro». 

Il terzo mandato

Luca Frusone è al secondo mandato parlamentare. Se la situazione non dovesse cambiare, se cioè non fosse data la possibilità di concorrere per il terzo mandato, la sua esperienza finirebbe tra due anni. Cosa pensa lui della questione del terzo mandato? Rileva Luca Frusone: «Lo dico senza usare giri di parole: se qualcuno pensa di strumentalizzare la questione del terzo mandato, non lo consentiremo. Mi spiego meglio: il rischio è che qualcuno possa pensare di “giocare”, uscendo dai Cinque Stelle al termine di questa legislatura, per poi andare a candidarsi altrove. Questa sarebbe una “schifezza” e sinceramente mi opporrei con estrema forza. La questione del terzo mandato va affrontata con serietà e chiarezza, nei tempi e nei modi opportuni».

Virginia Raggi (Foto Livio Anticoli / Imagoeconomica)

Ma l’alleanza con il Partito Democratico è da considerarsi strategica oppure no? Nota Luca Frusone: «In questo momento non siamo nelle condizioni di poterci concentrare su un tema del genere. Perché il momento è davvero delicato. Parliamoci chiaro: la situazione che stiamo vivendo potrebbe pesare e forse perfino compromettere l’esito delle comunali del prossimo autunno. Mi riferisco alle amministrative. Si vota a Roma, a Torino, a Milano. E noi dobbiamo risolvere alla svelta questa fase. Abbiamo bisogno di certezze: sull’unità, sull’uso del simbolo, sulle liste, perfino sulle strategie e sulle alleanze. Ecco perché bisogna risolvere la questione in tempi rapidi». 

Chi sta con chi 

In provincia di Frosinone il Movimento Cinque Stelle esprime tre parlamentari e un consigliere regionale, peraltro capogruppo. I deputati sono Ilaria Fontana (sottosegretario alla transizione ecologica), Luca Frusone ed Enrica Segneri. Poi c’è Loreto Marcelli, capogruppo del Movimento alla Regione Lazio.

Loreto Marcelli è da sempre vicinissimo politicamente all’assessore regionale Roberta Lombardi, che ha criticato la presa di posizione di Beppe Grillo. Per quanto riguarda Ilaria Fontana, non è un mistero che abbia ottimi rapporti politici con Vito Crimi, capo politico reggente del Movimento. Crimi è schierato dalla parte dell’ex presidente del consiglio Giuseppe Conte. Luca Frusone è al suo secondo mandato e da sempre è considerato schierato con il ministro degli Esteri Luigi Di Maio, il quale è uno dei big del Movimento. E anche Enrica Segneri può essere considerata vicina alle posizioni di Luigi Di Maio. (Leggi qui Fontana con Conte, Frusone con Di Maio. Inizia la sfida)

Proprio Luigi Di Maio ha affermato in una delle sue rare esternazioni di questi ultimi giorni: «Troveremo una soluzione comune per far ripartire questo progetto il prima possibile». Ma la sostanza del ragionamento è la seguente: Giuseppe Conte ha capito di non poter dare scacco al re (Grillo) e in questa fase una sua fuoriuscita dal Movimento verrebbe percepita malissimo all’interno dei Cinque Stelle. È quindi costretto alla trattativa. Il punto però è che a condurre la trattativa è proprio Luigi Di Maio. In versione sarto.

Però se c’è uno che può dare scacco (a Giuseppe Conte), quello è proprio il ministro e degli esteri. 

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