Il codice Ottaviani «Fuori chi attacca sui giornali» (di C. Trento)

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Pugno duro del sindaco alla riunione di maggioranza. Fortissimo monito rivolto sia agli assessori che ai consiglieri comunali. Il tutto dopo aver ribadito che intende completare il mandato da primo cittadino

Corrado Trento

Ciociaria Editoriale Oggi

Lo ha detto al termine della riunione di maggioranza di venerdì sera, quando mancavano pochi minuti alla mezzanotte. «Basta con gli attacchi sulla stampa da parte di assessori o consiglieri di maggioranza».

Poi il sindaco di Frosinone Nicola Ottaviani, per rafforzare il concetto, ha aggiunto: «Da oggi in poi facciamo così se dovessero ripresentarsi episodi del genere: gli assessori verranno estromessi dalla giunta, i consiglieri non faranno più parte della maggioranza». Il tutto dopo aver espresso altri concetti molti forti. E cioè che lui resterà a fare il sindaco, completando il mandato. Che scade fra tre anni. (leggi qui Nicola Ottaviani gela gli eredi)

Anche se Nicola Ottaviani ha pure lasciato intendere che altri scenari non sono impossibili. Con riferimento al fatto che potrebbe perfino decidere di dimettersi prima dei due anni e mezzo (a fine anno) e ricandidarsi a sindaco per un altro mandato pieno, vale a dire cinque anni.

Inoltre c’era stata la sottolineatura che in ogni caso il prossimo candidato a sindaco del centrodestra verrà individuato attraverso le primarie. Specificando che naturalmente ognuno è libero di prendere le strade che vuole, ma chi sceglierà di “saltare” le primarie non avrà il suo appoggio.

Nessuno dei presenti ha replicato, anche se il vicesindaco Antonio Scaccia ha aggiunto che si augura che l’esclusione dalla giunta o dalla maggioranza avvenga pure nel caso di assessori che critichino altri assessori. Magari non sui giornali, ma sui social network.

È evidente che all’interno della maggioranza di centrodestra la tensione si taglia con un coltello. E lo stesso Ottaviani ha toccato queste tematiche proprio per far capire che è ancora lui a dare le carte. Nessun accenno ad un rimpasto di giunta che doveva esserci a febbraio, secondo il cronoprogramma stabilito all’inizio della consiliatura.

Ma se davvero Ottaviani decidesse di giocarsi la carta delle dimissioni prima dei due anni e mezzo e ricandidarsi alla carica di primo cittadino, lo sosterrebbero tutti quelli che oggi sono schierati con lui? Perché in realtà i nodi da sciogliere sono diversi. Nicola Ottaviani ha aderito alla Lega, ma con il gruppo consiliare e con il coordinatore cittadino Domenico Fagiolo non c’è feeling (per usare un eufemismo) (leggi qui: Pasqua di guerra tra Ottaviani e il gruppo della Lega a Frosinone).

E Carlo Gagliardi, che intende candidarsi a sindaco proprio con la Lega, non sembra avere alcuna intenzione di passare attraverso le primarie. (leggi qui E Durigon disse: noi puntiamo su Carlo Gagliardi e leggi anche qui Il dogma di Fagiolo). Stesso ragionamento per Danilo Magliocchetti, capogruppo di Forza Italia. Alla candidatura a sindaco pensa pure Fabio Tagliaferri del Polo Civico. Oltre ad Adriano Piacentini, presidente del consiglio comunale e fedelissimo di Ottaviani. Come vicinissimi al sindaco sono anche Riccardo Mastrangeli e Massimiliano Tagliaferri.

E infatti venerdì sera c’è stata una ulteriore riunione tra Ottaviani, Piacentini, Mastrangeli e Massimiliano Tagliaferri. Argomento: le Europee. Su chi puntare nella lista della Lega? Sembra essere prevalsa la linea di un’indicazione secca, su Matteo Salvini. Un’opzione che sostanzialmente evita la “conta”, anche e soprattutto in considerazione del fatto che il gruppo consiliare e il coordinatore cittadino Domenico Fagiolo hanno intenzione di votare e far votare il “ticket” Matteo SalviniMaria Veronica Rossi.

Tornando alla maggioranza di centrodestra al Comune di Frosinone, a questo punto bisognerà attendere le europee per capire le posizioni in prospettiva. Nicola Ottaviani però ha messo dei paletti precisi. Per delimitare un campo. Sarà una lunga partita a scacchi, nella quale conteranno pure i nervi.

Quando il sindaco dice di voler completare il mandato è implicito che non intende provare a candidarsi alle politiche, nemmeno nell’eventualità di un ricorso anticipato alle urne.

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