Il “comandante” Fabio Grosso ha ritrovato il suo Frosinone

I giallazzurri sono tornati al successo dopo 4 turni, hanno infranto il tabù-Stirpe e soprattutto hanno sfoderato una prestazione di alto livello. I grandi meriti del tecnico sempre più padrone della situazione. Il coraggio delle idee lo ha premiato con le scelte di Charpentier e Lulic. Mentre ad inizio stagione ha avuto ragione a scommettere su 2 giovani come Gatti e Boloca.

Alessandro Salines

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Fabio Grosso ha ritrovato il suo Frosinone. Quello coraggioso, feroce, generoso ed a tratti bello da vedere. Quello che in avvio di stagione ha saputo conquistare 8 punti in 4 partite, strappando applausi a scena aperta. Lo ha ritrovato in un tiepido pomeriggio di fine ottobre allo “Stirpe” finalmente amico (in casa i canarini non vincevano dal 1 maggio). Una vittoria convincente al di là del risultato di misura che va stretto. Un successo che rilancia i giallazzurri e cancella un periodo dove tutto sembrava girare storto. (Leggi qui Il tabù Stirpe è infranto: Frosinone super domina l’Ascoli 2-1).

“Questa è una squadra che ha un’anima – ha detto il tecnico – Si allena forte, è ambiziosa. Abbiamo strameritato il risultato, anche se è non era facile. Venivamo da qualche partita dalla quale non abbiamo ottenuto l’intera posta in palio pur meritandola. Dopo aver subito il 2-1 siamo ripartiti con coraggio e generosità. Abbiamo avuto diverse occasioni che andavano sfruttate”.

I MERITI DI GROSSO

Fabio Grosso

C’è tanto dell’allenatore abruzzese in questo Frosinone. Fabio Grosso sembra ormai padrone della situazione. Un vero “comandante” di una nave tornata a viaggiare a vele spiegate. Ha sempre tenuto la barra dritta anche quando la squadra ha faticato e non riusciva più a vincere. Non si è fatto prendere dalla frenesia, non ha ceduto alla pressione. Il tecnico ha mostrato di avere una virtù rara: il coraggio delle idee. A costo di sbagliare.

Contro l’Ascoli ad esempio ha schierato Charpentier al centro dell’attacco ribaltando le gerarchie e non badando al nome dei giocatori. Stesso discorso per Lulic a centrocampo. Scelte che alla fine lo hanno premiato come quelle di puntare forte sin dall’inizio della stagione sul difensore Gatti e sulla mezzala Boloca, due giovani di grande prospettiva che potrebbero trasformarsi in un ricco “tesoretto” per la società.

E poi Grosso ha impresso alla squadra una mentalità ed uno spirito diversi: esprime un calcio offensivo, guarda sempre avanti, rischiando anche la giocata e perché no commettendo pure qualche errore. La parola chiave è coraggio. Questo Frosinone ne ha tanto e glielo ha trasmesso il suo allenatore che quando giocava non difettava in audacia altrimenti non avrebbe battuto il rigore decisivo nella finale dei Mondiali.

LA CLASSIFICA CHE PIACE

Foto: Mario Salati / Alessioporcu.it

I 3 punti hanno dato una bella scossa alla graduatoria del Frosinone che è tornato in zona playoff agganciando a quota 14 lo stesso Ascoli ed il Perugia. Un balzo in avanti in una classifica corta con il secondo posto (occupato dal Brescia) distante solo 3 lunghezze e 12 compagini racchiuse nel giro di 4 punti (dal Cittadella a 13 allo stesso Brescia a 17).

Il campionato di Serie B ribadisce dunque il suo grande equilibrio. La riprova è il pari interno della capolista Pisa contro il fanalino di coda Pordenone. Il Frosinone poi conferma la solidità della sua difesa: con 7 reti al passivo può vantare la migliore retroguardia del torneo come Pisa, Benevento e Cremonese. I canarini hanno anche infranto il tabù-interno che iniziava a pesare e non poco nell’economia della squadra. In trasferta invece il Frosinone è ancora imbattuto. Un dato non trascurabile.

LA COOPERATIVA DEL GOL

Undici gol segnati con altrettanti giocatori. Solo il Brescia ne ha mandati di più in rete (12). Sabato si sono iscritti alla cooperativa del gol anche Gatti e Ricci che vanno ad aggiungersi a Zerbin, Charpentier, Ciano, Maiello, Garritano, Rohden, Zampano, Canotto e Novakovich. “E’ una cosa bella che con tanti giocatori andiamo in avanti e facciamo gol – sostiene Grosso – E’ bello giocare per vincere, ovviamente stando attenti a non concedere il fianco agli avversari. Con queste caratteristiche possiamo toglierci diverse soddisfazioni”.

Tuttavia le 11 reti realizzate sembrano poche per la mole di gioco prodotta finora dal Frosinone. Anche contro l’Ascoli sono state sprecate tante occasioni. Lo scarso feeling con il gol resta la lacuna principale dei canarini. (Leggi qui Tanti tiri ma pochi gol: il Frosinone deve aggiustare la mira).

Foto: Mario Salati

Ci lavoriamo tanto su questo aspetto – aggiunge il tecnico dei ciociari – Siamo una squadra generosa che fino alla fine è andata alla ricerca del gol. E’ difficile capitalizzare tutte le occasioni ma non va nemmeno bene  concretizzarne così poche. Parlo spesso ai ragazzi, i tempi di gioco diventano importanti, dobbiamo migliorare. Nel finale la partita si è spaccata, siamo partiti in contropiede tante volte in doppia superiorità numerica. Non dovevamo soffrire fino alla fine”.

GIOVEDI’ IN CAMPO

L’altra parola chiave ora è continuità. In Serie B è fondamentale. Il Frosinone ora non deve fermarsi. Giovedì alle 18 nel turno infrasettimanale affronterà in trasferta la matricola Alessandria, allenata dall’ex Moreno Longo. E poi lunedì 1 novembre di nuovo in casa contro il Crotone.

Due sfide ravvicinate dove bisognerà continuare sulla strada intrapresa, mettendo in cassaforte punti pesanti e mettendo in mostra quelle qualità che finora hanno contraddistinto i ragazzi di Grosso.