Il compagno Max pronto a scalare la Provincia con Pompeo

Cosa c'è dietro l'operazione Mignanelli. Le Provinciali dietro alla sua adesione a Volume, l'associazione del presidente Antonio Pompeo. Che servirà per la conta interna nel Pd

Alberto Simone

Il quarto potere logora chi lo ha dato per morto

Beninteso: io non entro nel Pd”: lo ripete più volte, a scanso di equivoci. Massimiliano Mignanelli è consigliere comunale di opposizione a Cassino. Un passato lungo e glorioso nelle file di Forza Italia (la prima, quella degli anni Novanta), tanti voti alle spalle da diventare Presidente del Consiglio Comunale ai tempi del sindaco Bruno Scittarelli. Ora aderisce a “Volume”, l’associazione fondata dal presidente della Provincia Antonio Pompeo che è il leader sul territorio dei Pd di Base Riformista . (Leggi qui Piacere, Antonio Pompeo: e ora alzo il Volume).

Un ritorno al passato per Massimiliano Mignanelli. È stato il vice di Pompeo alla Provincia fino al 2019, quando poi è caduta l’amministrazione comunale di Cassino guidata da Carlo Maria D’Alessandro, trascinando nel baratro anche i consiglieri provinciali che aveva eletto.

Coerente al centro

Massimiliano Mignanelli e Alfredo Pallone

Una figura ingombrante quella di Massimiliano Mignanelli. Già dagli anni Novanta. Tanto da finire nel mirino di un giovane Mario Abbruzzese all’epoca civico: sul nome di Mignanelli accese una guerra all’ultimo voto nell’Aula del Consiglio comunale di Cassino. Ne pretendeva la testa e l’elezione di un altro Presidente del Consiglio Comunale. Lo scontro si concluse con la caduta dell’amministrazione Scittarelli.

Coerente fino alla solitudine. Massimiliano Mignanelli è sempre stato leale a Beatrice Lorenzin: da quando lei era il coordinatore regionale dei Giovani di Forza Italia e lui ne era il vice. L’ha seguita nel Nuovo centrodestra quando Angelino Alfano fondò il Partito reagendo all’affermazione di Berlusconi per il quale gli ‘manca il quid‘. Alla successiva scissione Mignanelli seguì Bea in Alternativa Popolare.

Un abbrivio centrista che lo portò da indipendente nella lista del Pd alle Provinciali. Fu un’intuizione di Francesco De Angelis. E dello stesso Massimiliano Mignanelli: aveva intuito che l’allora leader del Ncd Alfredo Pallone gli avrebbe preferito il più devoto Andrea Amata; si congedò dal Partito ed accettò l’offerta di De Angelis. Si elesse alla Provincia da solo, con i suoi voti e la sua rete di alleanze. (Leggi qui Il compagno Mignanelli affonda il sottoMarino Fardelli).

Il ‘compagno’ Max alza il Volume

Beatrice Lorenzin

Da allora Massimiliano Mignanelli non ha più voluto etichette di Partito. Ora è diverso. “Antonio – lo chiama con affetto Mignanelli – non ha mai guardato al colore politico delle amministrazioni comunali. Infatti, ogni volta che ho ho fatto richieste per interventi da svolgere a Cassino lui si è sempre messo a disposizione. Apprezzo molto Pompeo come politico e credo non sia giusto strumentalizzare l’associazione con i Partiti. All’interno di “Volume” ci sono politici, accademici, imprenditori, operai, impiegati. Tutti provenienti da diverse esperienze. Quindi nessun riferimento al Pd o a qualsiasi altro Partito politico” torna a ribadire Mignanelli.

Probabilmente sa di aver fatto rumore alzando il “Volume”, per questo cerca di sminuire. “La mia ultima tessera di Partito è stata quella con il Nuovo Centrodestra, poi non ho più preso tessere. Questo è il momento di agire per risolvere i problemi dei cittadini, ai quali nulla interessa dei colori politici. Bisogna piuttosto incidere sulle azioni amministrative ed è quello che io farò insieme con i colleghi consiglieri comunali del mio schieramento, Salvatore Fontana e Giuseppe Golini Petrarcone, alla ripresa delle attività nel mese di settembre”.

La Provincia nel mirino

Massimiliano Mignanelli cerca in ogni modo di dare poca enfasi all’aspetto politico della sua adesione al movimento di Antonio Pompeo. Ma appare evidente che l’operazione non è affatto slegata dalle prossime elezioni provinciali. In che senso? il fatto di essere rimasto senza bandiera politica, da un lato gli lascia le mani libere ma dall’altro non gli consente di creare un’aggregazione per riprovare la scalata alla Provincia.

Salvatore Fontana, Peppino Petrarcone, Massimiliano Mignanelli

Al Pd è geneticamente allergico. Però con ogni probabilità il Partito Democratico si presenterà diviso alle prossime Provinciali: si assisterà alla conta tra Pensare Democratico di Francesco De Angelis e non Base Riformista bensì Volume che non è un contenitore politico ma una calamita con cui aggregare ciò che è fuori dal recinto Dem. A quel punto Mignanelli potrebbe schierarsi nella lista di Volume, puntando a concentrare i pesantissimi voti cassinati di Petrarcone e Fontana.

Allo stesso tempo, Antonio Pompeo compirebbe un’operazione non ostile al sindaco Dem di Cassino Enzo Salera

Per il momento Mignanelli fa il finto disinteressato. “Le provinciali? Devo ancora parlarne con i colleghi dell’opposizione” dice. E poi torna ad elogiare Pompeo: “Abbiamo lavorato fianco a fianco in Provincia per quasi 5 anni. Oggi rinnovo la vicinanza ad Antonio Pompeo aderendo convintamente all’associazione Volume, perché abbraccia diversi mondi e li connette per farli collaborare e dialogare: quello culturale, quello accademico, quello produttivo. Una struttura aperta come laboratorio di idee e di contributi per la crescita della nostra terra”.

L’idea fissa è quella fascia azzurra provinciale.