Il conclave di Conte e il rap di Salvini e Meloni

Per ricompattare la maggioranza il presidente del consiglio pensa ad una gita fuori porta per parlarsi fuori dai denti. La possibile location di un monastero. Intanto però gli “arrangiamenti musicali” dei discorsi di Matteo Salvini e Giorgia Meloni spopolano sul web e raggiungono un pubblico giovane che mai si sarebbe interessato di politica.

Una gita fuori porta per “parlarsi fuori dai denti”. E’ questa l’idea di Giuseppe Conte per arrivare ad un patto di legislatura vero tra Cinque Stelle, Pd, Italia Viva e Leu. Potrebbe perfino pensare ad un conclave, magari proprio in un monastero. Per parlare contemporaneamente con Beppe Grillo, Luigi Di Maio, Nicola Zingaretti, Dario Franceschini, Roberto Speranza, Pierluigi Bersani, Matteo Renzi e Maria Elena Boschi. Già, ma Matteo Renzi parteciperebbe?

Enrico Letta

Il Corriere della Sera, che ha lanciato la notizia, riflette sul fatto che Renzi potrebbe fare suo il celebre dilemma di Nanni Moretti in Ecce Bombo: “Mi si nota di più se vado o se non vado?”. Sempre il Corsera ricorda alcuni esempi del passato. Il primo: “Ci provò anche Enrico Letta, con un meeting nell’abbazia medievale di Spineto, in Toscana, «per fare spogliatoio». Nell’invito via Twitter era scritto proprio così, per dare il senso di quel clima informale e confidenziale che si crea tra gli atleti prima e dopo una partita. Nove mesi più tardi il governo Letta tornava a casa, per opera di quel Matteo Renzi che al weekend di Conte potrebbe non prender parte”.

E poi ancora: “Nel 1994 Silvio Berlusconi chiamò a Fiuggi i neoletti di Forza Italia e non perché avessero urgenza di passare le acque. Ma il leader più esperto in materia è Romano Prodi, ideatore del celebre ritiro nell’antico castello di Gargonza. Correva l’anno 1997 e il fondatore dell’Ulivo era pieno di progetti e di speranze, ma Massimo D’Alema (allora segretario del Pds) si prese la scena, tuonando contro la società civile in politica e sradicando, metaforicamente, l’alberello del centrosinistra.

Quasi dieci anni dopo, anno 2006, ecco il coraggioso remake. Il premier è di nuovo Prodi e la scena del weekend è la collina umbra di San Martino in Campo, dove il professore emiliano porta in trasferta tutti i big dell’Unione, che contava una buona decina di partiti”.

Il presidente del Consiglio dei Ministri Giuseppe Conte

Fin qui la storia. Poi c’è la cronaca di queste ore, con Giuseppe Conte sempre più pessimista sull’esito della vicenda Ilva. E con una maggioranza che non sa proprio cosa significhi fare squadra. Il conclave è un’arma a doppio taglio considerando proprio le esperienze di Romano Prodi.

Perché alla fine all’interno di un monastero potrebbe essere sancita la rottura definitiva tra il Pd e i Cinque Stelle.

E Renzi? Potrebbe non andare. Ma se anche andasse, lo farebbe per prendersi la scena. Intanto però, mentre la maggioranza giallorossa riflette se può essere un conclave la risposta a questo momento di difficoltà, Matteo Salvini e Giorgia Meloni stanno battendo l’Emilia Romagna in lungo e in largo. Inoltre, gli adattamenti rap dei loro discorsi stanno spopolando su ogni tipo di piattaforma. Raggiungendo un elettorato giovane che normalmente non si interessa di politica.

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