Il Congresso Pd è iniziato: i Giovani rompono gli ormeggi

L'Assemblea dei GD apre di fatto il dibattito che porterà al Congresso Provinciale Pd. Aria di grandi trasformazioni. Per la prima volta presenti tutte le componenti, come se non esistessero correnti. L'accorato intervento del Segretario Marino. "Fateci entrare nel Partito"

Il Congresso provinciale del Partito Democratico è iniziato. Nessuno lo ha indetto, nessuno ha fissato la data. Ma nella pratica il dibattito è cominciato. A rompere gli ormeggi sono stati i ragazzi dei Giovani Democratici, il movimento giovanile Pd riunito nella Saletta delle Arti a Frosinone.

Senza scontri, senza contrapposizioni: con la forza delle idee e dell’entusiasmo (dannatamente potenti) hanno costretto il Pd ad ascoltarli. Aprendo di fatto il confronto che culminerà nel congresso e nella nuova stagione del Partito.

Il virus del cambiamento

Luca Fantini all’Assemblea dei Giovani Democratici

Il virus del cambiamento è già sotto la pelle del Pd. Ma il Partito ancora non lo sa. Il primo segnale è che all’assemblea convocata dai Gd ci sono tutti, come se le correnti non esistessero e non fossero gli steccati intorno ai quali ci si è divisi da sempre.

Nella Saletta ci sono circa 150 ragazzi. E intorno a loro c’è di tutto. In fondo allo stanzone, senza fare alcunché per farsi notare, sta il presidente del Consiglio Regionale del Lazio Mauro Buschini erede designato di Pensare Democratico, la componente largamente maggioritaria. Poco dopo arriva il consigliere regionale Sara Battisti che all’inizio del dibattito non resiste e si avvicina all’occhio del ciclone dove il dibattito è più vivo. L’area dei diversamente renziani di Base Riformista è lì con il vice sindaco di Alatri Fabio Di Fabio. La componente che si riconosce in Gianni Cuperlo è presente con Alessandra Maggiani. I fedelissimi della vecchia guardia di Francesco Scalia sono in sala con lo storico capo segreteria Maurizio Nardini. C’è l’ex assessore di Frosinone Stefania Martini e l’ex deputato di radici vendoliane Nazzareno Pilozzi.

E ancora segretari di Circolo come quello di Ferentino, e dirigenti come Marco Caracci, sindaci di ogni latitudine.

Non abbiate paura

L’assenza di correnti è l’eresia pronunciata nelle settimane scorse da Francesco De Angelis. Che per dare un segnale concreto aveva annunciato il suo totale disimpegno dal prossimo congresso: nessun candidato di Pensare Democratico, nessuna lista a rappresentare la componente, nessuna contrapposizione con nessun altro.

Nulla rispetto a quello che sta per succedere. La rottura finale degli schemi la porta sul palco Alessandro Marino, il segretario provinciale dei Giovani Democratici. Su un palco che trent’anni fa vibrava sotto la voce di Francesco De Angelis, quindici anni fa si appassionava sotto le tesi di Mauro Buschini, questo ragazzo sceglie la nuova via della sinistra italiana.

Luca Fantini (Segretario Regionale GD) con Alessandro Marino (Segretario Provinciale)

Tiene un intervento accorato, fatto di passione al limite delle lacrime. “In tutte le parti d’Italia i Partiti cercano i giovani per dirgli ‘Venite con noi’. Qui c’è un’organizzazione che solo in provincia conta 500 giovani, poco meno di duecento di loro sono presenti oggi in questa assemblea. E voi che fate? Ci chiudete le porte“.

Il primo atto d’accusa arriva come una legnata alle ginocchia del Pd. Urlato senza rancore, senza risentimento, quasi con disperazione. Una passione genuina testimoniata dalla frase successiva che ricorda da vicino Karol Wojtyla il giorno del suo insediamento: «Noi non abbiate paura di noi. Non chiediamo posti, non vogliamo candidature, non minacciamo la carriera di nessuno di voi. Chiediamo solo di stare nel Partito. Vi aiuteremo a cambiarlo“.

Le ginocchia scricchiolano. Il virus ormai è in profondità. E se qualcuno ancora riesce a resistere ecco che arriva la terza bordata. “Questo Partito oggi è a tratti totalmente disorganizzato, a tratti addirittura inesistente. Noi vi diciamo ‘Siamo qui e vogliamo entrare’. Vogliamo entrare paese per paese nel Partito e metterci a disposizione. La nostra non è una minaccia ma è una grande opportunità“. Un po’ san Francesco e un po’ Arafat. È il nuovo Pd che avanza dentro a quello vecchio e prende il posto della ditta, dei rottamatori mancati con le loro utopie, delle gioiose macchine da guerra rivelatesi di latta.

Parla Luca, sembra Nicola

Prende la parola Luca Fantini il Segretario regionale dei Giovani, la persona che ha accompagnato Nicola Zingaretti in lungo ed in largo per l’Italia durante la marcia infinita verso la Segreteria nazionale.

È il ragazzo che disse a brutto muso ai dirigenti nazionali Dem “I Giovani non sono i facchini del Partito, sono la sua forza di rinnovamento e non quelli che devono spostare gli scatoloni o montare i palchi. Facciamo anche quello. Ma allo stesso modo in cui lo fanno tutti i militanti“.

Luca Fantini

Proprio lui, il ragazzo che non ebbe paura di dire a chi lo aveva individuato e lanciato, Mauro Buschini e Francesco De Angelis, “Spiacente, in questo Congresso non vi seguo. Noi abbiamo deciso di stare con orlando e voi con Renzi. Con lealtà, buona fortuna“.

Il ragazzo ora è cresciuto. Prende la parola nella Saletta: parla Fantini ed a tratti hai l’impressione di sentire Zingaretti, con la sua sintassi fatta di secondarie relative fino al quarto grado, di vocaboli che pescati nei più profondi recessi dello Zanichelli.

Tutti si aspettano che lanci la sua candidatura alla segreteria del Pd provinciale, solleciti l’apertura del congresso. Invece non una parola fuori posto: è il Segretario Gd e rispetta il ruolo fino in fondo. Con un discorso ampio: parte dall’Europa per dire che “La forza del cambiamento si esplicita nella capacità di organizzazione“. Traduzione: il Pd di oggi non è organizzato.

E poi l’appello: “Voi ci avete insegnato ad attaccare i manifesti, prendere le tessere, aprire i tavolini, parlare alla signora per chiederle il voto: voi ora dovete avere il coraggio di compiere il passo successivo ed aprire il Partito al più grande cambiamento che oggi si richiede“. C’è Gramsci nel suo intervento e la lettera al Congresso in cui definiva il pc una grande forza di cambiamento che doveva continuamente cambiare se stessa se voleva essere al passo con la Società che si candidava a guidare.

Congresso subito

Il presidente del Consiglio regionale Mauro Buschini ed il Consigliere del Lazio Sara Battisti

C’è soprattutto il mondo reale. Quello dei ragazzi che hanno smesso di studiare ed hanno pure smesso di cercare un lavoro. E si lasciano galleggiare. Gli acronimi li chiamano Neet. “In Ciociaria la percentuale è del 31,13%, la più alta del Centro Italia. Si vive a corto raggio, non si progetta, si emigra. Noi vogliamo ripartire da questi giovani”. A loro chiede di alzarsi e mettersi in movimento. Per contribuire a “rimettere in piedi il Partito Democratico, tornare a farlo vivere nei territori, ricreare l’organizzazione e la filiera che ci ha sempre contraddistinto. In poche parole c’è bisogno di un luogo dove mettere in atto tutto questo. E questo luogo si chiama congresso”.

Per Fantini è quello il luogo nel quale una nuova generazione può avere la possibilità di dimostrare il suo valore. Senza rottamare nessuno, anzi chiedendo il contributo di tutti

In due fasi

Ermisio Mazzocchi © AG IchnusaPapers

Dopo di lui  parlano Martina Innocenzi, Marco Caracci, Alessandra Maggiani, Ermisio Mazzocchi. Prende la parola Sara Battisti che oggi ruberebbe la scena ad Eva Kant: “Si convochi il congresso, lo si faccia subito: in due fasi, organizzato per tesi“. 

Per una volta Sara Battisti ha torto. Non c’è bisogno di convocare il Congresso, è già iniziato. Formalmente non è stato convocato, praticamente lo hanno aperto i Giovani Democratici. Esattamente quello che in segreto aveva sempre sognato.