Il Consigliere si rimangia l’accordo: stop immediato al Consiglio

Assise riunita in anticipo sui termini con l'accordo di tutti i Capigruppo. Ma in Aula quell'intesa viene messa in discussione. Il Segretario stoppa subito i lavori per evitare il rischio di ricorsi. Tutti a casa in 20 minuti.

Alberto Simone

Il quarto potere logora chi lo ha dato per morto

Diciannove presenti, sei assenti: la seduta può cominciare”: sono state le parole “di rito” del Segretario Comunale Pasquale Loffredo in apertura del Consiglio comunale di questa sera a Cassino. Ma prima di entrare nel vivo dell’Ordine del Giorno ha chiesto la parola il consigliere Renato De Sanctis per avere due delucidazioni. Dovevano essere una “formalità”, un modo per dare fastidio. Il consigliere “No Acea” era infatti già pronto a partire a raffica con le sue interrogazioni inserite nelò programma dei lavoiri. Non era sua intenzione quella di mettere fine al Consiglio con il suo intervento, ma così è stato.

Il Consiglio non può andare avanti

Renato De Sanctis

Il Consigliere ha posto due questioni. La prima che lo riguardava personalmente e cioè perché non fosse stata inserita la sua interrogazione relativamente alla commissione Grandi Opere. Questione sollevata peraltro nei giorni scorsi su queste colonne.

Il presidente del Consiglio Barbara Di Rollo ha spiegato che era giunta fuori tempo massimo, dopo la Conferenza dei capigruppo nella quale si era deciso di inserire tutte le interrogazioni pervenute entro quella data. E in quella data, di commissione Grandi Opere, non c’era alcuna interrogazione.

Si è aperto un mini dibattito. Un politico esperto e navigato, due volte sindaco, come Giuseppe Golini Petrarcone ha detto che sarebbe stato il caso di parlarne. Perché? “Il sindaco ha detto che si potrà andare in 30 minuti da Cassino a Roma con il Frecciarossa”. Salera scuoteva la testa. E Petrarcone: “Così c’è scritto sui giornali”. Per la serie: l’agenda ormai a Cassino la dettano gli organi di stampa.

Ma è stata sulla seconda questione che il Segretario, senza sentire più alcuna ragione, ha spiegato che il Consiglio non poteva andare avanti.

Questione di date

E perché mai? Per un cavillo burocratico: dal giorno della convocazione il regolamento prevede che devono passare cinque giorni “pieni” per convocare la seduta. Significa che non va contato né il giorno in cui viene convocata l’assise, né quello del Consiglio.

Portando il ragionamento al presente: la convocazione è partita il giorno 8 aprile, dovendo far passare 5 giorni pieni, il primo giorno utile per celebrare l’assise era il 14 aprile. Nulla di nuovo, era già emerso in conferenza dei Capigruppo, ma il presidente del Consiglio aveva spiegato che il 14 aprile lei non poteva presenziare; il giorno successivo, Venerdì Santo, per una questione di opportunità è stato escluso da tutti.

Ma proprio De Sanctis aveva chiesto di celebrare l’assise prima di Pasqua. Il presidente Barbara Di Rollo aveva evidenziato che anche oggi lei sarebbe stata impossibilitata, ma che se c’era l’accordo della conferenza dei capigruppo avrebbe convocato l’assise alle ore 19, in tempo per essere presente, anche se con un giorno di anticipo. Doveva esserci l’accordo dei capigruppo. C’è stato.

Quell’accordo è stato però messo in discussione proprio da De Sanctis in apertura di seduta, evidenziando che non c’erano i 5 giorni previsti dal regolamento. A quel punto è giunto il triplice fischio del Segretario, a meno di 20 minuti dall’inizio: “Abbiamo dei debiti fuori bilancio da votare, ci sono 6 consiglieri assenti che possono impugnare le delibere”.

Neanche gli auguri di Pasqua

A quel punto De Sanctis chiedeva di discutere solo le interrogazioni. Nulla da fare, le eccezioni sollevate hanno impedito al Consigliere di avere le risposte che voleva.

I pochi spettatori presenti non si sono persi un grande “spettacolo”: si sarebbe parlato del colore dei murales, quartieri e poco altro. (Leggi qui: Nulla da dire, riuniamo il Consiglio).

Ma il dato politico che continua ad emergere è la spaccatura sempre più profonda tra maggioranza e Renato De Sanctis, ex sostenitore del sindaco che con la sua lista esprime un assessore in giunta. Per due anni costola della maggioranza, oggi non risparmia nulla ai suoi ex compagni.

Poteva essere almeno l’occasione per scambiarsi gli auguri di Pasqua, ma i rapporti sono più tesi che mai. E questa sera in Consiglio non c’era il clima giusto per festeggiare. Nell’uovo il presidente Barbara Di Rollo ha trovato una brutta sorpresa e uscendo dalla sala Di Biasio si è sfogata con alcuni consiglieri: “Questo è ciò che succede quando si cerca di essere sempre disponibili andando incontro alle esigenze di tutti”.