Il Consiglio Provinciale fermo da mesi. Ecco il motivo…

Troppi nodi politici. Dalla vice presidenza vacante alle aspettative di Quadrini e Mignanelli. Da Vacana che flirta con i Cinque Stelle a Cinelli che ancora non viene fatto entrare al posto di Bondatti. Ecco perché il Consiglio Provinciale non si riunisce

Ad ottobre scade il mandato del presidente della Provincia Antonio Pompeo e dei 12 consiglieri. Da agosto inizieranno, rigorosamente lontano dai riflettori, le grandi manovre per le candidature a consigliere.

Per quanto riguarda la presidenza, sicuramente Antonio Pompeo (Pd) si presenterà per il bis se dovesse essere confermato sindaco di Ferentino.

 

Un’elezione nella quale a votare sono sindaci e consiglieri dei 91 Comuni con il meccanismo del voto ponderato, in base al quale gli amministratori degli enti più grandi “pesano” di più.

Il Movimento Cinque Stelle non ha sindaci e conta pochi consiglieri comunali in Ciociaria. Quindi è fuori gioco. Discorso diverso per il centrodestra, che in assemblea dei sindaci ha sempre dimostrato di potersela giocare, a volte prevalendo (come sul servizio idrico), altre volte perdendo (come sulla Saf).

 

Chi sarà lo sfidante di Pompeo, considerando che tra Forza Italia e Lega potrebbero non esserci identità di vedute.

L’unico nome che potrebbe mettere d’accordo la coalizione è quello del sindaco di Frosinone Nicola Ottaviani, il quale però concorrerebbe soltanto se avesse la matematica certezza di vincere. Bisognerà vedere l’esito della tornata amministrativa del 10 giugno, considerando che le urne saranno aperte in Comuni come Ferentino, Anagni, Fiuggi, Arpino.

 

Intanto però dal consiglio provinciale non arrivano segnali da mesi. Nessuna convocazione da parte del consigliere delegato alla presidenza dell’aula, Luigi Vacana. Tra pochi giorni la convocazione dell’aula sarà “dovuta” esclusivamente perché bisognerà votare il bilancio.

Tanto per avere un’idea tutte le novità avvenute in questi mesi non sono state “ufficializzate” in consiglio provinciale. Andrea Amata, per esempio, è passato alla Lega dopo essere stato eletto in Alternativa Popolare, che nel frattempo non esiste più: Angelino Alfano si è ritirato (per ora), Maurizio Lupi e Beatrice Lorenzin si sono divisi. Amata ha rimesso la delega di vicepresidente, a giugno si voterà anche nel suo Comune ad Atina e quindi dovrà lasciare la carica di consigliere provinciale. Eppure, in aula tutto questo non è arrivato.

Da mesi attende di poter subentrare Antonio Cinelli (Pd), visto che le dimissioni di massa ad Anagni hanno messo fine all’esperienza di Maurizio Bondatti. Con tutti i malumori che ci sono nel Pd ci manca solo il continuo rimandare quello che è un atto dovuto. Cinelli è passato dall’incazzatura allo sbigottimento. Qualcuno ha commentato: “Capito perché siamo passati dal 40% al 18%”.

 

Gianluca Quadrini da mesi non è più capogruppo di Forza Italia, visto che ha lasciato il partito di Berlusconi (per contrasti con Mario Abbruzzese) per approdare a Noi con l’Italia di Maurizio Lupi e Alfredo Pallone. Ma in consiglio provinciale questo non è arrivato. Se dovesse diventare sindaco di Arpino, allora Gianluca Quadrini potrebbe in teoria essere il candidato del centrodestra alla presidenza. Ma sa perfettamente che i veti incrociati scatterebbero immediatamente.

Potrebbe invece essere indicato da Pompeo come vicepresidente, anche per un discorso strategico: con il voto ponderato le alleanza trasversali possono essere decisive. Però la vicepresidenza è stata già prenotata da Massimiliano Mignanelli, eletto consigliere nella lista del Pd ma esponente del Partito della Lorenzin. Anche in questo caso le alleanze sono un tema strategico.

 

Ma in consiglio provinciale non sono state comunicate altre due novità, ormai vecchie di mese. Domenico Alfieri è il segretario reggente del Pd e Danilo Magliocchetti il nuovo capogruppo di Forza Italia.

 

Luigi Vacana da mesi non convoca l’organo consiliare. Il tempo si è fermato a piazza Gramsci. Perché?

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