Il coraggio di Zingaretti, il rancore di Renzi e il silenzio degli altri big del Pd

L’ex rottamatore  boccia l’ipotesi del Governatore del Lazio segretario. Gli risponde Massimiliano Smeriglio. Ma a questo punto, con il partito condannato all’irrilevanza per la serie infinita di sconfitte del Giglio Magico, i leader devono battere un colpo vero. Altrimenti dietro l’angolo c’è l’estinzione politica

Dal salotto di Lilli Gruber, Matteo Renzi ha detto che Nicola Zingaretti non può fare il segretario del Partito Democratico perché ha un atteggiamento ambiguo nei confronti del Movimento Cinque Stelle. (leggi qui L’anatra zoppa e Zingaretti volano: sondaggio choc per i renziani)

Nel giro di pochi minuti Zingaretti ha ritenuto che non dovesse essere lui a rispondere all’ex rottamatore e così  è stato Massimiliano Smeriglio a ricordare al senatore del Pd che in realtà nel Lazio Zingaretti ha battuto i Cinque Stelle, mentre a livello nazionale il risultato ha visto il Pd staccato di brutto dai pentastellati.

 

Ora è chiaro che Renzi teme la candidatura di Nicola Zingaretti alla Segreteria del partito. Quello che però sorprende è anche e soprattutto il silenzio di tutti gli altri big del Partito Democratico. Perché parliamo di un Partito che in pochi anni ha perso quasi 5 milioni di voti, staccando la connessione con pezzi fondamentali della società civile: il lavoro, la scuola, le fabbriche, gli emarginati, il sociale.

È curioso che Renzi oggi faccia la vittima e lamenti di essere stato colpito dal fuoco amico, quando per anni è stato lui ad impugnare il lanciafiamme contro gli avversari interni, da Massimo D’Alema a Pierluigi Bersani.

 

Ma la cosa che nessuno considera è un’altra. Il 4 marzo scorsoil Pd era comunque il secondo partito italiano (18%), dopo i Cinque Stelle. E la coalizione di centrosinistra copriva un’area del 25%. Decisiva se Renzi avesse deciso di sostenere l’iniziativa di Roberto Fico e Maurizio Martina, andando al governo con i Cinque Stelle.

Quel no pronunciato dal salotto di Fabio Fazio ha condannato il Pd all’irrilevanza, con i sondaggi in caduta libera.

 

A questa condizione il Pd è arrivato per le scelte di Matteo Renzi e del Giglio Magico, che hanno accumulato una serie di sconfitte che nemmeno la maglia nera al Giro d’Italia servirebbe a sottolineare.

Nicola Zingaretti  cercherà la scalata alla segreteria. Ma da solo non può farcela e i gruppi parlamentari sono a maggioranza renziana perché scelti dall’ex sindaco di Firenze nella fase di compilazione delle liste. Gli altri big del partito a questo punto devono scegliere.

Se restano in silenzio sono condannati all’estinzione. Con Renzi.