Il Coronavirus ha già fatto danni a Cassino

Decine di cancellazioni negli alberghi di Cassino: il turismo rischia di ricevere un brutto colpo a causa del Coronavirus. Il sindaco lancia l'allarme. Basta psicosi. La discussione sulla pista ciclabile. Ed i dolori dell'ex Carlo Maria

Alberto Simone

Il quarto potere logora chi lo ha dato per morto

E il sindaco di Cassino che fa? Questa la domanda ricorrente da ormai una settimana, quando cioè nel Nord Italia è esplosa l’emergenza coronavirus. In pochi giorni l’Italia è diventato il terzo Paese al mondo per numero di contagiati. La situazione è peggiorata di giorno in giorno, e dal lodigiano alla Ciociaria è stato un attimo. Ma non affatto per numero di contagiati, bensì per la psicosi.

Il consiglio comunale di Cassino

Quella dei cittadini, legittima. Ma anche quella di alcuni amministratori che hanno emesso ordinanze restrittive con quarantena obbligatoria quasi per tutti: tant’è che è dovuto intervenire il prefetto per far innestare la retromarcia a qualche primo cittadino a cui era scappata la frizione.

E il sindaco di Cassino che fa? Hanno continuato a chiederglielo con insistenza, portando l’argomento anche in Consiglio comunale con la richiesta da parte delle opposizioni di chiudere le scuole. Il primo cittadino non ha però ceduto alle pressioni dei social. “Mia figlia sarebbe la prima ad essere felice se chiudo le scuole, ma la psicosi rischia di fare più danni del virus” ha risposto Salera in Consiglio comunale.

La razionalità del sindaco continua a prevalere sull’emotività e il primo cittadino ha quindi spiegato a tutti i cittadini perchè in questi giorni di caos assoluto non ha voluto partecipare alla fiera social di chi la spara più grossa. Con un intervento permeato dal pragmatismo che lo contaddistingue solo ieri ha rotto il silenzio. Ed ha evidenziato: “In questi giorni tanti di voi mi hanno chiesto di prendere provvedimenti. Tanti di fare ordinanze, di chiudere scuole o uffici pubblici, di fare dichiarazioni e post sui social. Alcuni lo hanno fatto per paura, altri come speculazione politica e altri come consigli sinceri“. La stoccata alla Lega e a FdI è servita.

I danni già fatti

Il sindaco di Cassino Enzo Salera

Poi, messo da parte il pitbull che è in lui, schierando invece l’uomo delle istituzioni spiega: “In questi giorni abbiamo lavorato in silenzio, come tutti avrebbero dovuto fare, senza isterismi, ma con molta attenzione: siamo stati ora dopo ora in contatto con la Prefettura, la Protezione Civile e l’Asl Regionale“.

Quindi ecco il passaggio chiave in cui mette in mostra tutta la razionalità che contraddistingue il suo operato e quello della sua amministrazione: “Dovremmo concentrarci non solo sul coronavirus, che desta attenzione e preoccupazione e che dovremo affrontare con tutte le cautele del caso se e quando arriverà nella nostra Regione, perché è naturalmente molto probabile. Ma guardate che questi 5 giorni hanno già provocato danni irreparabili alla nostra economia, per cui ci vorranno mesi e forse anni per riprenderci.

Quando parlo di economia non penso ai grandi fondi finanziari ma penso alle nostre aziende, agli alberghi che dovranno chiudere perché non ci sono più prenotazioni dall’estero e dall’Italia. A chi vive di cultura e di eventi e che perde soldi e lavoro, a tutti coloro che nei trasporti, nelle fabbriche o nel commercio soffriranno una crisi senza precedenti“.

La piazza virtuale di facebook gli riserva oltre 500 like: difficile, del resto, non essere d’accordo. Salera resterà in contatto con la prefettura e la Asl anche durante questi giorni in cui non sarà in Italia: oggi, difatti, insieme al presidente del Consiglio Barbara Di Rollo, al consigliere Rosario Iemma ed altri amministratori parte alla volta di Budapest per l’accensione della fiaccola benedettina.

La buca sulla pista ciclabile

Tommaso Marrocco ed Enzo Salera

E siccome quando il gatto non c’è i topi ballano, ecco che anche nella sua granitica maggioranza si registra qualche episodio alquanto singolare. Succede che il vice sindaco Francesco Carlino con delega ai lavori pubblici dalla sua pagina facebook rende noto: “I primi pali montati per illuminare la pista ciclabile grazie al finanziamento ottenuto dal Ministero dello Sviluppo Economico per l’efficientamento energetico. Finalmente una delle aree più frequentate della nostra città sarà fruibile anche nelle ore serali estive e pomeridiane invernali, come più volte richiesto dai cittadini. Non avremo più scuse per non fare un po’ di sano sport all’aperto! Ed è solo l’inizio“.

Appunto, è solo l’inizio. Il seguito lo scrive il consigliere Tommaso Marrocco, eletto nelle fila del Pd, lo stesso Partito che esprime in giunta l’assessore Carlino. Ma Tommaso Marrocco, vecchia scuola e affezionato al quotidiano, alla comunicazione social preferisce quella della carta stampata. E così dirama una nota alle redazioni dei giornali per dire che le luci non bastano, bisogna mettere in sicurezza la pista ciclabile.

Argomenta il consigliere: “Ritengo che vi sia una grande incongruenza di fondo che caratterizza il percorso di quella che io definisco essere uno dei fiori all’occhiello della nostra città: la pista ciclabile sul lungofiume, valvola di sfogo di molti amatoriali e non podisti e ciclisti.

La pista ciclabile di Cassino

Come si può accettare che una pista ciclabile, luogo per eccellenza non carrabile, sia attraversata da due arterie ad alto scorrimento quali sono la la via San Pasquale, strategica per il traffico diretto all’ospedale, e la via Sferracavalli, teatro purtroppo del tragico incidente e di altri episodi spiacevoli sempre riconducibili ai suddetti incroci? Non mi limito a denunciare la grave anomalia ma, come sempre è mio rigore, a proporre anche delle soluzioni praticabili soprattutto dal punto di vista economico.

Nella fattispecie i due incroci pericolosi potrebbero essere bypassati attraverso dei sottopassi che già di fatto esistono. A costo quasi zero. Si dovrebbero solo creare due rampe di accesso prima e dopo i ponti insistenti sui due incroci suddetti, oltre che naturalmente la sistemazione dei passaggi sotto i due ponti“.

La sede inopportuna

Nulla da eccepire: ha fotografato quelle che sono le oggettive criticità e ha fornito una soluzione che potrebbe essere praticabile. Ma com’è noto la forma è sostanza, quindi la domanda sorge spontanea: ma Marrocco, che tra l’altro milita nello stesso partito di Carlino, la mail non poteva inviarla al sindaco e al vice sindaco anzichè che alle redazioni dei giornali? Non poteva portare questo argomento nelle apposite commissioni e nelle riunioni di maggioranza? Non poteva delegare Carlino per attivare la giunta?

Sarebbe stato certamente più normale e logico, a meno che, portando all’attenzione dell’opinione pubblica gli interventi da fare facendo pressing come un qualsiasi consigliere di minoranza, non abbia voluto mandare un segnale ben preciso. Che è bene il sindaco colga, prima che sia troppo tardi.

Le lodi a Carlo Maria

Carlo Maria D’Alessandro – Foto: © Michele Di Lonardo

Salera per il momento può comunque dormire sonni tranquilli, questo non è nulla al confronto di quel che accade nel centrodestra. Un anonimo giornalista (?) ha declamato le lodi di D’Alessandro su un media locale, mettendo in luce l’ottimo operato dell’ex sindaco in contrapposizione ad Abbruzzese che in Consiglio comunale lo aveva sbugiardato a proposito del bando dei parcheggi a pagamento schierandosi con il sindaco Salera.

Si avvalora sempre di più l’informazione che era giunta ad Alessioporcu.it secondo cui l’ex sindaco avrebbe fatto volare il suo smartphone mentre assisteva allo streaming del Consiglio comunale nel quale Abbruzzese metteva a nudo le sue tesi sulle modifiche al capitolato sventolate ai quattro venti giorni addietro. (leggi qui Villini, virus, rigenerazione: sciabolate in Consiglio)

Non c’è ancora conferma sul giornalista (?) che ormai da un po’ di tempo declama le lodi di D’Alessandro su ogni argomento di attualità: ma la stessa fonte che aveva informato sullo smartphone fatto volare, fa sapere che c’è nessuno dedito ad occuparsi delle gesta dell’ex sindaco. Figurarsi i giornalisti che hanno tanto da fare in questo periodo. È lui, convinto di avere ancora la fascia, che si scrive gli articoli da solo e cerca ospitalità sui media.

Carlo Maria D’Alessandro e Mario Abbruzzese

Chi può, quando può, gli assicura ospitalità. E’ una sorta di gesto di affetto, anche per farlo sentire un po’ meno solo: nel centrodestra, oramai, non lo cerca quasi più nessuno. E se non si difende da solo, non lo difende nessuno.

Carlo Maria non meritava questo. Se non ci fosse da piangere ci sarebbe da ridere!