Il dalemiano De Angelis e la lista di proscrizione: “Niente prigionieri”

Francesco De Angelis è stato, è e resterà sempre dalemiano. Lascia stare Bersani e la parentesi di Ignazio Marino, lascia stare Matteo Renzi (oggi anche Berlusconi è renziano), lascia stare tutto. De Angelis sta soltanto aspettando di vedere cosa succederà all’interno del Partito. Hai letto che D’Alema ha detto che il Pd sta deperendo? La chiave è quella. E se vuoi te la spiego”.

Francesco De Angelis è conosciuto molto anche a Roma. In passato – negli anni Novanta – è stato strategico per la vittoria di Nicola Zingaretti al congresso regionale dell’allora Pds, più volte è stato l’ago della bilancia negli equilibri regionali del Partito. Se non avesse avuto questo peso specifico, uno squalo come Michele Meta non gli avrebbe spianato la strada verso la Pisana; un peso massimo (politicamente) come il Papa Nero Goffredo Bettini non avrebbe scelto lui per andare al Parlamento Europeo. E ancora oggi a Roma si parla di Francesco DE Angelis. Lo fa un autorevolissimo esponente dei Democrat. Accetta di effettuare l’analisi soltanto “sotto copertura”.

Il punto non è governare l’Italia, il punto è governare il Partito. Massimo D’Alema se ne frega se Matteo Renzi fa il record di permanenza a Palazzo Chigi. Lui ripete che al governo, Renzi ci è arrivato e ha potuto fare il bello e cattivo tempo perché è anche il segretario del Pd. Senza passare per le elezioni. Ma prima o poi in questo Paese si voterà e se il Pd fletterà scatterà l’attacco interno al segretario-premier. Se poi dovesse fallire la riforma al Senato, tanto meglio. Nei territori è la stessa cosa. Francesco De Angelis sa che l’ascesa di Francesco Scalia è stata favorita dall’avvento di Renzi, che ha svuotato di poteri le federazioni provinciali. Ma se la situazione cambia, la rappresaglia sarà immediata e durissima. Non si faranno prigionieri insomma. Perciò De Angelis vuole prepararsi il terreno e avere un segretario di fiducia alla guida della federazione. Così sarà già pronto. Simone Costanzo? Non è detto. Comunque, De Angelis guarda a D’Alema e ha già pronta la lista di proscrizione: Francesco Scalia, Maria Spilabotte, Antonio Pompeo, Nazzareno Pilozzi, Marino Fardelli, Daniela Bianchi. Alla Regione continuerà a puntare su Mauro Buschini, alla Camera punterà su se stesso. Se Renzi resta in sella? A quel punto il piano B sarebbe la scissione e la formazione di una forte realtà di sinistra. Nicola Zingaretti? Si è già sfilato, hai visto che ora vuole abolire lui le Regioni? E comunque a De Angelis non frega nulla neppure di Zingaretti. C’è un solo leader massimo ed è D’Alema. Ricordati questa analisi e segna la data: 13 settembre 2015. Francesco De Angelis risponde solo a Massimo D’Alema”.

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