Il fango degli incapaci

Senza ricevuta di Ritorno. La raccomandata del direttore su un fatto del giorno. Siamo circondati da incapaci. Che per nascondere i loro fallimenti infangano chi invece riesce a fare

Alessio Porcu

Ad majorem Dei gloriam

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Incapaci. Uomini, ma anche donne, falliti. Non economicamente: quello può accadere, fa parte della vita; si può cascare ma si deve ripartire, facendo tesoro di quanto è accaduto. No, non parliamo di falliti sul piano economico. Ma di falliti dentro: sul piano morale. Di gente incapace di realizzare, costruire, amare, dare.

Gente che non prende spunto dai successi degli altri. Non cerca di imitarne il percorso. Non lo fa perché ogni successo costa fatica, ci sono notti passate in piedi a trovare una soluzione, ci sono rischi accettati, ostacoli affrontati.

È molto più facile invidiare, odiare: dire che quei successi sono il frutto di chissà quali aiuti. Del Partito Democratico, di Giove Pluvio, dei poteri forti. E per contro ci si dipinge come vittime: di un sistema cattivo che esclude.

Invece è solo che non siamo tutti uguali. Uno vale uno, non significa uno vale l’altro. Ma gettare fango sul prossimo è più comodo, più facile. Lo scriveva Seneca a Lucilio: Una gran parte della vita ci sfugge nel fare il male, la maggior parte nel non fare nulla, tutta quanta nel fare altro da quello che dovremmo.

Il fango giustifica incapaci e falliti ai loro stessi occhi. Non a quelli degli altri. 

Incapaci di amare, capaci di odiare

Chiedetelo a Reinhold Messner, famosissimo scalatore, per anni testimonial di una celebre acqua minerale altissima e purissima: un’autorità mondiale.

Gli incapaci, non sapendo cosa rimproverargli dissero che era responsabile della morte di suo fratello Gunther, mai più sceso dal Nanga Parbat, massiccio dell’Himalaya che provarono a scalare. Dissero che l’aveva abbandonato per salvarsi la vita. Sulla base di che, non si capisce, dal momento che i due erano soli lissù tra neve e cielo.

Oggi, a distanza di 52 anni, quella neve ha restituito lo scarpone di Gunther: è la prova che venne travolto da una valanga, come disse Rainhold. E che il resto era solo fango dei falliti. Lui oggi dice: “Non ho più emozioni”. Ha ragione: chi sa amare, spesso non sa odiare. Per quello ci sono i falliti.

Senza Ricevuta di Ritorno.