Il Frosinone piange Bruno Graziani il “rosso volante” dell’area di rigore

È morto a 77 anni l’ex attaccante giallazzurro. Con 18 reti fu uno dei grandi protagonisti della prima promozione in Serie C conquistata nel 1966 dopo un avvincente duello con il Latina.

Alessandro Salines

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È stato un bomber di razza, un vero crack nella Serie C degli anni ‘60-70. Avrebbe meritato forse un’altra carriera, considerando che nelle giovanili della Lazio era uno dei talenti più forti. Bruno Graziani, morto a 77 anni in queste ore, è stato uno dei calciatori più apprezzati dai tifosi del Frosinone, soprattutto quelli non più giovanissimi.

Pur avendo giocato soltanto due stagioni in maglia giallazzurra, il suo nome è legato a filo doppio alla storia del club ciociaro. Con 18 gol Graziani infatti è stato tra i grandi protagonisti della prima promozione in C nel 1966, conquistata dopo un avvincente duello con i rivali di sempre del Latina. 

IL CORDOGLIO DEI TIFOSI

Bruno Graziani con il presidente Maurizio Stirpe

Sui social tanti tifosi hanno voluto ricordare Bruno Graziani, soprannominato il “rosso volante” per la capigliatura e per l’attitudine ai gol in acrobazia.

Molti messaggi nei confronti di un giocatore che ha lasciato un segno importante in tutte le squadre dove ha militato a partire dalla Lazio, passando per il Frosinone, il Prato, la Casertana, il Vigevano, il Livorno, il Gallipoli e la Juve Stabia.

Era molto apprezzato non solo per le doti in campo ma anche e soprattutto per la sua umanità. Nel capoluogo ciociaro era tornato per la festa degli 80 anni della società e il 23 giugno del 2016 in occasione dell’evento “Orgoglio giallazzurro” organizzato per celebrare la prima promozione in Serie A.

A Livorno poi è stato un vero e proprio idolo con 100 presenze e 47 reti in tre campionati. Grandi ricordi di lui a Caserta o a Gallipoli dove nel 1977 vinse il campionato di Serie D a 34 anni (non a caso i tifosi pugliesi lo chiamavano il “vecchietto”) segnando 11 reti.

I funerali di Bruno Graziani si terranno giovedì a mattina alle 11 presso la chiesa Nostra Signora del Suffragio e Sant’Agostino di Canterbury a Roma.

IL TRIONFO A FROSINONE

Il Frosinone 1965-66

Bruno Graziani arrivò a Frosinone a 21 anni nel 1964 reduce dalla parentesi alla Salernitana. Nel primo campionato disputò 27 gare firmando 7 gol.

Nella stagione seguente l’esplosione. La formazione, guidata dal tecnico Umberto De Angelis, venne promossa per la prima volta in Serie C dopo un appassionante testa a testa col Latina. Graziani segnò ben 18 reti in 31 presenze. Con Benvenuto e Caputi formarono una linea d’attacco formidabile capace di siglare 42 dei 58 gol totali.

Ai vertici della società i fratelli Roberto e Benito Stirpe, rispettivamente zio e papà di Maurizio. Il medico sociale era Nino Bucchiarone, una vera istituzione del calcio frusinate, per oltre 40 al fianco dei calciatori canarini.

Un gruppo forte e molto unito composto da giocatori che hanno scritto pagine bellissime del romanzo giallazzurro. Tra questi il capitano Egidio Fumagalli, una delle bandiere del club canarino con 148 partite, il portiere dei record Raffaele Trentini (nella stagione 1967-68 migliorò il primato nazionale d’imbattibilità portandolo a 1 204’), Piero Del Sette, Giovan Battista Benvenuto, Franco Caputi e Livio Da Col.  

SCUOLA LAZIO

Bruno Graziani nel 1977

Bruno Graziani, romano, ha mosso i primi passi nelle giovanili biancocelesti. Titolare nella squadra di De Martino nel 1962-63, è stato uno dei più promettenti elementi del vivaio laziale. Nel Torneo giovanile di Ginevra del 1963 fu premiato come miglior giocatore nonostante la presenza di calciatori di tutte le più forti squadre europee.

È stato un attaccante tutto guizzi, dribbling e serpentine in un fazzoletto di campo. Malgrado le grandi qualità non è andato mai oltre la Serie C dove comunque è stato uno degli attaccanti più importanti.

Dalla Lazio andò in prestito alla Salernitana. Dopodiché ha militato nel Frosinone, nel Prato, nella Casetana, nel Vigevano, nel Gallipoli e nella Juve Stabia.

Ha appeso gli scarpini al chiodo nel 1980 a 37 anni dopo 517 partite e 164 gol tra Serie C e D. E’ stato anche uno stimato allenatore lavorando nel settore giovanile della Lazio.