Il Frosinone si è costruito una dote da custodire ed arricchire

La squadra giallazzurra consolida il primato vincendo la quinta vittoria di fila e toccando quota 27, un punteggio straordinario dopo 12 giornate. Negli ultimi 10 anni solo il Sassuolo (2012-2013) ha fatto meglio in Serie B. Grosso ha superato anche Stellone e Longo, i tecnici delle 2 promozioni

Alessandro Salines

Lo sport come passione

Un campionato finora straordinario. Quello giocato dal Frosinone che tenta la prima fuga a +5 dalla seconda Genoa (giocherà lunedì a Reggio Calabria) ed a +6 dalla terza Ternana. Ventisette punti, 9 gare vinte su 12 sono uno score da record o quasi. Tanta, tanta roba. Negli ultimi dieci anni infatti solo una squadra (il Sassuolo 2012-2013) ha fatto meglio dopo 12 giornate, conquistando 31 punti. Fabio Grosso ha eguagliato Pecchia (anche il suo Verona era a 27) ed ha superato i suoi predecessori Stellone e Longo che alla fine vennero promossi in Serie A. Un punteggio insomma eccezionale che apre scenari nuovi ed alimenta l’entusiasmo.

Grosso meglio di Stellone e Longo

Fabio Grosso

Contro il Perugia il Frosinone ha ingranato la quinta (come le vittorie di fila) toccando quota 27 dopo 12 giornate. Una media-punti di 2,25 a partita che fa capire il ritmo tenuto finora dalla squadra ciociara. Fabio Grosso insidia Eusebio Di Francesco che alla guida del Sassuolo 10 anni fa aveva 31 punti frutto di 10 vittorie, 1 pareggio ed 1 sconfitta. Gli emiliani al termine di quel campionato vennero promossi per la prima volta in Serie A arrivando ad 85 ma c’erano ancora le 22 squadre.

Anche il raffronto con le stagioni delle promozioni in Serie A confermano la straordinarietà del cammino dei giallazzurri. Nel 2014-2015 il Frosinone della prima storica promozione in Serie A aveva 22 punti ed era secondo dietro il Carpi a 24. La formazione di Longo, salita in A dopo i playoff, era a quota 20 alle spalle della capolista Palermo a 21. Una differenza di 5 e 7 punti che in un torneo incerto come la Serie B comincia ad essere consistente.

E se vogliamo fare un riferimento al passato più recente c’è ad esempio il Lecce che la stagione scorsa aveva 23 punti dopo 12 turni e a maggio è stato promossa chiudendo al primo posto. Il Frosinone si è costruito una bella dote che adesso va custodita gelosamente e arricchita. Una dote da investire in termini di entusiasmo e credibilità. A partire dall’anticipo di venerdì ad Ascoli contro l’ex Dionisi.

Tanti pareggi e chi vince vola

L’esultanza dei giallazzurri dopo il gol di Rohden contro il Perugia

Il quinto successo di fila, il sesto consecutivo in casa senza subire reti, ha un peso ancora maggiore in un torneo che da 2 turni è segnato dai pareggi (5 su 9 gare in attesa di Reggina-Genoa ed altrettanti la settimana scorsa). Mentre sembra prevalere la logica dei piccoli passi (meglio 1 punto che zero) con la posta in palio sempre più alta malgrado si è soltanto alla 12^, il Frosinone ha trovato una regolarità importante ed ha lanciato una fuga che non sembra casuale. Grosso è stato pure agevolato dalla continuità del progetto che poche squadre hanno potuto avere.

“Conquistare tanti punti in così poche giornate non è stato facile, ce li prendiamo tutti – ha osservato Grosso I molti pareggi testimoniano la difficoltà del campionato. Le 9 vittorie in 12 gare fanno la differenza. E’ questo che ha cambiato la classifica, sappiamo metterci sempre in discussione e prepararci sempre al meglio. Il segreto è arrivare ad ogni partita come se fosse l’ultima”.

Partita sporca, vittoria pulita

Il difensore Ravanelli nella gara di sabato

Il Frosinone non ha brillato come è accaduto in altre gare. La vittoria contro il Perugia però è meritata e legittima anche se è arrivata dopo una gara sporca. Vincere questo tipo di partite è un merito e non un demerito. E’ un segnale di maturità e crescita. E quanti storcono la bocca dovrebbero rendersi conto che non si può sempre dare spettacolo. Altrimenti bisognerebbe andare al circo e non allo stadio.

Nel calcio infatti esistono diversi fattori da calcolare e c’è l’imponderabile che può fare la differenza. Ben vengano le vittorie sporche: i grandi risultati passano pure da questo percorso. E poi il Frosinone non si è snaturato perché l’identità e lo spirito sono sempre gli stessi. Cambiamo ovviamente gli avversari e le situazioni che influiscono nel bene e nel male.           

Cinico e solido

Il portiere Turati imbattuto in casa

Non è stato forse il miglior Frosinone ma contro il Perugia ha messo in mostra concretezza e grande solidità. Due qualità che nel calcio non sono secondarie. Tutt’altro. La squadra di Grosso ha sfruttato l’occasione propizia con Rohden e poi ha blindato il risultato rischiando pochissimo. E proprio la fase difensiva continua ad essere il punto di forza del Frosinone: retroguardia meno battuta (7 reti) e in casa non ha ancora incassato reti (solo il Barcellona nei principali campionati europei non ha subito gol nelle gare interne). Lucioni e soci concedono pochissimo agli avversari ma il merito è sicuramente dell’organizzazione che coinvolge tutti i reparti.

“Io credo che alla base ci sia un lavoro di squadra – ha confermato il portiere Turati al sesto clean sheet su altrettante partite allo “Stirpe”, settimo a livello generale – Poi ci sono pure le individualità come Ravanelli, Lucioni che è un giocatore di assoluta esperienza”.

Solido e cinico per un campionato straordinario.