Il futuro è adesso. E lo stiamo perdendo (di C. Trento)

Foto: © Imagoeconomica, Alessia Mastropietro

Quando non ci sono soluzioni da proporre e non si sa cosa fare, si moltiplicano i “tavoli”. Ne sono stati istituiti su tutto. Nessuno ha portato un solo risultato concreto. La realtà è che «Non esiste vento favorevole per il marinaio che non sa dove andare»

Corrado Trento

Ciociaria Editoriale Oggi

Qualcuno si sta ponendo realmente il problema del futuro dell’economia di questa provincia? Un dossier del centro studi di Unindustria sottolinea, sul versante delle esportazioni, che il trend è caratterizzato da forti oscillazioni, a causa della crescente turbolenza dei mercati internazionali ma anche della marcata concentrazione merceologica dell’export provinciale. Considerando che i primi due gruppi, Medicinali e preparati farmaceutici e Autoveicoli coprono il 79% dell’export provinciale.

In altri termini, qualcuno si sta ponendo il problema legato al futuro dello stabilimento Fca del cassinate e dell’intero indotto?

Il sindaco di Cassino Enzo Salera sta martellando su questo tema, ma non trova sponde importanti. Si tratta di un argomento che dovrebbe stare sul tavolo del Governo. Perché gran parte dell’economia del territorio si regge su questa architrave.

Sarà pure vero che ormai le dinamiche economiche viaggiano su binari propri e che i mercati contano più della classe dirigente. Ma allora a cosa serve la politica?

Nel gennaio scorso, in un’intervista a Qui Magazine, il vicepresidente nazionale di Confindustria Maurizio Stirpe disse a proposito dell’ecotassa: «Si è andati ad incentivare oltre misura l’elettrico in un momento in cui il Paese non è in alcun modo strutturato per poter provare ad iniziare a fare degli acquisti di motori elettrici in modo massiccio. Secondo me il rimedio è molto peggiore del male. Tutto questo naturalmente avrà un effetto negativo sul mercato della produzione di automobili in Italia. Speriamo che, una volta valutati gli effetti negativi che questo provvedimento produrrà, possa essere corretto dal Governo e che ci sia un’assunzione di responsabilità in questo senso». (leggi qui Stirpe, le carezze con la frusta. Un concetto ribadito su Alessioporcu.it Stirpe: «I 27 miliardi per le opere pubbliche? Temo che esistano solo sulla carta»).

Nessuno ha corretto un provvedimento che ha invece comportato effetti negativi in un settore chiave.

I tavoli inutili e la necessità di fare squadra

Quando non ci sono soluzioni da proporre e non si sa cosa fare, si moltiplicano i “tavoli”. Negli ultimi anni in provincia di Frosinone sono stati istituiti tavoli su tutto: dall’ambiente alle varie crisi aziendali e lavorative.

Non si ha memoria di un solo risultato positivo e concreto ottenuto.

D’altronde Seneca ammoniva: «Non esiste vento favorevole per il marinaio che non sa dove andare». Bisognerebbe prima capire quale direzione intraprendere. Torniamo al punto di partenza e cioè all’insostenibile leggerezza di una classe politica incapace di fare squadra. E incapace pure di cogliere i segnali. Come quello lanciato dal presidente della Camera di Commercio di Frosinone Marcello Pigliacelli, che ha invitato la Regione Lazio a procedere lungo il cammino intrapreso dell’accorpamento delle Camere di Commercio di Frosinone e di Latina.

In un’intervista a Ciociaria Oggi Pigliacelli ha usato un paragone efficace. Dicendo che oggi i due territori giocano in serie C, mentre con la fusione degli enti camerali potrebbero tranquillamente disputare, da protagonisti, il campionato di seria A. (leggi qui Pigliacelli: «Siamo in Serie C, la fusione ci farà giocare in A»)

Un input chiaro e netto quello di Marcello Pigliacelli, che però nessun esponente politico ha colto. Perché oggi non c’è alternativa ad unire le forze e a ragionare di squadra. È stato così per Unindustria. E proprio in queste settimane si stanno susseguendo atti e provvedimenti importanti sul progetto dell’Unione dei Comuni, lanciato proprio da Unindustria.

Non è soltanto una questione di “vento”, ma anche di attività legislativa: si va nella direzione dei consorzi e delle fusioni, perché altrimenti si resta tagliati fuori.

In questo territorio, però, si continua a ragionare in termini di campanili, per difendere i propri spazi, i pennacchi, le poltrone. Senza cogliere che il mondo sta andando da un’altra parte. Permane una logica superata e suicida come quella del “meno siamo e meglio stiamo”.

Una logica che, se vogliamo, impera pure nel capo della politica. Basta vedere quello che sta succedendo in Forza Italia. Un partito in caduta libera nei voti reali e nei sondaggi, dove però si continuano ad alzare muri e a consumare scissioni. Spesso più annunciate che portate a termine. Ma così è se vi pare, avrebbe detto Pirandello.

Anche se non vi pare, aggiungiamo molto modestamente noi.

Il sindaco Morini più isolato che assediato

Terremoto nel settore urbanistico del Comune di Alatri. In settimana la Guardia di Finanza ha notificato gli avvisi di chiusura indagine a 17 persone, tra le quali il sindaco Giuseppe Morini. I reati contestati a vario titolo sono abuso d’ufficio, falsità ideologica, false attestazioni e asseverazioni in materia di segnalazione di inizio attività nel settore urbanistico.

Il tema è quello dei condoni e degli abusi edilizi. Sul versante giudiziario la parola spetterà alla magistratura e naturalmente vale il principio della presunzione di innocenza. Ma sul piano politico la questione è diversa. Lo stesso Morini ha voluto sottolineare che in ogni caso la vicenda lo chiama in causa non come sindaco, ma come libero professionista (ingegnere). In politica esiste il criterio dell’opportunità.

Magari Giuseppe Morini avrebbe potuto scegliere di astenersi dallo svolgere la sua professione di ingegnere nella città in cui è sindaco. Però, indipendentemente da tutto, sul piano politico sono mesi che Giuseppe Morini appare in difficoltà nel tenere la maggioranza. E proprio la maggioranza, nel ribadirgli la fiducia, ha premesso «che questo momento politico ed amministrativo, nonostante tutti gli sforzi messi in campo, per la nostra città non è dei migliori».

Insomma, c’è un problema di sintonia politica che è venuta meno. Soprattutto tra Giuseppe Morini e il Pd. Il primo cittadino non appare assediato, ma isolato.

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