Il gioco a passare il cerino acceso agli eletti

Il presidente della Provincia Antonio Pompeo li “chiama” su temi come lo sviluppo e il rifinanziamento della mobilità in deroga, il sindaco di Frosinone Nicola  Ottaviani li coinvolge sui bandi per la riqualificazione delle periferie. In realtà senatori, deputati e consiglieri regionali della provincia di Frosinone dovrebbero agire motu proprio. Territorio alla deriva.

Il presidente della Provincia Antonio Pompeo ha convocato i parlamentari eletti di questo territorio più volte, su temi importanti come lo sviluppo e il rifinanziamento della mobilità in deroga, una misura che rappresenta una boccata d’ossigeno per circa mille persone rimaste letteralmente senza reddito.

Il sindaco di Frosinone Nicola Ottaviani li ha coinvolti in consiglio comunale per un tema di estrema attualità, come quello dei bandi per la riqualificazione delle periferie. Auspicandone l’impegno congiunto a Montecitorio e a Palazzo Madama.

Sia il presidente della Provincia che il sindaco di Frosinone hanno iniziato a mettere gli eletti di fronte alle loro responsabilità.

 

Troppo comodo andare a Roma in un Parlamento tra i meno produttivi nella storia repubblicana. Troppo facile ridurre la politica ai selfie ed alle comparsate. Antonio Pompeo e Nicola Ottaviani hanno iniziato a dare i compiti a casa (anzi a Roma) ai sette tra deputati e senatori eletti sul territorio.

Con il risultato che in Provincia la volta scorsa, tranne un paio di eccezioni, non si sono visti. (leggi qui 7 parlamentari, 4 consiglieri regionali: solo 2 si presentano in Provincia al Tavolo sul Lavoro)

E nelle ore scorse, in municipio, la riunione di Consiglio si è conclusa con un’abile manovra concepita e attuata dal capogruppo azzurro Danilo Magliocchetti. Ha ottenuto l’approvazione all’unanimità un ordine del giorno che impegna i Parlamentari del territorio ad intervenire presso il Governo affinché restituisca al Capoluogo i soldi del bando delle periferie. Si tratta dei 18 milioni (più altri 10 milioni) di euro fatti saltare per concentrarli di fatto sui Comuni del Nord (leggi qui Ottaviani al Governo: «Carta canta, il contratto è registrato e ora mi dovete 18 milioni») e leggi qui Caro Ottaviani, ti hanno fregato due volte: ecco dove sono i 18 milioni che il Governo ti ha tolto).

 

Una missione impossibile. Per due motivi. Il provvedimento è stato mutilato, i soldi sono stati spostati su altri obiettivi. Ma i Parlamentari hanno detto si, che lo faranno. E ora Magliocchetti, Ottaviani, Pompeo, potranno bombardarli ogni giorno per chiedere: “A che punto siamo?”. Senza ottenere risposta.

 

L’anomalia, però, è anche un’altra. Ed è che gli eletti abbiano bisogno di essere convocati o stimolati. Ma perché, autonomamente non possono battersi per questo territorio?

Soprattutto in un momento storico e politico nel quale l’impegno “stretto” in Parlamento è minore? Lo schema del governo di Lega e Cinque Stelle, esattamente come quello degli esecutivi precedenti, è agire attraverso decreti legge da sottoporre poi, entro i successivi sessanta giorni, all’attenzione del Parlamento per la conversione.

Questo vuol dire che i senatori Massimo Ruspandini (Fratelli d’Italia) e Gianfranco Rufa (Lega) e i deputati Luca Frusone, Ilaria Fontana, Enrica Segneri (Movimento Cinque Stelle), Francesco Zicchieri e Francesca Gerardi (Lega) dovrebbero prendere l’iniziativa “motu proprio”.

Stesso discorso, per le materie di competenza della Regione, i consiglieri Mauro Buschini, Sara Battisti (Pd), Pasquale Ciacciarelli (Forza Italia), Loreto Marcelli (Movimento Cinque Stelle).

L’obiezione che spesso si fa è la seguente: “Ognuno deve occuparsi delle materie di competenza del ruolo per il quale è stato eletto”. In realtà è un ottimo alibi, per coprire il disimpegno o l’impossibilità di “determinare”.

Il territorio della provincia di Frosinone è alla deriva. Senza interventi e risultati veri, precipiterà. E gli stessi eletti, la prossima volta, non saranno riconfermati.

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