«Il Governo è in crisi e cadrà sull’economia»

Foto: © Imagoeconomica - Benvegnu' Guaitoli

Il governatore del Lazio e segretario nazionale del Pd prevede la caduta del Governo nel momento in cui dovrà mettere mano ai conti. Nessuna possibilità di fare da stampella. Crisi? Andare al voto. Ipotesi Sala come candidato premier.

Nicola Zingaretti non ha dubbi: «Il Governo è in crisi. Un Governo che non governa è sempre in crisi» ma sarà sull’economia che, in base alle previsioni del governatore del Lazio e Segretario nazionale Pd, i gialloverdi rischiano di cadere. Lo ha detto intervenendo in serata a Sky Tg24.

«L’attuale situazione economica – ha spiegato Nicola Zingarettipotrebbe portare la crisi del governo. Loro stessi hanno ammesso che o si aumenterà l’Iva o si taglieranno i servizi e questa verità verrà fuori dopo le elezioni Europee».

Se cade si va al voto

Il Partito Democratico non è disponibile a fare da stampella a governi alternativi. «Quando si arriverà alla crisi, bisognerà andare al voto» ha sostenuto Nicola Zingaretti nel corso dell’intervista. Ha sgomberato così il campo dai dubbi sollevasti nel pomeriggio da Luigi Di Maio che aveva sostenuto di avere i numeri per un governo alternativo in caso di rottura con la Lega.

La domanda sul punto a Nicola Zingaretti è precisa. Gli chiedono se non si siederebbe a un tavolo con i 5 Stelle. La risposta è «Io mi sederei davanti al presidente della Repubblica e chiederei il voto anticipato».

Anche perché la convinzione dell’ospite di Sky è che il Governo Conte non durerà a lungo. «Litigano su tutto ma nessuno si alza dalla poltrona. Non c’è accordo su nulla eppure rimangono lì ma non credo possa durare a lungo questo gioco delle parti».

Sala possibile candidato premier

A quel punto chi sarebbe l’uomo del Pd per Palazzo Chigi? Nicola Zingaretti ha sempre detto di non credere nel doppio ruolo: Segretario di Partito e Premier. Non cambia idea nemmeno ora.

Gli domandano se il sindaco di Milano Beppe Sala potrebbe essere un buon candidato premier. «Sala è una risorsa, non lo escludo. Sala è una grande personalità italiana, sta guidando la città più importante dal punto di vista dell’immagine».

Una convinzione nata dai risultati centrati da sala a Milano. Nicola Zingaretti li porta sotto la luce dei riflettori. «Milano è una città che ce la sta facendo, grazie a un buon governo. Unisce quello di cui in questo momento l’Italia e l’Europa avrebbero bisogno: crescita, sviluppo e solidarietà».

La Milano di Sala per Zingaretti è l’opposto del centrodestra. «Sviluppo e non lasciare sole le persone, benessere degli individui, esattamente l’opposto di quello che sta facendo questo governo per gli italiani, che li sta impoverendo e indebitando», ha spiegato intervenendo nel pomeriggio ad un’iniziativa politica a Milano.

Lista unica per mandare via Salvini

A proposito di elezioni Europee, il Segretario mette tutti dei fronte ad un’evidenza: la lista unitaria c’è. «Alcune settimane fa sembrava impossibile una lista unitaria alle Europee, una lista che unisce le differenze. E se ci pensate bene, l’unico voto che manda a casa Salvini è questa lista».

Ma un affondo lo riserva anche al Movimento 5 Stelle. Lo accusa di essere inefficace, approssimato, incapace. «Il voto a 5 Stelle abbiamo visto che non dà nessuna garanzia e noi abbiamo messo in campo in maniera unitaria il progetto per voltare pagina».

Aggancia il risultato del congresso. «Un bel Congresso, con cui abbiamo dimostrato che avevamo capito quello che dovevamo cambiare. Ora, uniti, abbiamo regalato all’Italia quello di cui aveva bisogno: una bella lista unitaria con tante differenze, ma pronta a combattere le disuguaglianze».

La rabbia non crea lavoro

Riaspetto ai giorni del Congresso è rimasto il clima di odio e di intolleranza. L’Italia oggi dialoga con regimi di destra. E Zingaretti marca le distanze. «Ringrazio di cuore il presidente Mattarella per essere andato a Parigi, dimostrando che non siamo diventati tutti pazzi per Orban». Il riferimento è alla visita fatta nelle ore scorse dal ministro dell’Interno al premier ungherese Viktor Orban.

La Lega di Salvini, spiega Nicola Zingaretti «è una Lega molto diversa da quella che abbiamo conosciuto. C’è solo rabbia e odio ma non c’è un progetto di sviluppo e di crescita per il Paese. L’odio serve a catturare voti ma non crea lavoro».

Con Renzi? Ci sentiamo spesso

Infine, il governatore del Lazio libera il campo dall’ipotesi che Matteo Renzi sia una specie di reietto messo all’angolo nel Pd.

«Con Renzi ci sentiamo abbastanza spesso, come sento anche altri dirigenti. Io mi confronto e poi decido da solo. Matteo mi conosce da molti anni. Siamo sempre stati nei congressi in posizioni diverse. Ma le differenze non debbono portare di per sè a uno scontro».

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