Il grande Risiko per il controllo della Camera di Commercio

Il grande Risiko per l'elezione del presidente della nuova potentissima Camera di Commercio del Lazio Sud. Come vanno letti i numeri. E quali potrebbero essere le alleanze. Chi appoggia chi. E chi dovrà fare le mosse decisive. Il rischio di finire come pedina di scambio con Roma

Stallo. Equilibrio assoluto. Il nome del prossimo presidente della Camera di Commercio del Sud Lazio lo determineranno tre fattori: il nome che verrà indicato da Unindustria, la posizione che assumerà ConfimpreseItalia, come si posizioneranno i ‘non allineati‘.

I numeri di partenza

Si parte dal decreto firmato il 13 dicembre dal governatore del Lazio Nicola Zingaretti. Dispone la fusione delle attuali Camere di Commercio di Frosinone e Latina. A governare il nuovo ente sarà un Consiglio di 33 persone: rappresentanti delle categorie produttive, in proporzione al numero degli iscritti alle loro associazioni (Leggi qui Via alla fusione: è nata la Camera di Commercio del basso Lazio).

Si parte da qui. Il Decreto T00310 assegna i seggi. Ma come si alleeranno quei 33 Consiglieri Camerali intorno ai nomi dei candidati presidente?

Spacchettamento

A Frosinone resterà una sede operativa della Camera di Commercio e l’azienda speciale

Per capirlo bisogna ‘spacchettare‘ i numeri pubblicati nella Determina. Cosa significa spacchettare e perché va fatto? Partiamo dai numeri. La Determina assegna così i seggi: al Commercio vanno 7 Consiglieri, all’Industria vanno 6 Consiglieri, ai Servizi alle Imprese vanno 4 Consiglieri, all’Agricoltura 3 consiglieri e altrettanti all’Artigianato, al Turismo 2 consiglieri e altrettanti ai Trasporti e Spedizioni. Un consigliere ciascuno va ai Sindacati, alla Cooperazione, al Credito e Assicurazioni, alle associazioni dei consumatori, ai Liberi Professionisti, agli ‘Altri Settori‘.

Quei seggi sono stati ottenuti attraverso gli ‘apparentamenti‘. Cioè: le associazioni che si occupano dello stesso settore economico si sono unite ed hanno sommato i loro tesserati (apparentarsi), raggiungendo così un peso di rappresentanza più alto. Un esempio pratico: se un’associazione si occupa di Commercio, Industria, Servizi, può spacchettare i suoi iscritti ed allearsi con le altre associazioni del Commercio, dell’industria e dei Servizi. Perché può convenire spacchettarsi e apparentarsi? L’addizione degli iscritti può far scattare un quorum più alto e quindi far ottenere uno dei 33 consiglieri in più di quello che si prenderebbe senza apparentarsi. Questione di divisioni e addizioni.

Divisioni e Addizioni

A Latina andrà la sede legale della nuova Camera di Commercio unificata

Proviamo allora a rileggere i numeri dei seggi. Ma sulla base degli apparentamenti. Il quadro che ne esce è del tutto diverso.

Al Commercio abbiamo visto che vanno 7 consiglieri: 4 sono andati all’apparentamento Confcommercio + Confesercenti + AssoMercati; 3 vanno all’apparentamento ConfimpreseItalia + Ambulanti.

All’Industria 6 consiglieri: 5 all’apparentamento Unindustria + Federlazio + Cna (la confederazione dell’Artigianato ha una sezione con le industrie dei trasporti e questo le consente di unire una sua parte al settore industria); 1 consigliere a ConfimpreseItalia.

Servizi alle Imprese 4 consiglieri: 2 all’apparentamento Confcommercio + Confesercenti + AssoMercati; 1 a Unindustria; 1 a ConfimpreseItalia

Agricoltura 3: 2 consiglieri vanno a Coldiretti e 1 a Confagricoltura.

Artigianato 3: vanno tutti a Cna la Confederazione Nazionale dell’Artigianato ma 2 seggi sono di Frosinone ed 1 di Latina; non sono obbligati a schierarsi nello stesso modo per l’elezione del presidente.

Turismo 2: vanno 1 a Unione Commercianti e 1 a Confcommercio.

Trasporti e Spedizioni 2: uno dei seggi è di Unindustria e l’altro è di Confcommercio.

Per quanto riguarda i ‘non allineati’: il seggio dei Sindacati dovrebbe andare al segretario regionale della Cisl Enrico Coppotelli; la Cooperazione dovrebbe essere rappresentata da Confcooperative; il Credito e Assicurazioni verrà rappresentato da Abi e l’associazione bancari viene rappresentata in genere dal presidente di Bpc Donato Formisano.

La prima variabile

Giovanni Acampora

Una volta spacchettati, i seggi sono pronti per le alleanze. E quando si mettono insieme escono, almeno in teoria, due possibili schieramenti.

Primo Blocco 16 voti: Confcommercio 9 voti ( 4 + 1 + 1 + 2 + 1), Altri del Commercio 4, un voto di Cna Latina, un voto della Cooperazione, un voto dei Consumatori, un voto dei non allineati.

Secondo Blocco 16 voti: Unindustria 5 voti (3 di Latina e 2 da Frosinone), Federlazio 1 + ConfimpreseItalia 5 voti, Cna Frosinone 3 voti (2 + 1 dell’Industria), Coldiretti 2 voti.

Il primo blocco sosterrebbe un nome espresso da Confcommercio in quanto ha la maggioranza relativa, l’indicazione spetterebbe al presidente Giovanni Acampora. Molti vedono proprio lui come un potenziale candidato alla presidenza, Acampora ha sempre rifiutato qualunque ragionamento di questo genere. Sostenendo che sarebbe sbagliata una discussione basata su quote e territori: ritene che occorra invece ragionare su un progetto unitario, guardando Frosinone e Latina nel loro insieme.

Il secondo blocco punterebbe su un nome espresso da Unindustria, per lo stesso motivo indicato sopra: ha la maggioranza nella coalizione.

La seconda variabile

Marcello Pigliacelli. Foto: © Imagoeconomica, Giacomo Quilici

La seconda variabile è proprio il nome che indicherà Unindustria. Ad indicarlo sarà il presidente Filippo Tortoriello (stesso ragionamento appena fatto per Acampora).

Logica imporrebbe che il nome fosse quello del presidente uscente di Frosinone Marcello Pigliacelli. Ma anche Pigliacelli ha detto, in tempi non sospetti, di ritenere esaurito il proprio compito. Che era quello di arrivare all’unificazione ed alla creazione dell’ottava Camera di Commercio in Italia per peso economico.

Il presidente Tortoriello è in sintonia con il vice presidente nazionale di Confindustria Maurizio Stirpe; che non è propriamente in sintonia con Pigliacelli. Stirpe ha sempre detto che non metterà bocca, lasciando intendere che la sua dimensione è un’altra: sta nel CdA del Sole 24 Ore, si occupa di Relazioni industriali su scala nazionale, è lontano dalle faccende del Lazio sud. Resta da capire se lo ha solo detto o se lo farà davvero.

Sul nome di Pigliacelli c’è un patto d’onore con il presidente nazionale di ConfimpreseItalia Guido D’Amico: se Unindustria schiererà il presidente uscente, Confimprese starà su di lui; se ci saranno defezioni allora sarà tana libera tutti.

Ma c’è un secondo fronte per Filippo Tortoriello: deve garantire che i 5 voti di Unindustria vadano tutti nella stessa direzione e non si dividano in base al territorio: in pratica che i 3 di Latina non vadano a convergere su un nome diverso da quello che voteranno i 2 di Frosinone.

La terza variabile

Maurizio Stirpe con Filippo Tortoriello

La terza variabile è quella che potrebbe rendere superfluo ogni ragionamento fatto fino a questo momento. E sposterebbe l’intero ragionamento su un altro tavolo. A Roma.

Nei prossimi mesi va a scadenza la Camera di Commercio di Roma: e molti dei protagonisti al tavolo capitolino sono gli stessi che siedono a Frosinone-Latina.

È il caso di Cna (che esprime a Roma il presidente Lorenzo Tagliavanti), Confcommercio, Unindustria, ConfimpreseItalia. Ed è possibile che vogliano fare un ragionamento complessivo. Raggiungendo un equilibrio tra la Camera di Roma e quella del Lazio Sud. Sottoscrivendo così un patto blindato: che conduca alla designazione dei presidenti. Tutto allo stesso tavolo. Con il rischio, per Frosinone e Latina, di fare la parte della pedina di scambio con cui arrivare a Roma.