I grilli comunisti e la carbonara di destra, ma non ha mai funzionato così

Carbonara di destra e farine di grillo a sinistra? Stereotipi. Espressi da destra. La stessa che ricusa ogni volta che qualcuno rileva un pezzettino della mistica ingombrante che su di lei grava

Piero Cima-Sognai

Ne elegantia abutere

Chi non è di sinistra a 20 anni è senza cuore, chi non è di destra a 40 è senza cervello“. La frase è passata come una sparata intelligentissima di Paolo Guzzanti. Ma lui, incolpevole e giornalista nel midollo, aveva citato la fonte e la fonte era, manco a dirlo, Winston Churchill. Ovviamente era un’iperbole per definire le stagioni della vita dell’homo sapiens moderno, che mediamente da giovane cazzia i genitori e il mondo liberticidi e da vecchio si ritrova a commettere gli stessi liberticidi venendo a sua volta cazziato dai figli.

Insomma, non serve scomodare l’ironia di Giorgio Gaber per capire che a volte il manicheismo destra-sinistra è voluto. E che incasellare tutto in categoria non ha sempre la finalità di disegnare il mondo com’è, ma di andare in iperbole. E far capire che il mondo potrebbe essere meglio di certe sue rotte stereotipate. Rotte ridicole che però pare abbiano ancora sessappiglio e seguaci fra i naviganti.

La carbonara di destra

Alessia Ambrosi

In questo caso il mare è quello dell’opportunità e la navigazione è quella del web ma poco cale. Il mondo cambia negli scenari ma quasi mai nelle sue cretinate di fondo. Il web, segnatemente Twitter, ci consegna questa perla: “Tipi di destra: amanti delle tradizioni, del buon cibo, di un calice di vino italiano, di decoro, ordine e sicurezza”. Ovviamente non c’è effetto se non c’è endiade, lo insegnava Cicerone millemila anni fa. Ecco il rovescio: “Tipi di sinistra: adoratori di farine di insetti, imbrattatori di monumenti, fans di droghe libere e occupazioni abusive. Ecco perché sono una tipa di destra!“.

La deputata di FdI Alessia Ambrosi ha pensato così di sbrigare la faccenda e fare una “summa” del perché essere di destra è figo e decoroso ed essere di sinistra è truce e un po’ vomitevole. Ed ha superato perfino Churchill che, poveretto lui, voleva solo dire una cosa che lo consegnasse alla storia ma con un minimo di garbo antropologico. Ovviamente il tema degli insetti spadellati in tavola anziché a frinire campestri nelle serate di maggio è quanto mai di attualità. Lo è perché uno come Francesco Lollobrigida, che presiede nientemeno che la Sovranità Alimentare, ha recentemente firmato quattro decreti per l’adozione di etichette obbligatorie.

Per cosa? Per immettere in commercio alimenti contenenti le farine di insetti. Il sunto spiccio è che se proprio quella “roba” deve stare in scaffale deve starci come stavano i mormoni a Salt Lake City, tranquilli, inseriti ma in enclave. Così chi li sceglie sa dove andare e chi li schifa sa da cosa ed a dove prendere il largo più lepre di Jacobs.

Tipi di destra e di sinistra

Foto: Stephan Be / Pixabay

Ma il tema non è quello. Non è la carbonara e non sono le farine. Il tema è che la deputata Ambrosi ha giocato di grana grossa e ci ha detto che si, chi è figo mangia in un certo modo, vive in un certo modo ed ha la premiership del decoro.

Di contro chi è disposto a trangugiare una piadina fatta in parte con una cosa che una volta dava buoni consigli a Pinocchio è di certo un amante delle porte Ater sfondate e della vernice addosso ai monumenti che fa diventare Dario Nardella un placcatore degno del Sei Nazioni. Insomma, si sta parlando di stereotipi, cioè esattamente di quelle cose che la destra ricusa ogni volta che qualcuno rileva un pezzettino piccolo della mistica ingombrante che sulla destra grava. E che la destra per prima riduce sempre e solo a “scenografia” che non dà certo il senso del pensiero di chi la gradisce.

Solo che in Italia le cose vanno sempre così, a corrente alternata e con personaggi che prima o poi vanno in deriva e scovano una manciata di categorie sceme per mettere miglia fra sé e gli altri. E per dire che che un grillo sfarinato è comunista ed una carbonara è di destra. Salvo poi accorgersi, ce lo auguriamo, di aver detto solo una cazzata per far colpo sulla bassa manovalanza del consenso.

Perché a volte i grilli nella testa sono più pericolosi di quelli in pancia e le farfalle nello stomaco stanno bene sia agli innamorati che a chi non la pensa come noi. Senza tweet, senza categorie, senza troppi pensieri.