Il lanciafiamme regalato a Nicola Zingaretti

Lega e Movimento 5 Stelle fanno una scelta di campo. Che ha come conseguenza un regalo micidiale lasciato nelle mani di Nicola Zingaretti. Che lo ha capito subito. Ed ha orientato di conseguenza la sua strategia e la sua campagna per rianimare il Pd

Alessio Porcu

Ad majorem Dei gloriam

Un lanciafiamme politico lasciato nelle mani di Nicola Zingaretti. Glielo hanno regalato la Lega ed il Movimento 5 Stelle. Non è stato un errore di calcolo: bensì una scelta sofferta.

Quel lanciafiamme rischia di essere determinate nella prossima sfida elettorale. È la generazione dei giovani elettori, la fascia che va dai venti fino ai ventotto anni.

Perché rappresentano un’arma così potente. E soprattutto cosa ha caricato al massimo i loro serbatoi?

 

Chi sono i lanciafiamme

Per comprenderlo è necessario fare un passo indietro di un paio d’anni e spostarsi nel Regno Unito di Sua Maestà britannica.

I ragazzi sono uguali un po’ dappertutto in Europa. A sbiadire le differenze culturali è quel gigantesco mercato generazionale che nessun confine o barriera può contenere: la musica da ascoltare sul cloud, i film da vedere su Netflix condividendo lo stesso abbonamento, la costante connessione che ha cancellato distanze e spazi.

I ragazzi non sono appassionati alla politica, la vivono come una cosa distante e da cui tenersi a distanza. E la politica nulla ha fatto per coinvolgerli negli ultimi trenta anni.

C’è un momento in cui questo equilibrio si spezza. È il 2016 e nel Regno Unito i favorevoli al Leave vincono il referendum: è la Brexit, si esce dall’Europa.

Cosa c’entrano i ragazzi? Non sono andati a votare, fedeli al loro disinteresse per la politica ed i suoi temi.

Hanno scoperto che saranno loro a pagare il prezzo della scelta che hanno lasciato fare alle generazioni precedenti. Un prezzo da pagare in contanti e salato.

Perché Brexit tra poco significherà, ad esempio, fine dei concerti a Berlino con il biglietto aereo a 10 euro partendo il pomeriggio e ritornando l’indomani mattina. Ci vorrà il passaporto, il visto, i controlli alla dogana, le file interminabili.

Fine dell’università a Firenze grazie agli scambi culturali. Basta passeggiate a Barcellona e “I come back tomorrow mum”. Fine dell’essere cittadini del continente, all’interno del mondo senza confini garantito dall’unico confine della Ue.

Ai genitori importa poco, la loro generazione prendeva l’aereo solo per il viaggio di nozze o quando un parente era moribondo. La generazione di oggi usa Ryanair e Flixbus macinando chilometri e miglia a ripetizione. E sarà questa generazione a maledire la scelta, perché faticherà dannatamente a trovare un lavoro: i dati di Reuters sono impietosi, in questi ultimi due anni dal referendum Brexit è già costata al Regno Unito 52 miliardi di sterline, ovvero 26 miliardi all’anno, 500 milioni a settimana.

Sono soprattutto i giovani a volere una ripetizione del voto Leave o Remain. E c’è da giurare che questa volta ci andranno a votare.

 

La Brexit italiana

C’è una silenziosa Brexit che si annida nel documento appena bocciato dall’Eurogruppo. La manovra economica con un deficit del 2,4% del Pil per i prossimi tre anni che ha convinto nessuno, costringendo il ministro Tria a tornare in Italia per rifare i conti.

Dov’è la Brexit per i ragazzi italiani? Quasi tutte le risorse stanziate in quel documento sono destinate alla generazione dei loro genitori. E nulla o quasi viene lasciato per loro. Tutta la politica economica e finanziaria del governo Lega – M5S è orientata verso la generazione con i capelli bianchi.

Tanto per fare un esempio. Uno dei pilastri del governo gialloverde è il superamento della Fornero, con l’obiettivo di andare prima in pensione. Quindi? Soldi per finanziare il pensionamento anticipato, soldi per le pensioni da pagare ogni mese.

Ma mandando la gente in pensione non si lascia il posto ai giovani? No perché quei posti non ci saranno più, stanno scomparendo, come aveva avvertito un paio di anni fa il vice presidente degli industriali italiani Maurizio Stirpe.

Sono posti che stanno nascendo in altre aree d’Europa. E sono i posti legati all’industria 4.0 che nessuno si sta ponendo il problema di incentivare in Italia. È l’industria del presente, non quella del futuro: nella quale uomo e macchina interagiscono, dove le stampanti creano i pezzi in 3D. Mentre a Frosinone e provincia ci sono zone dove smadonni alla ricerca di un po’ di segnale per connettere il computer al wifi.

L’altro pilastro è il reddito di cittadinanza: sussidi a chi non lavora, non sgravi agli industriali che li assumono. Soldi tolti alla creazione di posti di lavoro per i giovani migliori e più preparati.

L’ossatura della Finanziaria rispedita a casa dall’Eurogruppo è basata sui debiti: tutto quello che il governo vuole fare è finanziato con debiti senza che ci sia una prospettiva di rientro. Debiti che toccherà alle prossime generazioni pagare. Allo stesso modo in cui oggi stiamo pagando le baby pensioni concesse a gente che aveva ancora 45 anni.

 

Nicola lo ha capito

Nicola Zingaretti lo ha capito. Ha capito che Lega e M5S hanno dovuto fare una scelta. Puntando su quelli che a votare ci vanno. I giovani no, le urne le disertano. Così il governatore del Lazio s’è ritrovato tra le mani quella che può essere potenzialmente un’arma micidiale.

Non è un caso che da due mesi, dal preciso momento in cui ha avviato la sua offensiva mediatica con cui scalare la segreteria nazionale del Partito Democratico, uno dei temi costanti siano i giovani.

Si rivolge a loro, parla di futuro, cerca di attirarli e coinvolgerli, gli offre un mondo senza la contrapposizione politica estrema che stanno vivendo in questo periodo.

Non è un caso che in queste ore abbia pubblicato sulla sua bacheca Facebook un manifesto nel quale dice “Aumentano i debiti che dovranno pagare soprattutto i giovani. Non investono su lavoro, scuola università e ricerca. Le nuove generazioni sono le prime vittime del Governo Salvini – Di Maio. È ora di dirlo con chiarezza.”

Se gli argomenti da scasso, usati come un grimaldello da Lega e Cinque Stelle sono stati gli immigrati ed il reddito di cittadinanza, per Nicola Zingaretti l’argomento sono i giovani.

Perché sono potenti come un lanciafiamme. Se decidono di tornare ad interessarsi di politica.