Il lascia o raddoppia dell’ultimo dalemiano

Francesco De Angelis ha deciso di sostenere Nicola Zingaretti al congresso nazionale del Pd e per questo ha effettuato un passo indietro e un cambio di area. Al di là della prospettiva della nomina a commissario del Superconsorzio. Per la segreteria regionale sosterrà Bruno Astorre, ma dall’altra parte ci sarà Claudio Mancini, orfiniano doc. In ogni caso però De Angelis cadrà in piedi per un motivo semplice: ha i voti sul territorio. 

Ha scommesso tutto su Nicola Zingaretti. Francesco De Angelis, indiscusso leader del Pci-Pdc-Ds-Pd in provincia di Frosinone, si è speso in prima persona per la doppia elezione al consiglio regionale di Mauro Buschini e Sara Battisti, riuscendo ad ottenere un autentico record di preferenze congiunte proprio nel giorno in cui il Pd crollava alle politiche e lui stesso doveva dire addio alle speranze di conquistare un seggio a Montecitorio.

Obiettivo centrato, invece, da Claudio Mancini, braccio destro di Orfini e capolista del collegio proporzionale Frosinone-Latina, lo stesso nel quale De Angelis era invece al terzo posto.

 

Adesso il presidente del Consorzio Asi ha deciso di non correre per la segreteria regionale (avrebbe avuto il sostegno di tutti gli orfiniani), per non indebolire la posizione di Nicola Zingaretti in vista del congresso nazionale. Poi, se questo porterà alla sua nomina a commissario per il Superconsorzio industriale unico del Lazio lo vedremo.

Intanto però la situazione politica sta cambiando e per De Angelis la scelta odierna lascia prefigurare una sorta di “lascia o raddoppia”.

Perché lui andrà a sostenere Bruno Astorre per la segreteria regionale. Astorre, numero due di AreaDem di Dario Franceschini, ha un asse di ferro con Nicola Zingaretti.

 

Ma alla segreteria regionale concorrerà anche Claudio Mancini, lo stesso che aveva detto di vedere benissimo De Angelis alla guida del partito nel Lazio. E siccome il meccanismo congressuale si basa sui delegati, la partita è apertissima. Dei 200 grandi elettori, quasi 150 saranno espressione di Roma e provincia. La partita si vincerà lì, dove obiettivamente l’equilibrio tra zingarettiani e orfiniani è massimo.

E che succederebbe se alla fine vincesse Mancini?

 

Francesco De Angelis, però, non è abituato a fare questi calcoli. Non li fece quando decise di schierarsi con Ignazio Marino e neppure quando aderì alla componente di Matteo Orfini. Perché alla fine lui sul territorio i voti li ha sempre presi. Tanti. Più di tutti.

Sosterrà Zingaretti al congresso nazionale: il vero obiettivo politico è quello.

Alla fine Francesco De Angelis resta un dalemiano. Sopravvissuto politicamente a Massimo D’Alema.

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