Il Lazio reagisce meglio al Covid: parola di Bankitalia

I numeri di Bankitalia fotografano la forza del Lazio. Ha reagito meglio delle altre regioni al Covid. Ed è avanti nella rirpesa

La pandemia ha colpito duro l’economia del Lazio: parola di Bankitalia e del suo rapporto annuale sull’economia della regione. I numeri dicono che il Pil del Lazio è calato dell’8,4% nel 2020. La crisi generata dalla pandemia ha determinato un brusco calo di tutte le componenti della domanda: giù i consumi, gli investimenti, le esportazioni. Colpito in modo particolare il comparto dei servizi, i danni peggiori li hanno avuti i settori alberghiero, ristorazione e commercio, messi in ginocchio dal crollo dei flussi turistici internazionali dove si è registrato un -86%.

Ombre ma anche luci. Il Lazio non è stato colpito più della media nazionale, il quadro macroeconomico resta simile a quello del Paese, che registra un calo dell’8,9% del Pil. Soprattutto, ci sono aspettative di decisa ripresa: “i tre quarti delle imprese industriali e i due terzi di quelle dei servizi che si attendono di aumentare il fatturato nel 2021“.

Imprese più indebitate

Foto: Carlo Carino / Imagoeconomica

Le imprese hanno retto ma si sono dovute indebitare. Il report di Bankitalia dice che “Nel corso del 2020 l’indebitamento è aumentato notevolmente, risentendo dell’ingente fabbisogno di liquidità emerso con la crisi sanitaria e di alcune operazioni straordinarie di grandi gruppi”. Insomma, servivano soldi liquidi per andare avanti. Il sistema bancario ha pompato liquidità.

Il Governo è intervenuto con una moral suasion per evitare eccessi. Che non ci sono stati. “I prestiti sono stati in larga parte utilizzati per finanziare il capitale circolante. Anche grazie agli interventi governativi di moratorie e garanzie le condizioni di offerta del credito sono risultate distese e accomodanti“.

Giù l’occupazione: penalizzati giovani e donne

Il lockdown ed il blocco della produzione hanno determinato un calo nei posti di lavoro. È stato contenuto grazie alle misure varate dal Governo per tutelare l’occupazione. Ma di fronte ai fallimenti c’è stato poco da fare: giù le saracinesche e addio occupazione. “L’occupazione nel Lazio è diminuita del 2% come nella media italiana. Sono stati penalizzati soprattutto gli occupati a tempo determinato e gli autonomi, i giovani e le donne“.

Lavoratori in cucina di ristorante (Foto: Imagoeconomica)

Quanto hanno funzionato nel Lazio le misure varate dal Governo, come il blocco dei licenziamenti e l’estensione della Cassa Integrazione? “Hanno attenuato la caduta dell’occupazione, sostenendo in particolare la componente a tempo indeterminato. Le ore lavorate si sono ridotte del 10,5%”. Il dato va interpretato: c’è una forbice molto ampia tra i posti persi e le ore ridotte, significa che il sistema ha retto.

Il tasso di occupazione nel Lazio è sceso di un punto percentuale, al 60,2% ma nonostante questo, c’è una media di occupati più alta che in Italia (58,1%). Gli occupati sono diminuiti nei servizi (-3,1%) e nelle costruzioni, mentre nell’industria in senso stretto è proseguita l’espansione registrata nei tre anni precedenti. Il comparto del commercio e quello degli alberghi e ristoranti (che nel 2019 occupavano nel complesso quasi un quinto dei lavoratori del Lazio) sono stati tra i più colpiti. Infatti, qui la riduzione degli addetti nel 2020 è stata del 4,4% nel Commercio e dell’8,3% nel comparto degli alberghi e ristoranti, accentuando le diminuzioni registrate nei due anni precedenti.

L’occupazione anche nel Lazio, come nel resto del Paese, è calata soprattutto tra i più giovani, nella fascia d’età 15-34 anni, lì sono maggiormente diffusi i contratti a tempo determinato; la riduzione (-5,4%) è stata superiore a quella registrata a livello nazionale”.

Industria giù del 10%

Foto: Leeroy Agency / Pixabay

 L’analisi di Bankitalia rivela che nel 2020 l’industria del Lazio ha registrato una forte contrazione . Ha perso il 10,2%, in linea con la media nazionale.

Sul calo hanno pesato la diminuzione della domanda interna ed estera ma soprattutto il blocco della produzione, nell’ambito del primo pacchetto di restrizioni introdotte per il contenimento della pandemia.

Nel 2020 – spiega il Rapporto annuale della Banca d’Italia sull’economia del Lazio – il saldo tra le industrie con fatturato in crescita e quelle con fatturato in diminuzione è stato ampiamente negativo (-30%)”. Per capire se è tanto o poco bisogna fare un paragone con la media italiana: è scesa di 48 punti.

Le aspettative nel Lazio sono di una consistente ripresa. Infatti, poco più dei tre quarti delle aziende si attendono di aumentare il fatturato nel 2021.

Nel 2020 molte imprese laziali hanno diminuito gli investimenti, una parte invece li ha aumentati rispetto all’anno precedente: nel Lazio c’è uno dei principali poli nazionali del Chimico farmaceutico, qui si infialano i vaccini e dall’ultimo periodo del 2020 gli indicatori hanno risentito in maniera positiva delle autorizzazioni rilasciate dall’Agenzia del Farmaco.

È questo a consegnare alla regione guidata da Nicola Zingaretti un dato che ha dello straordinario: nel Paese, la forbice tra chi ha aumentato e chi ha tagliato registra un -19% di investimenti. Ma nel Lazio quel caso è di appena il -4%. Certifica Bankitalia che “Per il 2021 il 42,4 per cento delle imprese prevede di aumentare gli investimenti“.

Sale il reddito di cittadinanza, e pure i risparmi

Foto: Imagoeconomica

Nel Lazio l’incidenza della povertà nel 2019 era più contenuta che in Italia, ma nel 2020 il ricorso alle misure di sostegno ha raggiunto il livello nazionale. Secondo il Rapporto annuale di Banca d’Italia sull’economia del Lazio, “i nuclei beneficiari del Reddito o della Pensione di cittadinanza sono cresciuti di un terzo, più che in Italia. Alla fine del 2020, i nuclei percettori erano oltre 123.000. Altri 43.600 hanno usufruito del Reddito di emergenza (REM). Nel complesso, le famiglie beneficiarie a fine anno erano il 6,3% di quelle residenti (6,1% in Italia)“.

La crisi ha determinato seri riflessi anche sui consumi: nel Lazio “nel 2020 si sono ridotti del 10,6% in termini reali“. Significa che la gente ha avuto paura del futuro ed ha rinviato gli investimenti: chi doveva comprare una macchina, fare una spesa importante, ha rinviato. Infatti la pandemia di Covid-19 ha indotto un ampio e rapido incremento del risparmio delle famiglie. La crescita del risparmio si è associata a un incremento della liquidità detenuta in strumenti a basso rischio, quali i depositi bancari e postali“. 

Il reddito delle famiglie però è calato del 2,6%: meno del PIL, grazie alle misure di sostegno ai redditi adottate a livello nazionale e locale. Allo stesso tempo la crescita dei depositi bancari delle famiglie è stata registrata in tutte le classi di importo. “Il reddito disponibile – si legge – pari a circa 20.000 euro pro capite nel 2019 (poco più della media nazionale), si è ridotto lo scorso anno del 2,6 per cento a prezzi costanti, come nella media italiana“.

Disuguaglianze e reazioni

Foto: Alvaro Padilla / Imagoeconomica

È aumentata all’11,1% la quota di persone che nel Lazio vive in famiglie senza redditi da lavoro. In questi nuclei vive quasi l’11% dei minori della regione (era il 7% nel 2019).

L’indice di Gini (che misura l’ampiezza della disuguaglianza tra 0 e 1) è aumentato a 0,36, come in Italia. In sintesi: il Lazio registra un aumento delle disuguaglianze seguito al peggioramento del quadro occupazionale. 

Secondo i dati del Sistema Informativo sulle Operazioni degli Enti Pubblici (SIOPE), nel 2020 “la spesa primaria totale degli enti territoriali è cresciuta nel Lazio del 4,9% rispetto all’anno precedente. In termini pro capite è ammontata a 3.646 euro, un dato lievemente superiore alla media delle Regioni a statuto ordinario. La spesa corrente primaria degli enti territoriali laziali nel 2020, pari a 19,7 miliardi di euro, è aumentata del 5,2 per cento, più delle RSO e dell’Italia (0,4 e 0,6 per cento, rispettivamente)“.

Tradotto dal linguaggio finanziario: il Lazio ha reagito alla pandemia investendo. E quegli investimenti hanno tenuto in moto l’economia, attenuandone la caduta. Basti pensare a quanto è stato investito nel comparto Sanità: in termine di macchinari e di personale assunto negli ospedali. “La spesa per la Sanità nel Lazio è sensibilmente aumentata per fronteggiare la crisi pandemica: sono cresciuti gli acquisti di beni e servizi sanitari ed è stata potenziata la dotazione di personale (+5.302 unità, di cui 25% medici e 47% infermieri“.

Dalla Regione sostegni per 430 milioni

La Regione Lazio nel 2020 ha adottato diversi provvedimenti, in aggiunta a quelli del Governo. Ha investito su imprese, famiglie, lavoratori e disoccupati per mitigare l’impatto economico dell’emergenza sanitaria.

Nella prima metà dell’anno 2020, con l’arrivo della pandemia, la Regione ha stanziato nel complesso oltre 360 milioni di euro. Secondo l’Osservatorio dell’Istituto di Studi sui Sistemi Regionali Federali e sulle Autonomie ‘Massimo Severo Giannini’ (ISSiRFA-CNR), con gli interventi della seconda metà dell’anno lo stanziamento complessivo nel 2020 è stato nell’ordine dei 430 milioni di euro, di cui 64% con risorse proprie della regione e il 36% con rimodulazione di fondi strutturali europei.

In smart working pure dopo

Il Rapporto annuale di Banca d’Italia sull’economia del Lazio rileva anche che l’indice di digitalizzazione nel Lazio è superiore alla media nazionale. L’unica eccezione è per l’offerta di servizi digitali degli enti locali, che è sotto la media. È stato utilissimo quando siamo dovuti uscire dagli uffici per chiuderci in casa e lavorare dal salotto.

In materia di smart working, si legge che “secondo la Rilevazione sulle forze di lavoro dell’Istat, dal secondo trimestre del 2020 la quota di lavoratori dipendenti del settore non-agricolo che ha lavorato almeno in parte da remoto ha raggiunto nel Lazio in media il 21,6% (2,1 nel periodo corrispondente del 2019 e 14,8 nella media nazionale); la quota si riduce al 19% nel privato (12,1 in Italia)“.

Torneremo tutti in ufficio? O la pandemia ha cambiato le nostre abitudini? “Secondo l’indagine Invind, condotta a marzo e aprile del 2021, le imprese del Lazio prevedono che circa il 14% dei lavoratori continuerà a lavorare da remoto anche dopo la fine della pandemia“.

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